CALOPRESTI: IN BALLO CON MORETTI


Mimmo Calopresti il giorno dopo. Smessi i panni di giurato italiano alla 54esima edizione del Cannes Film Festival. Deve aver dormito poche ore. Ma ci accoglie, sorridente e un po’ “sgualcito” dal sonno, per raccontarci la lunga ed emozionante giornata vissuta ieri. A partire dalla “prigione dorata” (parole sue) del castello poco lontano dalla Croisette dove fin dalle prime ore della mattina si è chiusa la giuria per emettere il suo verdetto finale.
“La Palma d’Oro”, racconta Calopresti, “Moretti l’ha vinta alle 10. Siamo partiti dal primo riconoscimento, per poi passare agli altri. Il palmarès parla da solo. I tre premi de La pianista rasentano i limiti del regolamento, che prevede di non assegnarne più di due allo stesso film. Un provvedimento che risale all’edizione 1990, l’anno dopo la presidenza Win Wenders che ebbe qualche parzialità nel dirigere a senso unico le sue preferenze”

Una giuria divisa nettamente in due?
Il film di Haneke ha impressionato molto. Nanni si è imposto in sala. La sua vittoria è stata decretata dal pubblico.

Il verdetto finale è stato “influenzato” dalle percezioni che arrivavano dall’esterno?
Mi hanno detto che è un fatto piuttosto raro a Cannes. Ma quest’anno è successo. Forse perché la giuria non è composta da soli critici. Per cui si è dimostrata più’ sensibile ad accogliere le emozioni, diciamo, non esclusive degli addetti ai lavori.

Una percezione che contrasta con la freddezza dimostrata dalla presidente Liv Ullmann durante la cerimonia di premiazione?
Ullmann è stata molto severa nelle modalità di lavoro, forse le viene dal suo background professionale, ma ha permesso grande libertà di riflessione e dialogo tra i giurati. In realtà è anche una donna fragile, a suo modo, che si è molto commossa per l’interpretazione di Piccoli in Vou Para Casa diretto da Manoel De Oliveira.

Piccoli meritava la Palma al miglior attore. La sua esclusione risarcisce in qualche modo lo schieramento a favore di Haneke?
Risarcimento è una parola che non mi piace. Non ci sono stati risarcimenti, perché non c’erano veri e propri schieramenti. Ma certo su Piccoli si e dibattuto molto. Così come su Mohsen Makhmalbaf o Olmi. Dal Palmares è rimasto fuori anche tutto il cinema asiatico. Cosa dire? Può succedere. La giuria era composta da forti personalità. Ognuna aveva il piacere di “imporre” le sue scelte. Huppert ha convinto tutti. Ma anche il giovane Benoît Magimel si è dimostrato all’altezza. Devo dire che la cosa che mi ha più stupito di lui è saperlo il nuovo compagno di Juliette Binoche! A mio avviso, seriamente, quello che più ha diviso la giuria è stato una sorta di gap generazionale. Il diverso apprezzamento rivolto a certe espressioni nuove di fare cinema.

Come giudichi oggi i tuoi compagni d’avventura al Festival?
Sono rimasto impressionato dall’energia di Julia Ormond. Un’attrice di Hollywood che lotta per i diritti umani, si impegna per la ricostruzione di Sarajevo e possiede una sua casa di produzione per documentari. E poi sono stato colpito dalla serietà e la freschezza di Charlotte Gainsbourg, dalla giocosità e la determinazione di Terry Gilliam e, infine, da quel “cattivo ragazzo” di Mathieu Kassovitz. A chi possiamo paragonarlo tra i giovani registi italiani? Forse Infascelli è quello che più gli somiglia, in versione più onirica e surreale.

Ora puoi dirlo, tu tifafi Italia?
L’ho detto più volte, personalmente non mi sento né patriottico né nazionalista. Amo invece la piena libertà che ha ispirato questa edizione di Cannes 2001. Magari meno glamour di altre, ma dove il coraggio di Jacob si è rivelato ampiamente nelle scelte di film diffili, che forse vediamo qui per un’unica volta. Difficilmente raggiungeranno il pubblico delle sale.

Hai evitato di incontrare Moretti a Cannes?
Non ho evitato di incontrare nessuno. Ho girato liberamente frequentando tutti gli amici qui sulla Croisette. Ripeto: non mi sento legato a nessuna grande o piccola mafia. Sono felice del mio lavoro in una giuria che ha premiato il cinema italiano, un film indipendente di un regista che è stato anche mio primo produttore. Dopo l’abbraccio appena ricevuta la Palma d’oro, ho incontrato di nuovo Moretti alle cinque di mattina. Stavo ballando alla discoteca di Canal Plus, mi si è avvicinato. Ci siamo di nuovo abbracciati, e abbiamo preseguito insieme a ritmo di house music.

autore
21 Maggio 2001

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