Ancora un programma all’insegna della “schizofrenia controllata”, coerente con il “nuovo concetto di Festa-Festival che ha bisogno di moltiplicare la fluidità degli schermi aprendoli a ogni forma di cinema espanso”. Seduto accanto a Giovanna Melandri, presidente della Fondazione MAXXI, Marco Müller presenta così la nuova edizione di CinemXXI, che dall’anno scorso ha preso il testimone e rivoluzionato la celebrata sezione che, fino all’anno precedente, Mario Sesti gestiva sotto l’etichetta di Extra. Oggi Sesti e il resto del comitato di selezione ascoltavano dalla prima fila le linee guida e i dettagli di questo percorso che si snoderà parallelamente al Festival Internazionale del Film di Roma, dall’8 al 17 novembre, nella sala del Museo MAXXI: “Un percorso che sarà Maxxi anche nel senso di XXL, perché ospiterà ogni forma di cinema”, dice Müller, rilanciando così le parole della Melandri: “Con CinemaXXI si rinnova la commistione tra arte e cinema proprio mentre il museo ospita mostre legate alla settima arte. Il senso di questa iniziativa – continua – sta nelle parole di Fellini: ‘Il cinema è un’arte figurativa in movimento’. E questa è una testimonianza felice di come due istituzioni culturali vicine possano unire le forze ottimizzando i budget, essere collaborative anziché competitive”.
E così, nella sala del museo di via Guido Reni scorreranno titoli che vanno dall’apertura con L’amministratore, il documentario di Vincenzo Marra che racconta le giornate di un amministratore di condomini a Napoli, e la prima opera narrativa di Elisabetta Sgarbi, Racconti d’amore (con Michela Cescon, Laura Morante e Andrea Renzi), che è presente anche Fuori concorso con Quando i tedeschi non sapevano nuotare.
Passando per lo sguardo sull’arte creata nei campi di concentramento con Because I Was a Painter di Christophe Cognet a due mix tra cinema, filosofia e teatro come The New Testament of Jesus Christ according to John di Joaquim Pinto all’Orlando ferito di Vincent Dieutre, al ritorno al cinema di ZimmerFrei con Hometown / Mutonia. Non mancano però, come sottolinea il direttore artistico, “grandissimi nomi che realizzano un cinema dalla cifra stilistica diversa, come Jonathan Demme, che con Fear of Falling ha lavorato su un adattamento di Ibsen, e Alexandre Rockwell con Little Feet“.
L’èra dei Duetti – che caratterizzavano, tra le altre cose, la vivace programmazione di Extra – invece è finita, per lasciare il posto ai più tradizionali Incontri: il primo sarà proprio la Master Class con Demme il 10 novembre. A giudicare i 15 lungometraggi e i corto e mediomeraggi di CinemaXXI ci sarà infine una giuria che di nuovo “unisce arte e cinema e mette insieme personalità complesse e contraddittorie” come Larry Clark (presidente, Stati Uniti), Ashim Ahluwalia (India), Yuri Ancarani (Italia), Laila Pakalnina (Lettonia) e Michael Wahrmann (Uruguay).
Infine, a chiudere fuori concorso questo contenitore che vuole “aprirsi a diversi pubblici e stimolare la curiosità”, ci sarà The Seventh Walk dell’indiano Amit Dutta, che indaga il rapporto tra arte, cinema e musica.
"Il preconsuntivo del 2013 - ha dichiarato il presidente Paolo Ferrari - si è chiuso in pareggio, dimostrando una gestione estremamente attenta ai costi e riuscendo contemporaneamente a condurre un’edizione di buon livello"
Gli interventi di Martha Capello, Lidia Ravera, Flavia Barca e Eugenio Patanè
Il ministro: "Siamo disponibili a discutere quelle azioni organiche e coerenti, richieste dal presidente Zingaretti, in grado di garantire il miglior futuro della manifestazione”
Il presidente della Regione Lazio: “Così si rafforzerebbe l'autorevolezza della Fondazione Cinema per Roma. Inoltre maggiore collaborazione con il Festival della Fiction”. La risposta del ministro Bray