Si è tenuto durante la 77ma Mostra l’evento ‘The Big Reset’ dedicato alla riprogrammazione dei lavori dopo il Covid e il lockdown, soprattutto quelli realizzati nel cuore del cinema italiano, gli Studios di Cinecittà che ora ripartono con slancio dopo il momento di chiusura.
Realizzato in collaborazione con ‘Variety’ e moderato da Nick Vivarelli, ha visto la partecipazione di Andrea Spagna, advisor per marketing e business development di Istituto Luce Cinecittà, Cristina Priarone, presidente di Italian Film Commission, Iole Giannattasio dello staff DG Cinema MiBACT, Luca Tranchino, production designer della serie Domina e Nicola Sganga di CEO Nema FX, che in una suggestiva diretta video ha mostrato come si possano usare le nuove tecnologie come la realtà virtuale, l’Unreal Engine e la costruzione di set digitali in tempo reale per diminuire i costi e permettere di pensare in grande anche alle piccole produzioni.
In particolare si tratta del nuovo progetto degli Studi di Cinecittà: il T6 Virtual Green Studio, primo studio interamente virtuale costruito in Italia, dotato di green screen a 360 gradi e l’utilizzo di tecnologie all’avanguardia per effettuare le riprese virtuali in Real Time.
Il nuovo teatro virtuale degli Studios è progettato per offrire una serie di servizi innovativi che puntano a soddisfare la crescente domanda delle produzioni cinematografiche e televisive internazionali e nazionali nonché quella proveniente dai numerosi altri players dell’industria creativa .Lo studio è pensato per produzioni ad ampio raggio: film, spot, videogames, webseries, produzioni in streaming per eventi corporate ed eventi di intrattenimento “live”.
L’innovazione principale del progetto è nella disponibilità di tecniche di animazione in 3D, il ricorso a set virtuali in Real time, e nella ‘Previsualizzazione (Previz)’ il sistema per cui le immagini digitali 3d riprese dalle videocamere sono visibili immediatamente su schermi al regista, al direttore della fotografia e ai reparti di produzione, senza dover attendere i processi post-produttivi. In modo da lavorare direttamente sulla scena in tempo reale. La tecnologia del T6 Virtual Green Studio introduce l’iperrealismo dell’immagine nelle produzioni.
Inoltre le tecnologie del “Real Time” sono in grado di interagire simultaneamente con ogni movimento di camera sul set poiché si integrano con un avanzato sistema di tracciamento.Nella creazione dei set virtuali le produzioni potranno fare ampio ricorso alla VR (Virtual Reality) per entrare in un ambiente totalmente digitale attraverso l’utilizzo di visori e di ulteriori dispositivi che rispondono alle funzionalità di interazione. Questa tipologia di ambienti digitali può essere creata grazie al know how professionale e specialistico dello studio creativo Nema FX, il team guidato da Sganga, con un’esperienza ventennale nel settore dei VFX e già vincitore di premi e riconoscimenti in ambito nazionale ed internazionale. Una squadra a disposizione costante delle produzioni con il suo know-how e un corredo tecnologico avanzato.
Tra i servizi innovativi che saranno offerti da Istituto Luce-Cinecittà, in partnership con Nema Fx, c’è un sistema di tracking in real time, un sistema di collegamento chrome key in Real Time, riprese con camera VR 360°, postproduzione VR per previsualizzazzione, scansioni 3D e fotogrammetria, modellazione di ambienti 3D a 360°, design e realizzazione di asset digitali ed estensione di set virtuali, design e realizzazione di animatic in 3D e allestimenti virtuali per eventi live.
Con il nuovo T6 Virtual Green Studio saranno molte le produzioni che potranno avvalersi di un “Real Time Engine” Unreal, la tecnologia largamente utilizzata dalle Majors nei maggiori film di animazione.
I vantaggi sono molteplici. Il sistema offre una maggior qualità dell’immagine e migliora le performance produttive degli operatori che ne faranno uso e certamente stimola il miglioramento dei processi di produzione, in quanto determina maggiore efficienza, che si misura anche con la riduzione dei tempi di ripresa con effettivi risparmi. Luce-Cinecittà con la Virtual Reality entra così nelle tecnologie digitali del futuro, fornendo una soluzione economica ed efficiente e una risposta in linea con i progressi tecnologici applicati all’audiovisivo, ma non solo.
