Un prologo, 44 capitoli in due parti, un epilogo: l’opera originale – un romanzo, Il bar delle grandi speranze di J.R.Moehringer, scritto d’esordio – è alla base dell’ultimo film diretto e co-prodotto da George Clooney, The Tender Bar, storia biografica – dai 7 ai 25 anni – e romanzo di formazione, arco di crescita anagrafica e psicologica dell’autore, diventato uomo plasmandosi alla frequentazione dei clienti del The Dickens, un bar della provincia americana. La sceneggiatura è di William Monahan, già premio Oscar per lo scritto non originale di The Departed.
Un viaggio per un ritorno, quello dell’autore, ancora bambino, e dalla sua mamma (Lily Rabe), che – macchina carica di bagagli, incluso un materasso in bellavista – arrivano nel cuore verace degli States americani nella metà Anni ’60: il primo incontro con zio Charlie – l’attore Ben Affleck, per questa parte candidato come Miglior Attore Non Protagonista ai Golden Globe 2022 -, accanto a lui, nei panni del protagonista adulto, Tye Sheridan, e poi il facci a faccia con il nonno, sinonimo di una grande famiglia un po’ rumorosa, universo che il piccolo J.R. (un espressivo Daniel Ranieri) guarda curioso, da cui in fondo si sente abbracciato, coccolato, seppur tutto non appaia così sereno – invece – alla mamma. La voce fuori campo, che narra diverse sequenze del film, ci racconta anche di “The Voice” (Max Martini), il padre del piccolo, deejay nella Grande Mela.
The Tender Bar è un delicato e franco discorso sulla famiglia, sul concetto del “prendersi cura” e sulla responsabilità, di cui J.R. bambino comincia a prendere coscienza proprio all’arrivo nella casa del nonno, e che man mano si trasla e si rende parallelo al contesto del The Dickens, entrambe dimensioni sociali e affettive che concorrono alla costruzione della persona J.R. Moehringer, in cui la figura centrale dello zio incarna, naturalmente, la metafora della figura paterna, con una morbida sfaccettatura altrettanto fraterna, seppur matura. Clooney per l’estetica sceglie di presentare il Bar – per la prima volta – in notturna, inquadrato frontalmente e di lato, con la sua insegna al neon giallo: una visione che evoca certi bar – e con loro certe specifiche atmosfere – dei dipinti di Hopper.
Un bar – quello in cui lavora Charlie – che, tra l’altro, come suggerisce il suo nome, The Dickens, è ispirato all’autore britannico Charles: per J.R., dunque, anche un mondo letterario, infatti negli scaffali tra le bottiglie d’alcolici e i bicchieri di cristallo siedono anche pile di libri, passione del bambino, ennesimo e non secondario spunto per il continuum del dialogo “di formazione” con lo zio, oltre che viatico per il tempo a venire di colui che poi sarà lo scrittore stesso del romanzo.
The Tender Bar, dopo essere stato presentato al BFI London Film Festival lo scorso autunno, esce in esclusiva dal 7 gennaio su Prime Video.
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