‘Ciao Bambino’, Eros e Thanatos al Rione Traiano

La coraggiosa opera prima del regista napoletano Edgardo Pistone in anteprima nella sezione Freestyle della Festa del Cinema di Roma


“Il film ha radici antiche, è un po’ il tentativo di mettere ordine su delle cose che non mi tornavano”.

Così Edgardo Pistone racconta come è nato Ciao Bambino, il suo esordio dietro la macchina da presa presentato il 25 ottobre in anteprima nella sezione Freestyle della Festa del Cinema di Roma, prodotto da Bronx, Anemone e Mosaicon Film, con Minerva Pictures Group e realizzato con il sostegno del Mic – Direzione generale Cinema e audiovisivo e Regione Campania – Fondo Cinema e Audiovisivo,  in collaborazione con Film Commission   Regione Campania.

Girata in un appropriatissimo bianco e nero, la storia è scritta e sceneggiata dallo stesso regista con Ivan Ferone, e vede nel cast giovanissimi attori scelti in un lungo e accurato street casting: Marco Adamo, Anastasia Kaletchuk, Luciano Pistone, Pasquale Esposito, Salvatore Pelliccia, Sergio Minucci, Luciano Gigante, Attilio Peluso, Antonio Cirillo e Rosalia Zinno.

“La regola per cui un autore deve raccontare solo quel che conosce bene in questo caso era valida solo parzialmente, perché il rapporto con i nostri affetti, i nostri luoghi, e soprattutto con i nostri genitori, ha sempre e comunque molti misteri…”, continua il regista. “Io speravo con questo film di metterli in chiaro, quando in realtà si è solo ingarbugliata la vicenda. In un momento di grande nevrosi, ho voluto raccontare questa storia quasi come fosse una forma terapeutica, con la speranza che potesse mettere ordine alle domande che continuavo a farmi…  poi in realtà per me è stata fallimentare. La sceneggiatura, invece, scritta con Ivan (Ferone, ndr), è stata anche facile scriverla, poi però io ho dovuto fare un lavoro sul dolore e sul pudore per mettere in scena alcune cose che mi riguardavano in prima persona… alla fine però sono molto contento del film”.

La storia

L’estate volge al termine, quando Attilio, un ragazzo diciannovenne che vive al Rione Traiano, una zona popolare di Napoli, viene incaricato di proteggere una giovane prostituta ucraina. Attilio, senza poterlo ammettere, se ne innamora perdutamente. Quando però il padre esce dal carcere, deve ripagare un debito consistente, e Attilio si trova a dover scegliere tra l’amore per la ragazza e quello per il padre, mettendo in gioco la sua libertà e la sua vita.

 

Il cast

“Il mio personaggio non è stato difficile a livello d’interpretazione, perché non è un ragazzo molto lontano da me…”, racconta Marco Adamo (Attilio): è un ragazzo di strada che vive i disagi che viviamo ogni giorno nei nostri quartieri. Più che altro è stato pesante fare il protagonista, essendo la mia prima esperienza… io sono stato preso per strada per questo film, stavo andando a comprare il detersivo e ho incontrato le persone che facevano casting, mi hanno fermato e mi hanno chiesto se potevano farmi delle foto ed avere il numero di telefono, cercavano un prototipo. Poi da cosa nasce cosa, da provino a provino, molti, molti provini… il terzo provino l’ho fatto con Anastasia, lei già era stata scelta e io lo sapevo…. È stato tutto molto bello e spero mi ricapiti, perché mi piacerebbe fare l’attore”.

“Comunque è vero che cercavamo un prototipo, ma in realtà avevamo le idee ben chiare su cosa cercavamo”, ci tiene a precisare Pistone: “dei ragazzi belli, perché in controtendenza alla narrazione che si fa su questa tipologia di film, io cercavo la bellezza, e loro sono bellissimi. E io da regista cercavo anche la tenerezza, che a quell’età è una cosa da cui si fugge, ma loro invece ce l’avevano, e l’hanno portata nei due personaggi”.

