Com’è difficile chiamarsi Brad a 60 anni

Icona di bellezza e fascino, Pitt compie gli anni ed è ancora al centro di grandi film, polemiche e attenzioni. Ecco come parla di sé e da dove viene


C’è un’icona della bellezza e del fascino che domani, 18 dicembre, compie 60 anni: un tempo lo si sarebbe detto anziano, oggi lo vediamo nel pieno della bellezza e nel vortice delle polemiche. Brad Pitt (al secolo William Bradley, nato a Shawnee in Oklahoma il 18 dicembre 1963) è uno degli uomini più influenti nell’industria del cinema. Eppure rimane un mistero, seduttivo in pubblico, tormentato e discusso nel privato. Di certo è una somma di contraddizioni: due volte sposato, per due volte ha dovuto accettare una causa di divorzio (nel secondo caso non amichevole) per “differenze inconciliabili”; due dei suoi sei figli gli hanno indirizzato auguri tutt’altro che affettuosi e una volta è finito anche sotto inchiesta per violenze private, in verità mai dimostrate, proprio all’indirizzo dei figli di cui oggi ha solo una custodia parziale.

In casa può sfoggiare 53 premi vinti su 78 candidature, ma l’Oscar gli è rimasto in mano solo due volte, una da produttore principale di 12 anni schiavo e una da coprotagonista per C’era una volta a Hollywood. Pochi attori come lui possono vantare un simile palmarès di storie amorose con le loro partner artistiche: dalle conquiste giovanili come Robin Givens e Jill Schoele fino a Juliette Lewis (incontrata su uno dei suoi primi set televisivi); da Gwyneth Paltrow (sua partner in Seven) a Jennifer Aniston (conosciuta per una puntata di Friends e sposata nel 2000).

Durante la causa di divorzio appare a fianco di Angelina Jolie, incontrata sul set di Mr. And Mrs. Smith, madre di Shiloh Nouvel (nata in Namibia dopo una gestazione che una rivista ha definito “la più pubblicizzata dopo quella di Gesù Cristo”) e poi di una bella coppia di gemelli messi al mondo a Nizza nel 2008. Sei anni dopo i “Brangelina” (così definiti dalle riviste di gossip) si sposano finalmente nel castello francese di Miraval (dove Pitt ha anche comprato uno studio discografico), ma nel 2016 lei chiede il divorzio. Della loro storia d’amore restano oggi i record di vendita delle foto dei nascituri (più di 21 milioni di dollari in tutto), la statua di cera di Shiloh all’età di due mesi nel museo newyorchese di Madame Tussaud, l’isoletta americana che Angelina comprò al marito come dono di nozze e sei figli, di cui tre adottati, che sul passaporto hanno il doppio nome Jolie-Pitt, ma non vedono spesso il padre. Per consolarsi Brad fa adesso coppia fissa con la disegnatrice di gioielli Ines de Ramon, di una trentina d’anni più giovane, ultima in ordine d’arrivo dopo altre vere o presunte “fidanzate”.

Anche le conquiste amorose contribuiscono alla creazione dei miti, ma nel caso di Brad Pitt conta certamente di più la sua immagine artistica, egualmente ricca di contraddizioni. Pochi sanno infatti che il segreto della sua fortuna – all’ultima stima oltre 200 milioni di dollari – risiede nella sua oculatezza come uomo d’affari; la sua compagnia di produzione Plan B ha conquistato ben 4 nomination all’Oscar tra il 2009 e il 2016 e altre tre volte lo ha vinto per The Departed, 12 anni schiavo, Moonlight; alcuni dei suoi successi personali come Ocean’s Eleven, The Mexican, Mr. and Mrs. Smith, World War Z e Il curioso caso di Benjamin Button risultano tra i maggiori incassi degli anni 2000, a prescindere dai giudizi della critica. Eppure di rado li cita tra i suoi favoriti, come del resto lo spettacolare Troy, da lui prodotto, costato mesi di preparazione fisica e anche un grave incidente al tendine d’Achille (quando si dice il caso!) che segnala invece come una scommessa persa in nome del dio Denaro.

Se deve parlare di se stesso come attore, Brad pensa invece a Fight Club”(per interpretarlo rinunciò a due denti, reimpiantati dopo le riprese) diretto dal suo amico David Fincher, lo stesso di Seven; cita L’esercito delle 12 scimmie di Terry Gillam, Babel di Inarritu,  The Tree of Life di Terrence Malick (altra scommessa vinta anche da produttore con la Palma d’oro a Cannes), Babylon di Damien Chazelle. E poi, naturalmente, il sodalizio con Quentin Tarantino cominciato per Bastardi senza gloria e la formidabile chimica con l’amico George Clooney scaturita ai tempi della trilogia di Ocean’s e tradotta adesso in rivalità pubblicitaria a suon di cialde da caffè.

Parla di rado invece dei suoi inizi che avrebbero marcato in modo indelebile la sua carriera. Nelle sue vene scorre sangue inglese, irlandese, francese, olandese, svedese e tedesco con un padre direttore di una ditta di trasporti e una madre segretaria scolastica. Cresce in un’atmosfera conservatrice e religiosa (a lungo rinnegata), ama il cinema più di ogni cosa, ma a scuola si distingue negli sport e nei dibattiti. Studia giornalismo e pubblicità all’università del Missouri ma se ne va a un passo dalla laurea per cercar fortuna a Hollywood.

Sorriso accattivante, capelli biondi e occhi blu, fisico snello, parlantina sciolta: ha tutto per imporsi, ma prima passa per la tipica trafila americana: lavori umili (trasporta frigoriferi e spogliarelliste in limousine), apparizioni in teleplay non memorabili tra cui però quattro episodi di Dallas, particine senza storia in film come Senza via di scampo dove viene offuscato dal divo del momento, Kevin Costner. La svolta coincide con il ruolo di J.D., un ladro autostoppista, in Thelma & Louise di Ridley Scott.

E’ il 1991 e ha ormai 28 anni, ma una buona esperienza alle spalle che lo tiene lontano dalle due protagoniste, mentre in scena è per Thelma un affascinante seduttore che la lascerà senza soldi dopo una notte infuocata. Nonostante si tratti di un ruolo minore viene notato da tutti e lo stesso accade per il personaggio del pericoloso maniaco di Kalifornia diretto nel ’93 da Andrew Dominik che rimarrà uno dei suoi registi favoriti.

Nel frattempo lo aveva lanciato un altro dei suoi mentori, Robert Redford regista di In mezzo scorre il fiume (1992). Sono le radici di un mito resistente, sia per la sensualità (due volte è stato nominato tra gli attori più sexy del pianeta), sia per la tenacia e la duttilità d’interprete. Oggi è anche lui “in mezzo al guado”: ha tutto, ma sta ancora cercando la gloria e la felicità. Accadrà con la tuta del vecchio campione dell’inedito Formula One Racing Movie di Joseph Kosinski o con le notti adrenaliniche del cacciatore solitario di Wolves a fianco di George Clooney?

Giorgio Gosetti
17 Dicembre 2023

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