Non semplice certificazione di un patrimonio storico, ma sfida e invito a ragionare su come questo patrimonio possa essere investito per stimolare nuova creatività. Questo il centro del dibattito sulla candidatura di Roma a Città Creativa Unesco per il Cinema, presentato oggi alle Terme di Diocleziano in occasione dell’apertura della Festa del Cinema e del MIA. L’incontro, ideato da Roma Capitale insieme a Istituto Luce Cinecittà, è stato l’occasione per mettere a confronto obiettivi e risultati previsti dal piano di sviluppo della candidatura di Roma a Città Creativa, con le più avanzate esperienze di rapporto produttivo tra città e industrie culturali. “Ogni attività produttiva, tanto più quelle che si svolgono in ambito culturale, non può prescindere dallo scambio di esperienze con tutti coloro che possono concorrere a migliorare il processo di sviluppo, e non solo nel proprio paese”, ha sottolineato il Presidente e AD di Luce Cinecittà Roberto Cicutto (leggi l’intervento completo). “Entrare in questo circolo virtuoso è una grande responsabilità, non una onorificenza da sfoggiare. Ci vuole prima di tutto onestà e umiltà nell’aspirare a divenire Città Creativa Unesco. Ci vuole solidarietà, complicità, rispetto fra tutti gli attori di un settore produttivo”.
Una collaborazione che è stata alla base stessa del progetto di candidatura Unesco di Roma, presentato ufficialmente lo scorso luglio dopo la costituzione, nel dicembre 2014, di un comitato tecnico organizzativo composto da numerosi soggetti pubblici e privati del settore cinematografico e audiovisivo, culturale e creativo della città. Tra cui MIBACT, Fondazione Cinema per Roma, Istituto Luce Cinecittà, Regione Lazio, Roma Capitale, AGIS, ANEC, CSC-Scuola Nazionale di Cinema, Doc/it e 100 Autori.
“In questi mesi abbiamo lavorato sul fare rete e sistema”, ha spiegato Piera Detassis, Presidente della Fondazione Cinema per Roma che sarà il soggetto attuatore nel caso in cui la candidatura di Roma venga accettata. “E’ necessario uscire dalla logica del singolo evento, come ha già fatto la Festa di Roma che ha scelto di spostarsi anche all’interno della città e di puntare ad essere un evento che duri nel corso dell’anno, facendo rete con tutti gli altri soggetti interessati”.
La significativa collaborazione dell’intera filiera cinematografica nel processo partecipativo della candidatura Unesco è stata l’occasione per sistematizzare e dare respiro strategico alle politiche del settore, ha sottolineato l’Assessore alla Cultura e allo Sport di Roma Capitale, Giovanna Marinelli, che ha posto l’attenzione sugli obiettivi strategici della candidatura. “Portare a sistema le attività e gli interventi attivati da soggetto pubblico e privati del settore, valorizzare il patrimonio audiovisivo, incoraggiare la condivisione tra cultura e innovazione, diffondere una cultura cinematografica che crei nuovo pubblico”.
Proprio quello sviluppo di pubblico cui tende la sfida dell’audience development, cara al Presidente della Commissione Cultura e Istruzione del Parlamento Europeo, Silvia Costa, intervenuta a sostegno della candidatura di Roma e che ha sottolineato l’importanza di stabilire alleanze con le realtà giovanili e con le scuole per creare una domanda più colta, in contrasto alla barbarie culturale dominante. “In questo senso Roma ha molte scuole ed esperienze interessanti da mettere a disposizione. Ha l’opportunità di essere una città che parli finalmente un linguaggio rivolto alle nuove generazioni. La stessa digitalizzazione del patrimonio culturale può essere, ad esempio, uno strumento al servizio di una nuova narrativa della città, moderna e inclusiva di tutti i possibili pubblici”.
Tra le eccellenze produttive quella della città di Bradford, prima Città Creativa UNESCO per il Cinema, la cui esperienza è stata illustrata dal direttore del Bradford UNESCO City of Film, David Wilson, che ha parlato della candidatura come opportunità per le città di uno sviluppo sostenibile a partire dalle risorse creative. “Nella nostra esperienza abbiamo cercato di coinvolgere lavorativamente l’intera cittadina, in modo che si sentisse parte attiva del cambiamento culturale. Abbiamo lavorato molto come cinema di quartiere, posizionando schermi pubblici all’aperto con proiezioni libere per le famiglie. Abbiamo cercato di coinvolgere anche individui ai margini della società con progetti speciali rivolti a persone in difficoltà o affette da demenza. Abbiamo rilanciato la Film Commission locale e formato gli insegnanti delle scuole per trasmettere una cultura cinematografica alle nuove generazioni. Creato tour turistici della città in realtà aumentata a partire dalle film location, e promosso corsi di formazione per il personale degli hotel sul significato di città creativa per il cinema”.
In attesa della valutazione finale prevista il prossimo 11 dicembre, all’incontro a sostegno della candidatura di Roma Città Creativa per il Cinema sono intervenuti anche Vittorio Salmoni, Direttore Fabriano Città creativa UNESCO Crafts and Folk Art, Valentina Montalto, KEA European Affairs, Daniele Pitteri, Fondazione Forum delle Culture Napoli, Maurizio Carta, Università degli Studi di Palermo.
Rome City of Film, l’incontro alle Terme di Diocleziano. Video-interviste:
Mercoledì 18 novembre alla Casa del Cinema Giancarlo De Cataldo e Mario Sesti, insieme a Giorgio Gosetti, analizzeranno alcune scene del maestro del brivido. A introdurre l'incontro l'attore Pino Calabrese
Viaggio tra i progetti italiani presentati al mercato di coproduzione all’interno del MIA. Da La dea delle acque calme di Elisa Amoruso all'opera prima di Fulvio Risuleo, Guarda in alto, dal nuovo film di Costanza Quatriglio Sembra mio figlio al 'western' in salsa sicula firmato da Giovanni La Pàrola, Il mio corpo vi seppellirà, a Palato assoluto di Francesco Falaschi. Ecco cosa ha catturato l’attenzione degli operatori internazionali venuti a Roma a caccia di storie
Il film dell'indiano Pan Palin, buddy movie al femminile, è un ritratto fresco e spigliato delle donne dell'India di oggi, gli spettatori della Festa del cinema di Roma hanno votato online tramite un sistema elettronico
“Ho scoperto Verdone a casa, con i suoi personaggi visti e rivisti in tv, era diventato uno di famiglia. Sul set è un regista molto serio, scientifico, sa bene cosa vuole, anche se un terzo del film è improvvisato”, dice di lui l'attrice Paola Cortellesi protagonista alla Festa del cinema con l'attore e regista romano degli Incontri ravvicinati. Lui l’ha scoperta al cinema e in tv come attrice comica, brillante e anche drammatica: “è dirompente, abbiamo la stessa ironia e c’è una grande sintonia tra noi”. Presto li vedremo nei rispettivi film Gli ultimi saranno ultimi e L'abbiamo fatta grossa