Sarà l’attrice belga Lubna Azabal, affiancata da Marie-Castille Mention-Schaar, Paolo Moretti, Claudine Nougaret e Vladimir Perišić, ad assegnare la Palma d’oro al cortometraggio e i 3 premi ‘La Cinef’, la selezione del Festival di Cannes dedicata agli studenti di cinema. La premiazione si terrà sabato 25 maggio, durante la cerimonia di chiusura del 77° Festival di Cannes.
Selezionati tra 4.420 film, quest’anno verranno presentati in Concorso 11 cortometraggi, provenienti da 10 Paesi: Azerbaigian, Brasile, Canada, Cina, Croazia, Francia, Kosovo, Lituania, Portogallo e Stati Uniti.
Ecco i titoli: Volcelest di Éric Briche (Francia – 15’), Ootidė di Razumaite Eglė (Lituania – 9’), Sanki Yoxsan di Azer Guliev (Azerbaijan/Francia – 15’), Les belles cicatrices di Raphaël Jouzeau (Francia – 15’), Rrugës di Samir Karahoda (Kosovo – 15′), Across the waters di Viv Li (Cina – 15′), Perfectly a strangeness di Alison McAlpine (Canada – 15′), Tea di Blake Rice (Stati Uniti – 12′), Amarela di André Hayato Saito (Brasile – 15′), The man who could not remain silent di Nebojša Slijepčević (Croazia/Francia – 13′), Bad for a moment di Daniel Soares (Portogallo – 15′).
Per la sua 27esima edizione La Cinef ha selezionato 18 cortometraggi (14 live-action e 4 di animazione) tra i 2.263 presentati dalle scuole di cinema di tutto il mondo. Il programma di quest’anno riflette la mobilità geografica degli studenti di cinema, con un regista singaporiano in Australia, un indiano e un lituano nel Regno Unito, un russo nella Repubblica Ceca e tre cortometraggi realizzati nelle scuole americane da registi russi, cinesi e britannici. Selezionato anche il cortometraggio In spirito, di Nicolò Folin, studente del Centro Sperimentale di Cinematografia di Roma.
Ambientato nel 1499, In spirito è la storia di Lucia, una ‘santa viva’ di vent’anni le cui stigmate sono famose in tutta Italia. Il duca di Ferrara ha mandato i suoi uomini a Viterbo per prelevarla clandestinamente e il giovane cortigiano Zoanin e il capitano dei balestrieri ducali le fanno da scorta. Durante il viaggio fra boschi e borghi abbandonati, a Zoanin toccherà decidere del destino della giovane.
Il preside del CSC – Scuola Nazionale di Cinema Adriano De Santis ha dichiarato: “Si è soliti dire che le scuole di cinema abbiano il compito, se non il dovere, di incoraggiare la libertà creativa costringendola nella grammatica e nella tecnica. Si potrebbe affermare anche il contrario, che debbano promuovere la composizione e la sintassi, obbligando alla felicità dell’invenzione. In questo pendolo virtuoso si racchiude anche lo spirito di In spirito, e per conseguenza l’attività didattica e laboratoriale di cui è l’esito. Il Centro Sperimentale, la cui Scuola dirigo da anni, fa così ancora centro: un prodotto degli allievi ospitato da un festival del calibro di Cannes. Non la prima volta, proviamo a scommettere che non sarà l’ultima”.
Racconta il regista Nicolò Folin: “Si tratta di una vicenda di cinque secoli fa, ma penso che ci riguardi da vicino, perché parla del nostro bisogno di raccontarci storie su chi siamo per dare un senso a quel che ci accade”.
Scritto da Nicolò Folin e Francesco Bravi, è interpretato da Beatrice Bartoni, Marco Folin e dallo stesso Nicolò Folin. La fotografia è di Enrico Licandro, il montaggio di Bianca Vecchi, le musiche di Lorenzo Barcella, le scenografie di Vanessa Bondesani, i costumi di Rita Guardabascio, il suono di Samuele Infantone, il montaggio del suono di Antonio Stella e Tommaso Libero di Lorenzo, il mix di Rainer Russo; i produttori esecutivi sono Arianna Pecorella e Anna Giuliano. Il cortometraggio è una produzione CSC – Scuola Nazionale di Cinema.
Nicolò Folin è nato nel 2002. Ha cominciato a scrivere le prime sceneggiature e a recitare sin dagli anni del ginnasio, poi – dopo aver conosciuto il set, recitando nel film Gli sdraiati (2017) di Francesca Archibugi – ha maturato il desiderio di dedicarsi alla regia. Oggi studia Regia al Centro Sperimentale di Cinematografia.
Gli altri concorrenti de ‘La Cinef’ sono:
Crow man di Yohann Abdelnour (ALBA, Libano – 8′), Banished Love di Xiwen Cong (Accademia del Cinema di Pechino, Cina – 40′), Praeis di Dovydas Drakšas (London Film School, United Kingdom – 27′) Echoes di Robinson Drossos (ENSAD, Francia – 7′), Mauvais Coton di Nicolas Dumaret (La Fémis, France – 20′), Terminal di East Elliott (NYU, United States of America – 18′), Elevaciòn di Gabriel Esdras (Università di Guadalajara – Messico – 28′), The Deer’s tooth di Saif Hammash (Dar Al-Kalima University, Palestina – 16′), Plevel di Pola Kazak (FAMO – Repubblica Ceca – 14′), The Chaos she left behind di Nikos Kolioukos (Aristotle University di Salonicco, Grecia – 33′), Forest of echoes di Yoori Lim (Korea National University of Arts, Corea del sud – 22′), Bunnyhood di Mansi Maheshwari (NFTS, United Kingdom – 9′), Sunflowers were the first ones to know… di Chidananda S Naik (FTII, Pune, India – 16′), Withered Blossoms di Lionel Seah (AFTRS, Australia – 14′), Out the window Through the wall di Asya Segalovich (Columbia University, Stati Uniti – 22′), Three di Amie Song (Columbia University, Stati Uniti – 15′), It’s not time for pop di Amit Vaknin (Tel Aviv University, Israele – 14′).
Delegato generale della Quinzaine des Réalisateurs dal 2018 al 2022, Paolo Moretti, il membro italiano della giuria, è attualmente direttore del dipartimento di cinema dell’École cantonale d’art de Lausanne (ECAL), direttore del Grütli Cinemas di Ginevra e curatore cinematografico della Fondazione Prada di Milano.
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