Brillante Mendoza, la catastrofe e la lotta per rialzarsi

Al Certain Regard del Festival di Cannes, il regista filippino dà voce con Taklub al suo popolo stremato dopo la catastrofe del tifone Hayan


CANNES – Il tifone Hayan ha spazzato via corpi, vite, case, speranze e umanità a Tacloban, nelle Filippine, ma il destino si accanisce ancora contro i suoi abitanti sterminando una famiglia, morta nel fuoco scoppiato nella tenda in cui si era rifugiata dopo il disastro e annichilendo la volontà di chi cerca di lottare ancora. Non risparmia neanche un briciolo di orrore e di dolore Brillante Mendoza in Taklub, il suo nuovo film presentato al Certain Regard del Festival di Cannes con cui cerca di onorare il coraggio e il senso di solidarietà dei suoi connazionali. Il cineasta cattura con immagini plastiche e impressioniste i dettagli della tragedia, ma anche quelli della volontà racchiusi nei passi dei suoi protagonisti. Come Lionora Lariosa (Nora Aunor), che attraversa tutto il circondario chiedendo offerte per l’amico Renato, unico sopravvissuto nell’incendio che ha distrutto la sua famiglia.

Girato nelle zone del reale disastro dopo mesi di ricerca sul campo, Taklub lascia parlare – con lo stile realistico tipico del regista – gli occhi delle persone e gli oggetti che le rappresentano attraverso un gran numero di simbolismi, e mostra chiaramente anche le mancanze del governo nel sostenere e proteggere il suo popolo. Il tifone Hayan, avvenuto nel novembre 2013, è stata una delle più grandi catastrofi delle Filippine: ha ucciso oltre 6mila persone e ne ha coinvolte con danni 16 milioni. Brillante Mendoza dà voce con Taklub al suo popolo stremato, interroga la religione e il senso di carità e suggerisce nei titoli di coda “C’è un tempo per distruggere e un tempo per costruire”, citando l’Ecclesiaste.

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20 Maggio 2015

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