E’ prevista per il 18 agosto, con 01, l’uscita di Conan the Barbarian, il reboot in 3D del franchise cinematografico iniziato nel 1982 con un kolossal diretto da John Milius e interpretato da Arnold Schwarzenegger. Il nuovo film, che vede alla regia l’esperto in remake Marcus Nispel (Non aprite quella porta, Venerdì 13) e l’atletico e longilineo Jason Momoa nei panni del barbaro cimmero, riparte da zero, narrando nuovamente le origini dell’eroe e facendo piazza pulita di quanto raccontato nei due episodi precedenti. Ma fino a che non arriva in sala, non possiamo dire com’è.
Possiamo però ingannare l’attesa raccontando come avrebbe potuto essere, dato che l’idea di realizzare un Conan 3 risale a più di vent’anni fa.
Facciamo un passo indietro. E’ il 1981. L’attento Dino De Laurentiis fiuta l’affare e acquista i diritti per realizzare un film su Conan il Barbaro, personaggio cardine del genere ‘heroic fantasy’ nato nel 1932 dalla penna dello scrittore Robert Ervin Howard sulle pagine della rivista pulp ‘Weird Tales’, e diventato protagonista di un fumetto di grande successo edito da Marvel Comics, la stessa casa che pubblica Spider-Man e I Fantastici 4. La regia è affidata a John Milius, molto apprezzato per Un mercoledì da leoni ma certo non avvezzo al genere action-eroico. Eppure, l’operazione – supportata da una sceneggiatura di ferro scritta a quattro mani da Milius e Oliver Stone – riesce alla grande. Il film non è per anime candide: fedele ai libri e al fumetto, mette in scena una serie di crudezze che, se da un lato sono molto adatte a un’ambientazione ‘barbara’, dall’altro gli procurano un bel divieto ai 18 in censura. Poco importa, perché gli incassi salgono alle stelle (circa 40 milioni di dollari nei botteghini statunitensi, più altri 50 in giro per il mondo) e il protagonista Arnold Schwarzenegger, ai tempi poco più che un giovanotto iperpalestrato con un buffo accento austriaco, diventa presto una star. Immancabile arriva il sequel, nel 1984. Ma Milius non è disponibile. Lungi dal considerarlo un danno, De Laurentiis, recuperato Schwarzenegger e affidato il timone al mestierante Richard Fleischer, ne approfitta per realizzare un film diverso e, se possibile, ancor più remunerativo. Eliminate tutte le scene di violenza e i riferimenti al sesso, Conan il distruttore è adatto a un pubblico di ragazzi e bambini, e pur deludendo le aspettative dei fan del Cimmero, incassa 31 milioni di dollari in USA e 69 nel mondo, complici gli effetti speciali di Carlo Rambaldi e bizzarre presenze nel cast come quella della cantante pop Grace Jones.
Da allora, si comincia a pensare a un terzo capitolo. Già nell’85 arriva uno pseudo-sequel, Yado, che vede riuniti Schwarzenegger e Fleischer. Ma la vera protagonista è Red Sonja – una statuaria Brigitte Nielsen – che infatti dà anche il titolo originale al film. Questa bella signora è una guerriera amazzone che nei fumetti ha spesso incrociato la spada (e non solo) con il barbaro howardiano. Il film è a tutti gli effetti uno spin-off, ma la cosa più bizzarra è che Schwarzenegger, per motivi contrattuali, non interpreta Conan, bensì un anonimo energumeno chiamato Yado (Kalidor nella versione inglese). Un ruolo marginale, che tuttavia la campagna di lancio italiana cerca di mettere il più possibile in luce, a partire dal titolo, dato il successo che il gigante austriaco riscuoteva ai tempi nel nostro paese. Flop al botteghino, Yado fa sì che i produttori ripensino ben bene all’idea di lanciare sul mercato un vero Conan 3.
Tuttavia, un tentativo viene fatto: tra la metà degli anni ’80 e gli anni ’90 gira per le scrivanie di Hollywood una sceneggiatura chiamata Conan il conquistatore. Dopo qualche tentennamento, Universal si decide a produrlo, ma a quel punto Schwarzenegger è già impegnato con altri progetti. A sostituirlo viene chiamato Kevin Sorbo, volto noto della tv per il ruolo di protagonista nella serie Hercules, che però non se la sente di confrontarsi nella stessa parte con un attore ormai strafamoso e ammirato come Schwarzy. Pur di avere la star, la produzione accetta di modificare la sceneggiatura, che viene adattata a un altro personaggio sempre creato da Howard. Et voilà, Kull il conquistatore è servito.
Per molti anni si è poi vociferato di un ritorno della premiata ditta Milius/Schwarzenegger per quello che avrebbe dovuto essere il ‘vero sequel’, anche nello spirito, di Conan il barbaro. Intitolato King Conan: Crown of Iron, il film avrebbe dovuto trattare degli anni di anzianità del personaggio, nella fase in cui è re. In un paio di occasioni la realizzazione pare vicina, ma poi il progetto viene annullato a causa dell’impegno in politica di Schwarzenegger, a partire dal 2002. L’eredità la raccoglie il film di Nispel, prodotto da Millennium Films, che sembra molto concentrarsi sull’intrattenimento e la spettacolarità, tanto che esce anche in 3D.
Nel suo peregrinare tra un media e l’altro, Conan è approdato anche in TV, in un telefilm a puntate, inedito in Italia, chiamato Conan the Adventurer, interpretato dal culturista Ralf Moeller, e in un paio di serie a cartoni animati.
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