Bnl, il cinema si fa per il pubblico

Al Maxxi, nell'ambito del Festival di Roma, un convegno organizzato dalla banca che compie cent'anni e da 80 sostiene il settore


La cultura, e in particolare il cinema, come opportunità di sviluppo economico e via d’uscita da una fase di recessione. Se è parlato al convegno “Cinema, lavoro e responsabilità. Quali opportunità per il futuro”, organizzato da Bnl Gruppo BNP Paribas al Maxxi nell’ambito del Festival di Roma e coordinato da Laura Delli Colli. La banca del cinema compie 100 anni e rivendica il suo ruolo: è stata ed è sponsor di questo Festival, come dei Nastri d’Argento o della Settimana Internazionale della Critica o delle Giornate degli Autori, per dirne solo alcuni. Supporta l’industria dall’ideazione alle fasi di realizzazione dei film, fino alla distribuzione e al consumo, comprese le innovazioni tecnologiche e le ristrutturazioni delle sale (tra cui proprio quella del Maxxi che si sta trasformando in un cineclub). Ma soprattutto finanzia la produzione cinematografica attraverso fondi propri (al 30 settembre 2013 sono stati erogati quasi 270 milioni di euro) e gestisce i fondi statali tramite una Rete temporanea d’impresa (Artigiancassa-Bnl). Dall’inizio del 2013 fino al 30 settembre sono state effettuate, con il supporto pubblico, circa 680 operazioni per un controvalore di oltre 15 milioni di euro.
“Tra Bnl e cinema c’è un binomio di lunga data –  spiega l’ad Fabio Gallia – perché in quasi 80 anni abbiamo contribuito alla produzione di oltre 5.000 pellicole”.. Snodo fondamentale di questo supporto al cinema è il tax credit che, come dice il presidente Luigi Abete, finalmente è permanente. “Il tax credit oggi è il 50% del finanziamento pubblico al cinema e BNL è il principale operatore del credito d’imposta”. Per Nicola Maccanico, direttore generale di Warner (La migliore offerta, L’ultima ruota del carro, il nuovo Un boss in salotto di Luca Miniero che vedremo dal 1° gennaio, sono tra i film italiani coprodotti), “il pubblico bisogna andarlo sempre a cercare e questo dal 2004, grazie al reference system, è stato più facile. Credito d’imposta e contributi sugli incassi, anche se magari con un tetto, sono fondamentali, mentre attori o registi devono impegnarsi maggiormente nella promozione  dei film”. Warner – ha aggiunto Maccanico – investe nel cinema italiano perché ci sono dei margini di guadagno e questa ricerca del profitto deve valere anche per le opere prime e seconde sostenute dallo Stato”. Quindi Maccanico ha affrontato il tema della crisi delle sale di città. “E’ un tema sociale, perché quei luoghi si rivolgono al pubblico adulto e anziano. Le istituzioni locali devono fare la propria parte per risollevarle e il digitale, con la multiprogrammazione, può aiutare. Ma occorrono accordi reciproci e trasparenti tra esercenti e distribuzione”.
All’affollato convegno – in platea, tra gli altri, Angelo Barbagallo, Stefano Rulli, Fulvio Lucisano – sono intervenuti anche Maria Sole Tognazzi, Pierfrancesco Favino e Cristiana Capotondi, chiamati a raccontare la loro esperienza di “artisti responsabili”. La regista di Viaggio sola ha spiegato come sia stato fondamentale per finanziare il suo film, costato 1 mln euro, e considerato inizialmente “di nicchia”, coinvolgere i privati di un grande gruppo alberghiero internazionale che raccoglie 400 hotel di lusso nel mondo. “Abbiamo mandato lo script a New York e dopo una settimana ci hanno risposto che erano interessati. Non è stato un product placement, ma un intervento di coproduzione. Ci hanno permesso di girare nei loro hotel gratuitamente e ospitando la troupe e questo ha ridotto notevolmente i costi”.  
Favino, da poco anche produttore dell’opera prima di Michele Alhaique Senza nessuna pietà, crede che il cinema italiano debba intercettare la situazione reale del paese per intercettare il pubblico. “Ma se il pubblico lo guardiamo dall’alto delle nostre terrazze mangiando il sushi, non riusciremo nell’impresa. Ci vorranno 15/20 anni per ricostruire questo rapporto, bisogna andare nelle scuole e far sì che andare a vedere un film in sala torni a essere qualcosa di fondamentale per l’identità delle persone. E poi c’è una responsabilità della politica e dei media: se il nostro ambiente viene descritto come fallimentare e fatto di mangiapane a ufo è difficile che un imprenditore voglia investirci”. Cristiana Capotondi, che è stata protagonista di un corto di Terry Gilliam, The Wholly Family, interamente prodotto dalla Pasta Garofalo, rivendica l’importanza di quella esperienza. “Con un budget limitato e in piena libertà creativa un autore visionario come Gilliam ha potuto raccontare Napoli senza condizionamenti. Non ha pesato, come molti pensano, il fatto che fosse un’azienda privata a metterci i soldi”. Per i suoi cento anni, BNL ha anche lanciato un concorso on line #100, per idee creative della durata di 100 secondi. Presidente della giuria Emanuele Crialese

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