In un inverno molto freddo e molto violento – il più violento, dati statistici alla mano, della storia di New York – l’imprenditore Abel Morales (attenti al nome) è accerchiato. Una banda di gangster assalta armi alla mano i suoi camion che trasportano carburante e ne vende il contenuto illecitamente alla concorrenza. Un agente del fisco indaga sui suoi libri contabili e vuole a tutti i costi incriminarlo per frode fiscale e altri reati federali. Un ebreo ortodosso gli ha venduto un deposito importante per l’espansione della sua azienda a condizioni proibitive e proprio adesso che Abel ha appena un pugno di giorni per pagare, altrimenti perderà la caparra, le banche gli rifiutano il credito. Ecco le carte che J.C. Chandor, al suo terzo film dopo il notevole thriller finanziario Margin Call e il survival movie All Is Lost, dà in mano allo spettatore. Portandolo per due ore nel fitto groviglio di pericoli che un immigrato che si è fatto da sé deve affrontare se vuole salvare il business, anzi espanderlo evitando lo scacco. Tuttavia Abel Morales non è un uomo senza scrupoli: ripete sovente di essere una persona onesta, che rispetta e fa rispettare le regole. Rifiuta di armare gli autisti dei camion e quando uno di loro spara, fa di tutto per farlo arrestare nonostante sia un suo amico; non accetta di patteggiare col fisco perché sa, o crede di sapere, che i suoi libri contabili sono a posto… Ma c’è un peccato originale da scontare: la piccola azienda di combustibile, che il nostro uomo dal cappotto di cammello vorrebbe far crescere con modi perbene, gli è arrivata dal padre della moglie, un gangster di Brooklyn. E dalla corruzione non sembra essere esente niente e nessuno nella New York del 1981 come in qualsiasi altro angolo del mondo capitalista. Insomma, il suo peccato è lo stesso dell’american dream che Abel tanto perfettamente incarna.
“Attraverso il personaggio di Abel Morales – spiega Chandor – mi interessava indagare i temi dell’individualismo spietato e dell’indipendenza. Io credo che per avere successo in questo paese ci siano cose che puoi fare e cose che non puoi fare. Il film indaga i limiti della scalata sociale”. Scritto sapientemente, con un andamento lento che si coagula in alcune scene d’azione calibratissime e angosciose (in particolare l’inseguimento di un camion rubato), A Most Violent Year (che da noi si intitola più banalmente 1981: Indagine a New York) ha come protagonisti due solidissimi attori: Oscar Isaac e Jessica Chastain, mentre in ruoli di contorno troviamo David Oyelowo, Elyes Gabel, Alessandro Nivola, Catalina Sandino Moreno.
In sala dal 4 febbraio con Movies Inspired.
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