CANNES – Tra i grandi classici che il Festival di Cannes presenta in versione restaurata oggi è la volta della pellicola del 1969 di Sergio Corbucci Gli specialisti, proiettato alle 21:30 al Cinéma de la Plage. Uno spaghetti western non convenzionale, interpretato da un allora giovane e popolare cantante francese, Johnny Hallyday (nome d’arte di Jean-Philippe Smet), nei panni di un misterioso cowboy di nome Hud che arriva a Blackstone, la città in cui suo fratello era stato ingiustamente accusato di aver rapinato una banca, per essere poi linciato e impiccato. Determinato a vendicarlo, la sua venuta creerà non pochi problemi ai sicari locali.
In quarant’anni di carriera Corbucci ha diretto una settantina di film cimentandosi in tutti i generi, ma è il western il genere che probabilmente preferiva e di cui è considerato un maestro, anche da Quentin Tarantino che l’ha definito uno dei più grandi cineasti del western all’italiana assieme a Sergio Leone. La versione integrale inedita restaurata del suo Gli specialisti è stata realizzata da TF1 Studio in 4K a partire dal negativo immagine originale Technicolor – Techniscope e dai magnetici francese e italiano. Il restauro digitale è stato realizzato presso il laboratorio L’Image Retrouvée (Parigi/Bologna).
Nel team dei selezionatori troviamo l'italiano Paolo Bertolin, già attivo come consulente della Mostra di Venezia, insieme a Anne Delseth, Claire Diao, Valentina Novati e Morgan Pokée.
Le vie del cinema da Cannes a Roma e in Regione si volgerà al cinema Eden e Giulio Cesare. Alcune repliche previste anche al cinema Palma di Trevignano e al multisala Oxer di Latina
Teodora Film distribuirà in Italia Girl di Lukas Dhont e Woman at war di Benedikt Erlingsson. Il primo, presentato nella sezione Un Certain Regard, ha conquistato la Camera d’Or, mentre Woman at War è stato presentato alla Semaine e ha convinto la stampa internazionale
Doppio premio per l'Italia, che esce benissimo da questo 71° Festival di Cannes: all'attivo, oltre ai premi a Marcello Fonte e Alice Rohrwacher anche quello a Gianni Zanasi e al documentario La strada dai Samouni di Stefano Savona. La giuria di Cate Blanchett ha schivato le trappole del gender firmando un verdetto sostanzialmente condivisibile