BERLINO – Con il promettente bagaglio di 100 milioni di lettori accumulati in giro per il mondo e l’astuto rilascio – continuo e puntuale – di notizie sulla produzione e il cast, l’arrivo su grande schermo di Cinquanta sfumature di grigio è diventato uno dei momenti più attesi persino di un festival serio e impegnato come la Berlinale. Programmato tra le anteprime della sezione Special, l’adattamento cinematografico del primo romanzo della trilogia sexy di E.L. James esce domani in Italia in oltre 900 copie e con un divieto ai minori di 14 anni. Intanto la capitale tedesca ha visto i fan raccogliersi fin dalle prime ore di questa mattina davanti allo Zoo Palast – dove era programmata la proiezione per il pubblico – mentre decine di giornalisti sono rimasti fuori dallo screening per la stampa, iniziato addirittura in anticipo visto il rapido sold out.
Alla Berlinale sono arrivati la regista Sam Taylor-Johnson, la scrittrice e i due protagonisti Jamie Dornan e Dakota Johnson, scelti dopo un casting lungo e travagliato per diventare il miliardario 27enne Christian Grey, tormentato da un passato doloroso e ora incapace di fare l’amore ma votato al sesso estremo, e la studentessa ingenua e virginale Anastasia Steele, che si lascia affascinare da quest’uomo complicato fino a cedere alle sue richieste di sesso sadomaso.
I due attori – ancora poco conosciuti per le loro gesta cinematografiche ma già star in virtù di questo fortunato casting (la Johnson, tra l’altro, è figlia d’arte di Melanie Griffith e Don Johnson) – sono arrivati a Berlino questa mattina, ma non hanno partecipato ad alcuna conferenza stampa. Sullo schermo, comunque, il loro chiacchierato rapporto tra dominatore e schiava si esprime più o meno come un fotoromanzo pruriginoso, commentato da scelte musicali retrò. Il loro primo incontro è nel lussuoso palazzo della società di lui, dove Anastasia irrompe, intimidita, per intervistarlo in sostituzione della sua amica malata: la prima conversazione è già un trionfo di doppi sensi – “Quindi sei un maniaco del controllo?”, chiede lei. “Esercito il controllo su tutto, soprattutto sulle persone”, risponde lui, mentre gli ormoni visibilmente impazziscono ogni volta che i due si vedono. Ma il primo bacio arriva oltre il ventesimo minuto, mentre l’ingresso nella “stanza dei giochi” in cui Christian tiene tutti i suoi strumenti sadomaso arriva quasi a metà film.
Condito da un pizzico di sana ironia, Cinquanta sfumature di grigio non è, comunque, nemmeno vicino al soft-porno che si poteva immaginare, con la macchina da presa che cambia strada sempre un attimo prima di svelare i dettagli espliciti delle imprese sessuali dei due, e la maggior parte della tensione giocata sulla discussione delle clausole del contratto “di dominazione”. E prima di chiudersi insieme alle porte di un ascensore che separano Ana e James, il film ha lasciato esplodere qualche risata su alcuni dialoghi un po’ troppo pomposi. C’è da scommettere, comunque, che il box office dei giorni di San Valentino risponderà con numeri lusinghieri.
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