Caterina Forza: “Guardando ‘Prisma’ i giovani finalmente possono dire: noi siamo così”

L'attrice romana, 25 anni, è tornata a interpretare Nina nella seconda stagione della serie young adult di Ludovico Bessegato, disponibile su Prime Video

Caterina Forza: “Guardando ‘Prisma’ i giovani finalmente possono dire: noi siamo così”

Il primo set per Caterina Forza è stato a 6 mesi, nel passeggino. Insieme alla mamma era andata a trovare il padre, il direttore della fotografia Roberto Forza, mentre erano in corso le riprese de I cento passi di Marco Tullio Giordana. Da quel momento più volte ha vissuto l’atmosfera di un set, è stata «rapita dal fascino di un luogo magico e sconosciuto», fino a metterci piede come attrice.

Il suo debutto al cinema è stato nel 2021 con 3/19 di Silvio Soldini. Poi è arrivata Prisma, serie young adult di Ludovico Bessegato, ora alla sua seconda stagione, disponibile su Prime Video. L’attrice romana, 25 anni, nella serie interpreta Nina, ragazza lesbica che vive le incertezze della sua età. «Nina è dolce, vera, aiuta sempre tutti, senza pensare troppo a se stessa», racconta Forza a CinecittàNews.

Caterina, com’è stato tornare a interpretare questo personaggio?

Dalla fine della prima stagione all’inizio della seconda, sono passati due anni, mentre nella serie appena tre settimane. Io sono cambiata molto, sono cresciuta di età, ma anche interiormente. Riprendere in mano Nina non è stato facile. Mi sono rivista tutta la prima stagione e partendo da lì sono tornata a interpretarla. Se nella prima stagione abbiamo visto la sua delicatezza, ora vediamo la sua fragilità. Per creare Nina ho anche incontrato e parlato con molti ragazzi gay, che hanno voglia di essere ascoltati e raccontati. E questa serie sostiene e parla di una comunità.

Prisma racconta trasversalmente il mondo dei giovani, le loro paure, fragilità e perplessità. 

Quanto lo letto la prima volta la sceneggiatura ho pensato fosse una serie teen come le altre, poi mi sono accorta che faceva la differenza. I ragazzi di oggi guardando i protagonisti non dicono: vorremmo essere come loro. Ma: anche noi siamo così. E questo è importantissimo, anche per aiutare i giovani a prendere coraggio per affrontare certe situazioni. I ragazzi si rispecchiano nelle storie dei nostri personaggi (interpretati, tra gli altri, da Mattia Carrano, Lorenzo Zurzolo e Chiara Bordi, ndr). Non passa un giorno che non ci arrivino dei messaggi di ringraziamenti da parte di ragazzi. Uno degli aspetti più belli del mio mestiere.

Quando hai scelto di fare l’attrice? 

Non c’è stato un giorno in cui ho detto voglio fare questo nella vita. Mi ci sono avvicinata in modo graduale. Sono cresciuta sui set. A 6 mesi ero su quello de I cento passi di Marco Tullio Giordana. Ero andata con mia madre a trovare mio padre. Quello è stato il mio primo set, vissuto senza consapevolezza. Poi crescendo di film ne ho visti realizzare tanti altri.

E a un certo punto hai deciso di voler recitare anche tu?

Alle medie ho iniziato a fare corsi di teatro. Poi al liceo, mentre cercavo di capire cosa fare nella vita, ho sentito in me crescere la passione per la recitazione. Ho iniziato a studiare seriamente e fare provini.

E oggi a che punto sei?

All’inizio degli inizi. Sono curiosa del futuro, ma anche preoccupata. Il nostro è un lavoro precario. Un amore non corrisposto la maggior parte delle volte, non c’è una stabilità, ho sempre il terrore che le cose vadano male. È importante mantenere i piedi per terra, anche per non rovinare la passione per questo mestiere. Ora sto aspettando una serie di risposte, ma in qualche modo continuo a lavorare, anche senza entrata economica. Faccio corsi e workshop, e la stessa osservazione del mondo intorno a noi è una grande formazione. 

Con quale regista ti piacerebbe lavorare?

Sicuramente con Giordana, con il quale c’è un legame prima di tutto affettivo, ma lo timo moltissimo come artista e regista. I sogni nel cassetto sono sempre tanti e difficili. Chissà, piano piano vado avanti. Crescere su un set mi ha aiutato anche a capire come funziona il backstage, chi fa cosa. Perché un film o una serie sono un lavoro di gruppo. In un film ho collaborato anche come co-autrice di una canzone. Una passione quella per la musica che oggi tengo per me e fa parte delle mie giornate. In fondo, ogni arte è sempre collegata a un’altra.

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09 Giugno 2024

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