La terza stagione di Vita da Carlo evoca più volte un ritiro dal grande schermo per il popolare attore e regista romano. Ma lui smentisce con convinzione: “Lasciare il cinema? Mai! Il 14 novembre inizio la quarta stagione di Vita da Carlo e poi finalmente torno sul set, è stato un periodo lungo di fermo dettato dai tempi del Covid, perché il pubblico ha disertato le sale, tranne che per pochi titoli. Adesso voglio chiudere bene questa tetralogia e mi piacerebbe avere dei momenti più lunghi di pausa, ma bisogna stringere i denti, l’importante è avere sempre entusiasmo”.
E continua: “È più difficile far ridere, il politicamente corretto insieme a un certo cinismo del pubblico, che è meno disposto al buon umore, hanno complicato le cose. Devi stare attento a quello che scrivi. E se alcune attenzioni sono sacrosante, altre sfiorano il ridicolo. Abbiamo perso un sacco di pomeriggi perché non sapevamo come uscire da una situazione facendo ridere e prendendo in giro qualcuno, ma non si poteva. Oggi abbiamo tantissime commedie però non riescono a portare il pubblico al cinema. Paola Cortellesi è riuscita in un film strano come C’è ancora domani, a far sposare le due cose, la riflessione e il divertimento, con un gruppo di attori molto bravi. Ci vorrebbe più coraggio dei produttori e un maggiore sforzo dei registi. Abbiamo tanti attori buoni e i ventenni sono straordinari, alcuni vengono da Centro Sperimentale, altri dalla Volontè, abbiamo fatto i provini per la quarta stagione e non ce n’era uno di sbagliato. Questi ragazzi hanno un bel futuro come ha dimostrato anche Gabriele Muccino che ha fatto un film con attori sconosciuti tutti bravissimi”.
La serie, presentata alla 19ma Festa del cinema di Roma, andrà in onda su Paramount+ dal 16 novembre. Prodotta da Luigi e Aurelio De Laurentiis, è scritta da Verdone con Pasquale Plastino e Luca Mastrogiovanni, diretta da Verdone con Valerio Vestoso, e ripercorre in chiave di sit-com tanti episodi della vita del comico, tra pubblico e privato. “Ho cercato di metterci molto di me stesso, come mi muovo, come agisco con gli altri, anche il mio essere un po’ sgraziato”, dice. Idea centrale di questa terza stagione è che Carlo venga chiamato a dirigere il Festival di Sanremo. “Un’idea venuta a Plastino e Mastrogiovanni perché è l’ultima cosa al mondo che vorrei fare, ma loro affermano che più sono in difficoltà e meglio rendo”.
Nel primo episodio vediamo Verdone stanco di Roma e del cinema, pronto a cambiare vita. Ma arriva una dirigente Rai e gli propone il palcoscenico dell’Ariston. “Io comincio a litigare con i cantanti, tra cui Gianna Nannini, e capisco che la mia autonomia è molto limitata”. Poi ci sono le vicende personali: la ex moglie (Monica Guerritore) che soffre di solitudine, la domestica (Maria Paiato) fissata con il cibo esotico e ludopatica, la figlia (Caterina De Angelis) in carriera e che litiga con il compagno, mentre Giovanni Esposito è l’amico esperto di Sanremo che gli dà una mano. Tra le new entry Ema Stokholma nei panni di se stessa e Maccio Capatonda in quelli di un artista bipolare. Tra le guest star Zucchero Fornaciari, Nino D’Angelo, Serena Dandini, Roberto D’Agostino.
Ma Verdone lo farebbe, il festival di Sanremo? “Non me lo hanno mai proposto, solo una volta mi hanno chiesto di affiancare il conduttore ma ho declinato. Invece ho fatto tre giurie all’Ariston ed è stato molto faticoso, ha sempre vinto quello che speravamo non vincesse, non ci tornavano i conti oppure qualcuno di noi ha tradito all’ultimo momento”. E aggiunge: “Non è il mio lavoro, sotto tortura lo farei ma non sarei felice. Non ho i trucchi del mestiere di Conti, Amadeus e Bonolis. E’ difficile eccitare il pubblico da conduttore e a me verrebbe finto, sarei un manichino”.
Infine Ema Stokholma loda l’atteggiamento di Carlo con le donne: “Le ha sempre valorizzate, con lui ci si sente alla pari e anche protagonista. L’importante è che il maschio sappia valorizzare una donna per quello che sa fare e non per il suo aspetto”.
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