Queste considerazioni sono ulteriormente suffragate dalle evidenze dell’attuale contesto storico, fortemente condizionato dalle conseguenze del Covid-19. Come effetto sociale ed economico globale, sarà necessario ripensare i nuovi modelli produttivi e gestionali che non potranno certamente più escludere la necessità di innovare e garantire la massima sicurezza agli operatori.Realizzare progetti innovativi in spazi sicuri di questa portata, come il T6 Virtual Green Screen, vuol dire comprendere che i profondi mutamenti, i riflessi e le nuove congetture che ne conseguono incideranno sulle strategie di sviluppo dei nuovi investimenti che dovranno operare le organizzazioni e le imprese nel settore dell’audiovisivo.Il progetto è in fase di allestimento e sarà disponibile da ottobre 2020.
Il Teatro 6 Virtual Green Studio è destinato alle produzioni audiovisive ed è caratterizzato da ampie superfici attrezzate con pannellature con limbo rigido estese a 360° sui quattro lati per le produzioni video e fotografiche in green screen, in uno spazio con una superficie utile per le riprese di oltre 300 mq.L’unità dello Studio ha una pianta rettangolare con una superficie interna del teatro di 450 mq., che si estende per una lunghezza di 30 mt complessivi (23 mt di Green) ed una larghezza di 15 mq (13,5 mt di Green) con altezza utile a capriata uniforme di 9,70 mt (7 mt di Green).
Tranchino ha poi sottolineato come “Cinecittà possa contare su maestranze storiche e conosciute in tutto il mondo”.Il motto è ‘ricominciare con positività’ e uno sguardo al futuro, tanto che nel video introduttivo la parola ‘futuro’ si sostituisce ‘a sogni’, come a dire “la realtà è qui”. Virtuale, magari, ma c’è.
“E’ un reset autentico – dichiara Spagna – tutti in tutti i settori stiamo cercando di ripartire ma qui è necessario anche un restart mentale, un adattamento al nuovo scenario e alla nuova normalità. La situazione è tutto sommato promettente. L’Italia è stato tra i primi paesi a cadere nella pandemia ma anche il primo a reagire con pragmatismo e decisione. Cinecittà ha ospitato le riprese di grandi nomi come Avati e poi varie trasmissioni come X-Factor e Grande Fratello, anche Valentino vi ha recentemente presentato una collezione. Tutti nel 2020 si sono dovuti bloccare ma ora è come se ci fosse una corsa verso il 2021 e ho recentemente avuto notizie sulla ripresa dei lavori di Natale su Marte, il nuovo film con Boldi e De Sica che sarà realizzato da noi. Durante il lockdown ho letto molto e guardato webinar, la convinzione comune è che ora i viaggi saranno limitati e si useranno meno location, comunque con maggiore accortezza e severità. Ma è proprio qui che ci viene in aiuto la tecnologia, non solo per gli effetti digitali ma anche ad esempio per il location scanning, attraverso dispositivi di Realtà Virtuale che permetteranno di farlo a distanza. Cinecittà è uno studio iconico, con qualche set grande ma anche altri più piccoli che sono usati di soluto per gli shooting o la pubblicità, a cui serve un green screen di supporto. Abbiamo investito molto in post-produzione. Martin Eden è stato lavorato agli Studios. E anche nel restauro, ad esempio de La notte di San Lorenzo, recentemente uscito dalle nostre porte. Se vogliamo competere dobbiamo essere sempre più digitali e tecnologici e cominciare a fare un passo in più verso il filmmaking di domani”.
“Durante il lockdown – dice Priarone – abbiamo lavorato tanto per mantenere i rapporti con i nostri partner nazionali e internazionali sia a livello professionale che istituzionale. Le produzioni in Italia sono tante e grazie a questo sforzo siamo riusciti a mantenerne molte in piedi”.
“Alcune misure prese dal Ministero – spiega Giannattasio – sembrano secondarie perché non direttamente economiche, ma di carattere burocratico, ma si sono rivelate cruciali. Ad esempio c’erano dei vincoli che imponevano che un film, per essere considerato tale e dunque mantenere il denaro di certi fondi, dovesse uscire in sala. Abbiamo cambiato questo aspetto per permettere di proseguire la produzione anche in casi di pellicole che sarebbero uscite su altre piattaforme, essendo le sale chiuse. Inoltre sono stati creati fondi specifici per le sale e per i festival, perché potessero restare in piedi nonostante i danni causati dalla pandemia”.
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