Chi si ricorda di Carlo Borghesio?


Ladri di biciclette“Micromega”, rivista nota per le sue importanti battaglie culturali e politiche, ha gettato un sasso nello stagno del cinema italiano con un “almanacco” (diverrà un appuntamento annuale) che raccoglie interventi di registi, attori, produttori… Da questa iniziativa è nata anche l’idea di un dibattito ospitato ieri sera dalla Casa del Cinema che ha richiamato almeno tre generazioni di cineasti, da Daniele Vicari e Paolo Sorrentino a Vittorio De Seta e Ugo Gregoretti passando per Cristina Comencini, Marco Tullio Giordana e Marco Bellocchio. Coordinata da Mario Sesti, la discussione voleva portare un contributo alla riforma del settore: purtroppo il ministro Francesco Rutelli era impegnato altrove, a Fiuggi alla Festa dell’Udc. Tuttavia per lettera ha ribadito l’impegno del governo ma anche la penuria di risorse, mentre al DG Cinema Gaetano Blandini è toccato il compito di replicare a Paolo Benvenuti, uno dei più “irregolari” tra i cineasti italiani, che si è visto rifiutare il finanziamento per un suo progetto su Giacomo Puccini per “scarso punteggio”. “Il film ha il sostegno della Fondazione di Torre del Lago e dovrebbe essere pronto per il 2008, a centocinquant’anni dalla nascita del compositore, ma non ha i requisiti idonei sulla base della Legge Urbani: il protagonista è uno sconosciuto, la produzione non è abbastanza forte. In più sono stato rimproverato di voler fare un film muto, senza dialoghi”. L’autore pisano ha affidato la sua rabbia a una lettera aperta al ministro Rutelli.

 

“Mi auguro che il sistema del punteggio automatico venga eliminato – ha replicato Blandini – anche se non è questo il vero problema, il vero problema sono le risorse, passate da 74 mln € nel 2005 a 43 mln € nel 2006”. Blandini ha anche sottolineato come siano stati comunque approvati 35 film di interesse culturale nazionale di autori come Monicelli, Ferrario, Ozpetek, Soavi, Sciarra, Olmi, Crialese, Milani, Zanasi. E se Angelo Barbagallo spezza una lancia a favore del decreto Urbani, che con tutti i suoi limiti “è servito a fermare l’assistenzialismo e l’assalto alla diligenza”, c’è forte consenso sulla necessità di una nuova legge che dia valore alla sperimentazione e alla ricerca di nuovi linguaggi.

 

Tema su cui si è soffermato con molta energia il critico Adriano Aprà , ricordando come La terra trema o Germania anno zero abbiano incassato ben poco all’uscita in sala. “All’inizio la qualità è commercialmente perdente. L’eroe della strada di Carlo Borghesio è stato un grandissimo successo nel ’48, l’anno di Ladri di biciclette, ma oggi chi se ne ricorda più?”. Aprà denuncia una deriva culturale che riguarda anche chi di mestiere dovrebbe guardare in alto: la disattenzione dei quotidiani per Quei loro incontri di cui si è parlato solo per le dichiarazioni polemiche degli autori: “Straub e Huillet hanno vinto un Leone per l’innovazione spiazzando molti critici”. Secondo Serafino Murri, filmaker, saggista e consigliere di Filmitalia, “non ha senso mettere gli autori di un certo tipo a confronto con il mercato” ed è fondamentale rilanciare il pluralismo perché “esistono differenti mercati e diversi pubblici”. Carlo Lizzani insiste sui temi della comunicazione: “Abbiamo talenti straordinari ma non fanno massa. Perché Benigni e Moretti non si incontrano, non scrivono una cosa insieme?”. Vieri Razzini allarga ulteriormente la prospettiva: “Questo è un paese dove esistono larghe percentuali di analfabetismo di ritorno, ma la cosa non sembra preoccupare quanto dovrebbe”.

 

Spetta infine a Francesco Maselli ricordare come gli autori si stiano impegnando al massimo (a Venezia si è tenuto un seminario a porte chiuse che sarà presto replicato) sui temi della riforma. “La volontà politica nell’Unione c’è, ma ci sono anche segnali preoccupanti, come la ventilata conferma di Alberoni alla presidenza di un Centro Sperimentale giunto alla paralisi quasi totale”. L’ha denunciato fortemente una rappresentante della Cgil ricordando come quest’anno l’unico corso in programma sarà quello di recitazione tenuto da Giancarlo Giannini. “Autori – ha detto la sindacalista – riprendetevi il CSC”.

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15 Settembre 2006

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