Conferenza nazionale: la sala e le nuove piattaforme

La sala, l’avvento della rete e il consumo VOD, il rapporto con i broadcaster, questi i temi affrontati da uno dei tre tavoli dell'appuntamento nazionale voluto e lanciato dal ministro Bray a Venezia


Saranno stati circa 300 i partecipanti della Conferenza nazionale del cinema, voluta e lanciata dal ministro Massimo Bray a Venezia 70, svoltasi tutta la giornata odierna al Centro Sperimentale di Cinematografia e articolata in 3 tavoli. Produttori, registi, professionisti e tecnici del settore, hanno risposto all’appello del ministro con proposte e contributi allo sviluppo del settore cinematografico. Conclusioni e relazioni di sintesi dei lavori svoltisi oggi verranno esposte sabato 9 novembre nel corso del Festival di Roma, alla presenza del ministro Bray.

Tema del secondo tavolo, moderato da Nicola Borrelli e Francesca Cima, è stato “Struttura, operatori del mercato e nuovi modelli di distribuzione e fruizione”: le attuali dinamiche di mercato sono funzionali allo sviluppo culturale, creativo ed economico del settore? Le dinamiche nell’offerta e nella domanda, le criticità nelle filiere e nella catena di creazione del valore.
Relatori invitati: Raffaele Barberio (Key4biz), Michele Casula (ErgoResearch), Giandomenico Celata (Roma Tre), Lionello Cerri (Anec), Piero De Chiara (Telecom-Cubovision), Carlo Degli Esposti (APT-Associazione Produttori Televisivi), Nicola Giuliano (Indigo film), Fulvio Lucisano (IIF-Italian International Film), Enrico Menduni (Roma Tre), Stefano Parisi/Alessandro Schintu (Chili TV), Julio Talavera (Osservatorio Europeo dell’Audiovisivo)  e Gino Zagari (ANEM-Associazione Nazionale Esercenti Multiplex). Rapporteur: Alberto Pasquale e Iole Maria Giannattasio.

Tre gli ambiti da dibattere indicati in apertura da Borrelli: la sala, il rapporto con i broadcaster, l’avvento della rete e il consumo VOD. Nell’esercizio è evidente, secondo Zagari, la crisi della monosala, passata di 32mila spettatori del 2002 ai 15mila del 2012, con una perdita del 70% del fatturato, a fronte della presenza preponderante dei multiplex. Lucisano segnala l’assenza di monosale al Sud e che in sala arrivano 60/70 titoli italiani dei 150 prodotti annualmente.
Se è aumentato il numero degli schermi negli ultimi anni non altrettanto si può dire del numero degli spettatori, fermo dal 1990, al tetto di 100 milioni, ricorda Cerri. Con la variabile del fenomeno Zalone che nel giro di 4 giorni aumenta le presenze annue del 2 per cento, a conferma che il mercato è fatto di eventi e non di prodotti.

Francesca Cima è convinta invece che gli spettatori siano aumentati e si trovino su altre piattaforme. E con lei Daniela Giarfatti di Own Air: “Il grande successo di Zalone ci dice che la sala tradizionale è in fondo di nicchia, nel senso che Sole a catinelle è stato costruito per un pubblico televisivo. Esiste poi la sala virtuale, aperta 24 ore su 24 anche d’estate, ‘raggiungibile’ da tutti compresi i disabili, con prodotti che spaziano dal documentario al cortometraggio. Purtroppo è penalizzata dalla politica delle finestre che andrebbe eliminata”.
Spunto subito raccolto da Barbagallo che propone una revisione delle finestre, sapendo che esistono pubblici diversi per prodotti differenti e che la sala non è l’unico luogo di fruizione.

Perché il cinema italiano non sia solo il fenomeno Zalone occorre per Rulli una strategia culturale impostata sulla formazione scolastica di un pubblico giovane, inserendo ‘Storia del cinema’ tra le materie d’insegnamento, e di nuovi autori di serialità televisiva, documentari e film di finzione.
Grande nemico del cinema è la pirateria che va sconfitta non solo con sanzioni amministrative ma anche con la diminuzione delle windows e una strategia di offerta cinematografica download, sostiene Parisi. Del resto il cinema molto ha da imparare dall’offerta musicale, leggi Spotify, e da Netflix nuovo player di show tv e film.
De Chiara ipotizza che dal VOD, abbonamento o card che sia, possono arrivare alla produzione cinematografica 600 milioni di cui un terzo a quella italiana, calcolando un euro per ogni passaggio. Pronta la replica di Giuliano che contesta ai provider telefonici enormi profitti negli ultimi 15 anni senza nessuna remunerazione per i soggetti cinematografici e non vigilando sulla pirateria.

Il primo tavolo, moderato da Nicola Lusuardi e Riccardo Tozzi, era dedicato a “Cinema: industria culturale”: Cosa rende il settore un’industria? Quali sono le peculiarità di un’industria culturale? Come si pone l’Europa riguardo a questa bivalenza? Quali strategie editoriali per valorizzare il prodotto? Relatori invitati: Stefano Balassone (docente di Comunicazione e blogger), Paolo Boccardelli (Luiss), Fabio Del Giudice (Confindustria Cultura), Alessandra Fratini (Studio Fratini Vergano), Celestino Spada (Economia della Cultura),e Giuseppe Viggiano (CNA-Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della Piccola e Media Impresa). Rapporteur: Francesca Medolago Albani, Chiara Fortuna.

Il terzo tavolo su “Le politiche pubbliche”: Le regole, i meccanismi di intervento, le modalità di finanziamento, i soggetti e le strutture amministrative è stato moderato da Silvio Maselli e Maria Giuseppina Troccoli. Relatori invitati: Maja Cappello (AGCom), Guido Cerasuolo (APE- Associazione Produttori Esecutivi), Tilde Corsi (R&C Produzioni), Domenico Dinoia (FICE-Federazione Italiana Cinema d’Essai), Mario Gianani (Wildside), Cristina Loglio (AGIS- Associazione Generale Italiana dello Spettacolo), Paolo Marzano (Comitato Permanente Diritto d’Autore), Emiliano Morreale (Centro Sperimentale di Cinematografia), Anna Olivucci (Italian Film Commissions), Cristina Scaletti (Commissione Cultura Conferenza delle Regioni) e Giorgio Gosetti/Giovanni Spagnoletti (AFIC-Associazione Festival Italiani di Cinema). Rapporteur: Bruno Zambardino, Federica D’Urso.

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05 Novembre 2013

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