Il fascino di Cinecittà, fabbrica dei sogni, nella vulgata, ma oggi anche fucina di idee artistiche innovative è stato al centro della conferenza che Chiara Sbarigia ha tenuto al Palazzo delle Pietre, dimora del Quattrocento divenuta una residenza di lusso. Con FraMmenti Club la splendida location a un passo dal Pantheon ospita incontri dedicati a conoscere la Città Eterna da diverse e anche inedite prospettive, “alla scoperta del visibile e dell’invisibile per capire i tesori nascosti di Roma che spesso noi stessi non sappiamo raccontare”, come dice con convinzione la mecenate e padrona di casa Patrizia Mazzi.
Il primo incontro di MYROMA è dedicato proprio a un “tesoro” di Roma, Cinecittà, attraverso le parole e l’entusiasmo della presidente Chiara Sbarigia che ha dialogato con Clara Tosi Pamphili davanti a una platea molto partecipe: tra gli ospiti anche il costumista Carlo Poggioli, presidente della ASC, l’Associazione Italiana Scenografi, Costumisti e Arredatori che proprio a Cinecittà ha sede. Per Clara Tosi Pamphili “Cinecittà fa parte di un’identità romana concreta, perché la nostra industria è il cinema. Chiara Sbarigia ha aperto gli studi di Via Tuscolana a progetti culturali e artistici, dalla performance di Vanessa Beecroft al felliniano Teatro 5 ai dipinti algoritmici di Quayola al tecnologico Teatro 18. Queste iniziative hanno portato lì tantissime persone”. Mentre in altre location, da Palazzo Poli alla Centrale Montemartini all’Auditorium Parco della Musica, sono state realizzate mostre come La memoria delle Stazioni, I mondi di Gina e Architetture inabitabili.
“Tre anni fa, quando sono arrivata a Cinecittà, ho iniziato un lavoro di ricerca e ho capito la ricchezza di quel luogo. L’Archivio non è solo legato al Ventennio fascista, ma racconta tanto altro. Ho pensato fosse inutile fare dei DVD che pochi vedevano, così è nata l’idea dei podcast anche grazie a un suggerimento di mio figlio. Mario Calabresi è rimasto affascinato dalla proposta e abbiamo trovato un pubblico nuovo”.
E ancora l’attenzione al mondo dell’arte contemporanea coinvolgendo artisti e soprattutto artiste, per esempio la fotografa Silvia Camporesi. “Vanessa Beecroft – racconta Sbarigia – è venuta a Cinecittà insieme ai suoi figli, girava per i viali ed era colpita da cose che non avresti detto, come le pecore che pascolano sotto gli acquedotti o un albero di ulivo. Poi al Teatro 5, il teatro di Fellini, ha avuto questa intuizione di portare trecento modelle per la performance più grande della sua carriera. Oggi il lavoro di Vanessa è conservato al Miac Museo Italiano dell’Audiovisivo e del Cinema con i video della sua opera. Anche Quayola ha tratto ispirazione dai materiali dell’Archivio, in particolare le immagini del folclore, per poi rielaborarle anche grazie all’Intelligenza Artificiale”.
C’è curiosità attorno al recente compleanno di Sophia Loren, festeggiato con la consegna della prima Chiave di Cinecittà (“si è commossa vedendo L’oro di Napoli, l’episodio della piazzaiola di cui è protagonista”), a novembre Sophia sarà omaggiata negli Stati Uniti. Roma è donna? chiede Clara Tosi Pamphili. “Non direi, non mi sono sentita accolta o sostenuta, pensiamo al fatto che le donne tra i Cavalieri del lavoro sono solo il 13%. Oggi riusciamo a conquistare spazi e lo facciamo anche con iniziative come Un altro genere di leadership, l’appuntamento sull’empowerment femminile che tornerà a dicembre 2024 dopo l’edizione del 2023. In quell’occasione Paola Minaccioni farà un monologo su Anna Magnani. Le donne scontano anche uno stile meno aggressivo nel proporsi, penso a Lia Rumma, la più grande gallerista italiana, che parla di sé con estrema semplicità. Ma le cose stanno cambiando come segnala la scelta di Vermiglio per gli Oscar”.
Tra i temi toccati nella lunga chiacchierata informale, quello dei laboratori di formazione di Cinecittà, finanziati dal PNRR e gratuiti, che sono dedicati ai mestieri del cinema, dalle professioni legali alla falegnameria agli effetti speciali e digitali. Poi i restauri, uno dei punti di forza della società. “Alla Festa del cinema di Roma portiamo Vito e gli altri opera prima di Antonio Capuano, insieme ad Alice nella città, che lo mostrerà ai ragazzi delle scuole, mentre alla Mostra di Venezia avevamo L’oro di Napoli come preapertura. Con i restauri riusciamo a far vedere i classici sul grande schermo. C’è grande interesse dei giovani, come ha dimostrato il successo della serie di film di Dario Argento proposti questa estate nelle sale e che hanno fatto il secondo miglior incasso del periodo estivo”.
Tra le novità la commedia a episodi girata da sette registi (Michela Andreozzi, Massimiliano Bruno, Claudia Gerini, Edoardo Leo, Francesca Mazzoleni, Rocco Papaleo, Sydney Sibilia) per il centenario dell’Archivio Luce, Cento di questi anni che sarà presentata alla Festa di Roma. “Nell’Archivio questi sette autori hanno trovato cose bizzarre che hanno rielaborato nel loro stile”. Mentre a novembre alla GNAM si inaugura una mostra sull’Autostrada del Sole e nel 2025 anche la danza entrerà a Cinecittà.
Last but not least, i teatri. “Stiamo costruendo studi molto grandi per attrarre grandi produzioni. Quando Ted Sarandos, il ceo di Netflix, è venuto a Cinecittà questa estate era molto colpito proprio dalle dimensioni”.
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