Siamo gli unici, tra le organizzazioni politiche e sociali della sinistra italiana, a poter celebrare il centenario, dicono alla Cgil con orgoglio. Un compleanno, che festeggeranno il 30 settembre, anche grazie al cinema: il più grande sindacato italiano ha messo infatti al lavoro diversi registi, tra cui Gianfranco Pannone (Latina Littoria) e Marco Simon Puccioni (Quello che cerchi). I due cineasti, amici da lungo tempo e insieme anche nell’associazione Ring, hanno realizzato un documentario di 90 minuti intitolato Cent’anni della nostra storia. Dopo l’anteprima a maggio al festival di Terni, il film è stato proiettato ieri sera alla Casa del Cinema di Roma, presenti tra il pubblico gli assessori Vincenzo Vita (Provincia) e Giulia Rodano (Regione), mentre Guglielmo Epifani ha visto finora solo un premontato.
Il film, costruito in ordine cronologico con un uso massiccio di splendidi materiali di repertorio (le fonti sono Istituto Luce, Rai Teche, Cine Fiat, Archivio Audiovisivo del Movimento Operaio e Democratico) punta tuttavia soprattutto sull’aspetto umano della militanza. Con le testimonianze, introdotte da Vittorio Foa, di una trentina di iscritti al sindacato, uomini e donne, anziani e giovanissimi, tessili o metalmeccanici, braccianti o operatori di un call center.
I due autori hanno percorso l’Italia, da Cerignola a Torino, da Trieste a Roma, fotografando un paese reale impegnato nella difesa dei diritti e della dignità, dell’orario e del salario, ma anche della libertà di parola e di associazione. “Un’esperienza appassionante – dicono i registi – perché lungo il percorso che ci ha condotto dal Nord al Sud abbiamo incontrato testimoni appassionati e commoventi, che ci hanno restituito l’orgoglio di essere di sinistra. In questi giorni così difficili, in cui la società civile e parte del mondo politico invocano una riforma che sia prima d’ogni cosa morale, le testimonianze dei giovani e anziani militanti ci permettono ancora di sperare in una società più giusta e pulita”.
Braccianti pugliesi, operaie tessili di Biella, tranvieri romani, contadini meridionali emigrati a Torino negli anni del boom per scoprire la nebbia e la catena di montaggio, portuali triestini spediti a casa dalla meccanizzazione, extracomunitari sottopagati compongono una storia delle lotte del lavoro che va parallela alla storia d’Italia. Dal fascismo alla Resistenza, dai carri armati sovietici in Ungheria alla caduta del Muro. Il racconto, via via che il secolo scorre, finisce per toccare anche gli snodi della contemporaneità, dal movimento no global alla difesa dell’articolo 18. Così il presente ha un retrogusto amaro. “I nostri padri – riflette uno dei lavoratori intervistati – sapevano di poter sperare in un futuro migliore per i propri figli; noi non più, sappiamo che chi ha meno di quarant’anni è destinato al precariato e all’insicurezza. Loro, i giovani, sono più poveri di noi”. Grande libertà hanno chiesto Pannone e Puccioni alla Cgil. “Qualche timore c’era, soprattutto quando la storia del sindacato s’intersecava con la storia della sinistra con le sue contraddizioni, ma in ogni caso non volevamo fare un documentario celebrativo. Oltre alle luci era importante mostrare anche le ombre”. Il film, che merita una visione attenta, è stato acquistato da Rai Cinema che lo distribuirà in dvd insieme alle opere sul sindacato di Vicari e Medioli.
Frattanto Marco Puccioni ha iniziato le riprese del suo nuovo film, Riparo, con Maria de Medeiros come protagonista. Il film, che ha come sottotitolo Anis tra di noi, è la storia di un ragazzo maghrebino che arriva in Italia clandestinamente infilandosi nell’auto di due donne in viaggio in Tunisia, che sono appunto Maria de Medeiros e Antonia Liskova. Riparo è prodotto con il contributo del Ministero, di Eurimages e della Rai da Mario Mazzarotto. Pannone sta invece lavorando a un documentario in tre parti che si intitola Cronisti di strada: quattro storie di giovani giornalisti che si intrecciano nella Napoli di oggi. “Un’occasione per raccontare senza retorica e facili folklori, le luci e le ombre di una città, che dopo anni di speranza, è tornata anche in seguito a una brutta ‘guerra’ di camorra a interrogarsi sui propri annosi problemi. Prodotto da Ready Made per Raitre, il film è scritto da Pannone con Paolo Santoni.
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