Clooney: quest’anno sì, che apro Venezia


E’ una battutaccia, ma è inevitabile. “Dalla Canalis ai canali”. George Clooney, ormai single dopo la fine della sua storia con Elisabetta Canalis – anche se qualcuno ancora spera di rivederli insieme proprio al Lido – aprirà la 68ma Mostra di Venezia con il suo nuovo film da regista, Le idi di marzo. Chi la dura la vince: l’anno scorso il film The American, di cui era protagonista assieme a Violante Placido, era stato rifiutato per inaugurare il festival, mentre quest’anno tutti non aspettano altri che George.

 

Che arriverà con una storia dalla connotazione prettamente politica: Ryan Gosling giovane consigliere di un candidato alla presidenza, che inizia la sua professione per idealismo, col passare degli anni si corrompe e perde la sua anima. Grande il cast, con Paul Giamatti, Evan Rachel Wood, Marisa Tomei e Philip Seymour Hoffman.

Tratto dalla piece di Beau Willimon Farragut North, il film, comprato in Usa dalla Sony, è ambientato in un prossimo futuro, durante le primarie in Ohio per la presidenza del Partito Democratico. Lo stesso Cloobey recita nel ruolo del governatore Morris.

 

“Sei anni fa sono venuto al festival con Good night, and good luck! – ha dichiarato a ‘La Stampa’ – un piccolo film in bianco e nero sul maccartismo accolto molto bene. Non so che cosa accadrà stavolta. Ci hanno dato l’apertura, ed è un buon segno. Anche se è una storia radicata nella politica americana, il tema di un giovane che vende l’anima per vincere è universale. Anche lo scandalo politico è di ovvia attualità, basta guardare quel che accade in Gran Bretagna, Francia o anche da voi in Italia”.

 

“In America – ha detto poi l’attore/regista a ‘la Repubblica’ in riferimento all’atmosfera della politica nel suo paese – un periodo così incattivito me lo ricordo soltanto durante l’Amministrazione Lincoln. Oggi un repubblicano non può nemmeno dire di aver giocato a golf col Presidente Obama se non vuole essere immediatamente tacciato di tradimento. Spero che le cose cambino. Oggi abbiamo Internet, Facebook, Twitter, la notizia istantanea, la diffusione globale e nessuno sfugge se fa qualche porcheria. In congresso, mi auguro, arriveranno persone più serie, ma non pensate a me. Come autore di cinema, posso parlare apertamente e dire ciò che penso, senza dover rispondere a nessuno che non sia il pubblico pagante”.

autore
29 Agosto 2011

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