Céline Sciamma e le ragazze della banlieue aprono la Quinzaine

E la Carrosse d'Or rende omaggio allo scomparso Alain Resnais


CANNES – “Nella vita si cambia continuamente, di giorno in giorno, nessuno di noi è una cosa sola, e io volevo rappresentare proprio questa pluralità, raccontando diverse identità con una grande energia”. Acclamata alla Berlinale 2011 per Tomboy, Céline Sciamma apre la Quinzaine Des Réalisateurs 2014 con Bande de filles (Girlhood), racconto di formazione immerso nella banlieue parigina, che attinge suggestioni da L’odio per il “cinema di periferia” e da La schivata per il veristico ritratto adolescenziale, ma prende una strada molto personale verso La vita di Adele, nuovo film chiave del cinema transalpino.

Applauditissimo al debutto sulla Croisette, Bande de filles segue Marieme (la convincente Karidja Touré), la cui vita da 16enne è un percorso a ostacoli verso l’affermazione di se stessa in un contesto in cui pullulano i divieti. Decisivo è l’incontro con la “bande de filles” (Assa Sylla, Lindsay Karamoh e Marietou Touré) con cui condivide la sua esplosione di vitalità e le trasformazioni della crescita sotto forma di chiacchiere, balli, confronti. “Il fatto che tutte le mie protagoniste siano nere è certamente un gesto politico – ha detto la regista – ma volevo seguire i percorsi e le incertezze di un gruppo di ragazze cercando l’ambiguità. Le mie eroine sono come uno spazio bianco, tutto da scrivere, che man mano diventa indimenticabile quando Marieme attraversa più identità: all’inizio è infantile, poi ha i capelli lisci come segno di femminilità, infine assume caratteristiche mascoline. È un personaggio stratificato”.

Le protagoniste di Bande de filles sono tutte attrici non professioniste, “scelte per la capacità di improvvisare ma anche per quella di recitare una sceneggiatura molto scritta”, ha speigato la Sciamma, che ha realizzato un “cinema di banlieue” ma girato con la steadycam, catturando le emozioni da vicino con molti primi piani a camera fissa e una decisa volontà di stilizzazione che passa per l’uso intenso di colori forti e primari.

E nel giorno in cui si inaugura questa 46/a edizione della Quinzaine des Réalisateurs la Carrosse d’Or – il riconoscimento che ogni anno la società dei registi assegna a un suo pari – va al compianto Alain Resnais, che viene ricordato con la proiezione di Le Chant du styrène e Providence, rispettivamente un cortometraggio di 14 minuti sulle materie plastiche e il film del 1977 con Dirk Bogarde ed Ellen Burstyn.

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15 Maggio 2014

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