Cinema brasiliano al Mercato di Roma

Si promuoveranno film usciti dopo il maggio 2014 in speciali proiezioni dedicate ai buyers, alcuni dei quali nella selezione del festival


Il Brasile è al centro della nona edizione di The Business Street, il Mercato del Festival di Roma. E’ un focus frutto della partnership tra il festival e Cinema do Brasil, istituzione nata dalla collaborazione tra SIAESP (Sindacato da Industria Audiovisual do Estado de Sao Paulo) e Apex-Brasili (Agencia Brasileira de Promocao de Exportacoes e Investimentos) per incoraggiare la distribuzione delle produzioni brasiliane all’estero. Si promuoveranno film usciti dopo il maggio 2014 in speciali proiezioni dedicate ai buyers, alcuni dei quali nella selezione del festival come Obra di Gregorio Graziosi, When I was alive di Marco Dutra, Trash di Stephen Daldry e Ja visto, jamais visto di Andrea Tonacci, oltre al documentario Jia Zhangke, un gars de Fenyang di Walter Salles.

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29 Settembre 2014

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Marinelli su Festival di Roma

L'assessore alla Cultura, Creatività, Promozione Artistica e Turismo di Roma Capitale annuncia: "Il Festival tornerà alla sua vocazione di Festa"

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Fondazione cinema per Roma, si dimette il DG Mancini

Lascia l'incarico assunto nel 2012 per approdare al Touring Club: Un'opportunità maturata tempo fa e che mi è sembrato corretto mantenere riservata fino ad oggi per non interferire con l'andamento del Festival"

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Wired Next Cinema, pillole di futuro

Bilancio positivo per Wired Next Cinema, la sezione parallela al Festival di Roma dedicata ai nuovi linguaggi dell'audiovisivo. Spunti interessanti dall'illustratrice Olimpia Zagnoli sui formati brevi e le nuove forme di creatività. Tra gli appuntamenti più seguiti, soprattutto dal pubblico di giovani, gli incontri con le star del web Maccio Capatonda, The Pills e The Jackal, tutti alle prese con l'esordio sul grande schermo

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Il sogno a occhi aperti? Fino a qui, tutto bene

Parecchi italiani tra i premiati alla nona edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. Tra loro Andrea Di Stefano, esordiente con Escobar, prodotto all’estero, che ha rivendicato il suo orgoglio di regista italiano formatosi con Blasetti e Sorrentino, e il loquace Roan Johnson che si è definito “un sognatore a occhi aperti. Vedevo che Fino a qui tutto bene procedeva alla grande e mi dicevo ‘magari può andare a un festival e vincere’. Ma poi anche ‘sta’ bonino… un ci pensare. Temevo la mazzata. E invece siamo qui”


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