”Basta con le lamentele. Il cinema e la fiction italiani godono ottima salute e sono in continua crescita”. A dirlo sono i professionisti del settore, Anica e Fida, riuniti questa mattina a Roma per presentare un progetto di riforma, già nelle mani dell’attuale governo, con il quale si propongono al futuro Parlamento, alcune strategie per rendere più concorrenziale il mercato cinematografico.
Sul tavolo il problema dalla valorizzazione della produzione indipendente e una maggiore attenzione per prodotti come i cartoni animati e i documentari che, nonostante una crescita nei profitti, sono ancora considerati marginali.
Non mancano le proposte tecniche. Prima fra tutte una riforma del finanziamento pubblico per il cinema, nel quale Fida e Anica vorrebbero aprire le porte ai privati, riducendo l’apporto statale al 50 per cento. Il fondo di copertura attuale è del 90%. Altra proposta è quella di creare una forma di incentivazione fiscale che utilizzi le società di investimento mobiliare.
L’ideale sarebbe seguire il modello inglese, che prevede la creazione di fondi di investimento specializzati, tutti i soldi investiti, quindi, sarebbero completamente deducibili dalle tasse. In questo modo i Fondi si trasformerebbero in veri e propri coproduttori, cioè acquisterebbero la proprietà delle opere audiovisive, e ne gestirebbero lo sfruttamento.
Le rivoluzioni fiscali non finiscono qui. La proposta di legge prevede una revisione dell’Irap (la tassa sull’imprenditoria). Il motivo di questo sconto? Alleggerire il carico di imprese che combattono ogni giorno la precarietà del loro lavoro.
E poi una proposta per far crescere ancora il pubblico nei cinema. In questo periodo ad un aumento delle sale è corriposto un aumento degli incassi, esattamente come è già avvenuto in Francia. Buon senso vuole che questo processo non si interrompa e che aprano nuovi multiplex, soprattuto in provincia. Nelle città, invece, è importante difendere le vecchie sale, bacini naturali per quelle produzioni indipendenti che le associazioni vogliono sostenere.
Ultimo, ma non in ordine di importanza, più attenzione alla formazione, per sfruttare al meglio la crescita del mercato che, nei prossimi 3 anni, avrà bisogno di 850.000 figure professionali altamente qualificate.
All’appello erano presenti, tra gli altri: Cartoon Italia, l’Api e l’associazione dei documentaristi. Tutte confederate sotto le ali dell’Anica e della Fida. Assente l’Anec, l’associazione degli esercenti, e l’Anac, l’associazione degli autori.
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