“Tutto il processo è stato mitico quanto il film stesso, perché abbiamo vissuto il cinema prima ancora di vivere tutte le riprese”, racconta la biondissima Anastasia Kaletchuk (Anastasia). L’idea di Edgardo mi è rimasta nel cuore dal primo momento che ci siamo conosciuti… il secondo provino l’ho fatto con Marco (Adamo, ndr) ed è stata l’unica persona che ha avuto il genio di interagire: noi non siamo attori, quindi era difficile creare qualcosa dal nulla, però con Marco ci siamo capiti bene fin dall’inizio, dal primo provino, poi il secondo, il terzo… ne abbiamo fatti tantissimi. Siamo stati davvero privilegiati nel poter iniziare in questo modo: non con qualcuno che ti dice ‘fai questo’, ma con qualcuno che ti da tutta la libertà di giocare, di esplorare, di capire cos’è il tuo personaggio: Edgardo non è assolutamente autoritario, è molto creativo, sensibile, empatico, quindi ci siamo divertiti più che aver lavorato, penso per Marco sia stato lo stesso”.

La scelta della (non) ambientazione: il Rione Traiano

“Il Rione Traiano si presta perfettamente ad essere un luogo anonimo, un non luogo”, spiega ancora il regista: “ha questa architettura sul modello delle periferie americane, che tutti da spettatori siamo abituati ad associare ai  paesaggi di periferia degli anni 60’ 70’… La difficoltà è stata quella di restituire un immagine che fosse un po’ irreale, per me era importante raccontare questo vuoto cosmico, dove non ci sono bar, dove due ragazzi per mangiarsi un panino lo devono mangiare sul ciglio della strada. E il vuoto esteriore è il riflesso di un vuoto interiore, come comunicano i paesaggi emotivi con i paesaggi esteriori: in questo senso il bianco e nero ci ha aiutato molto, poi con la scenografa abbiamo provato a svuotare sempre di più. La rappresentazione di questa tipologia di film è sempre legata al poverismo, che a me interessa fino ad un certo punto: mi interessa molto di più la poesia di un incontro, l’incertezza di un ragazzo nei confronti di una ragazza. Non mi interessava raccontare la cosa da un punto di vista socio culturale, mi interessavano più gli elementi poetici della vicenda”.

 

Il tema dell’eredità

“La prima idea del film era mettere in relazione un adolescente con il concetto di eredità”, racconta Pistone: “non solo un’eredità padre figlio, ma anche un’eredità sentimentale, con l’incontro del primo amore, poi un’eredità sociale e politica… la relazione tra l’individuo e l’età conta in questo caso, perché gli adolescenti lottano con la paura di diventare quello che non vogliono essere e il desiderio di ciò che vogliono diventare, dove il destino gioca le carte al posto del giocatore: in questo senso mi sembrava un accostamento che potesse dare al film un imprevedibilità interessante. Anche sul finale ci siamo interrogati moltissimo con Ivan e i produttori, se dovesse essere negativo o positivo. Poi, mentre stavamo mettendo assieme il film, è morto un ragazzino: oggi presentiamo il film e ieri ne è morto un altro. Noi viviamo in una città, ma anche in una nazione, e questa cosa la dobbiamo dire, perché se succede a Napoli succede in Italia: ieri è morto un altro ragazzo di 15 anni, incensurato:  sparato non si sa da chi, e questa cosa va detta. E nel nostro film questa cosa c’è”.

 

Ciao Bambino

Soggetto e sceneggiatura Ivan Ferone | Edgardo Pistone / Regia Edgardo Pistone / Fotografia Rosario Cammarota / Montaggio Giogiò Franchini  / Costumi Antonella Mignogna / Scenografia Marcella Mosca / Fonico Antonio Caspariello / Musica K -Conjog

Cast

Marco Adamo, Anastasia Kaletchuk, Luciano Pistone, Pasquale Esposito, Salvatore Pelliccia, Sergio Minucci, Luciano Gigante, Attilio Peluso, Antonio Cirillo, Rosalia Zinno.

Una produzione Bronx Film – Anemone Film – Mosaicon Film – Minerva Pictures Group  – Anno 2024  Nazionalità italiana  Durata 95’ – Colore bianco e nero – Lingua italiano / dialetto napoletano – Genere drammatico

 

 

autore
25 Ottobre 2024

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