Jaeger LeCoultre, la prestigiosa marca di orologi svizzeri, è molto attiva quest’anno alla Mostra sia sul versante mondano (la Nikki Beach, di fronte al Casinò, è già stata assediata dalla folla per la presenza di Valentino Rossi, che non c’entra molto col cinema ma è molto più star, ahimè, di tanti attori e attrici) sia, per fortuna, sul versante culturale. Abbiamo trovato il suo marchio, infatti, tra i promotori del restauro di un “gioiello” come Il feroce Saladino di Mario Bonnard, film del 1937 che nasce dalle famose figurine messe in circolazione insieme ai prodotti Buitoni e Perugina e ispirate alla rivista radiofonica “I quattro moschettieri”: nate nell’ottobre del 1934, create da Angelo Bioletto, divennero ben presto un tormentone dell’epoca. Storico antenato del marketing contemporaneo.
Il restauro della pellicola, che sarà proiettata stasera al Palalido alle 20,30, ha coinvolto il Museo Nazionale del Cinema di Torino, la Biennale di Venezia, la Provincia di Milano, il ministero dei Beni Culturali, oltre alla citata Jaeger LeCoultre, a partire da una copia positiva su supporto nitrato conservata presso la Fondazione Cineteca Italiana di Milano. Dalla copia è stato stampato un controtipo di conservazione, successivamente lavorato in digitale dal laboratorio “L’Immagine ritrovata” di Bologna.
Il feroce Saladino e la bella Sulamita (che al cinema fu impersonata dall’allora giovanissima Alida Valli che ancora si chiamava Alida Altenburger: il nome d’arte glielo trovò infatti proprio Bonnard) erano tra i personaggi più rari delle figurine: una collezione difficilissima da completare come tutte le collezioni che si rispettino. Nel film di Bonnard, Angelo Musco, un artista di varietà sul viale del tramonto che campa vendendo cioccolatini Perugina nei teatri ed è innamorato della giovane aspirante soubrette, diventa fortunosamente la star di un varietà che prende spunto dai personaggi delle figurine. Triplo salto mortale.
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