Blanchett : “La Mostra è un miracolo”

Blanchett : “La Mostra è un miracolo”


VENEZIA – La danze si sono ufficialmente aperte.

La 77ma “edizione s’avvicina molto alla sua essenza di Mostra di Arte”, ha dichiarato Roberto Cicutto, presidente della Biennale di Venezia, nella conferenza stampa di apertura, insieme ad Alberto Barbera, direttore della Mostra, e ai presidenti delle giurie: Cate Blanchett per il Concorso, Claire Denis, che presiede Orizzonti, e Claudio Giovannesi, omologo per il premio Leone del futuro – Premio Venezia Opera Prima “Luigi De Laurentiis”. 

“I protagonisti sono sullo schermo, ma anche chi lavora per i film, e il pubblico, che speriamo faccia come si deve, ma le prime ‘prove’ dimostrano attenzione” – continua il presidente. “Ringrazio molto Alberto Barbera, con cui dal 15 maggio ci siamo dati una certezza per darci coraggio, e oggi abbiamo le nostre Giurie straordinariamente rappresentate dai presidenti; l’aiuto delle tecnologie digitali si dimostra fondamentale, ma non potranno mai sostituire la presenza dal vivo. La Mostra del cinema forse è la più appariscente, ma tutte le Arti della Biennale dialogano tra loro”. 

Le parole di Cicutto sono state il viatico per quelle successive di Barbera, che tocca subito un sentire un po’ serpeggiante tra gli addetti ai lavori, infatti ammette: “Ho sentito nei giorni scorsi un po’ di titubanza e alcuni per cui ‘forse si poteva evitare di fare la Mostra’: noi conosciamo qualche rischio calcolato, qualche incertezza, ma volevamo si facesse. La pre-inaugurazione di ieri sera ha testimoniato che tutto si può svolgere. Siamo qui per presentarvi le Giurie, che ringrazio per aver accettato l’invito senza indugio, dimostrando la voglia di essere presenti, un sostegno all’industria del cinema”. 

E infatti, Cate Blanchett, presidente del Concorso – di cui è membro di Giuria anche lo scrittore Nicola Lagioia, definisce “un miracolo tutto questo. Aspettavo con ansia di venire, sono pronta ad applaudire gli organizzatori per la resilienza, la creatività. Sono in pieno accordo sul fatto che si dovesse riaprire, anche in un periodo difficilissimo si deve riemergere. Sono qui a sostenere i cineasti. Sono estremamente emozionata”. L’attrice parla poi di Venezia come di un luogo a cui conferisce ricordi personali e professionali, infatti: “Ho avuto interazioni con Venezia come turista d’arte e per il cinema; il mio primo film fuori dall’Australia è stato presentato qui, e allora non avevo idea di cosa fosse un festival di cinema, ero una giovane attrice emergente; come, credo di essere andata in gondola con il terrore negli occhi. Sono poi tornata alla Mostra con vari film, e ho trascorso molto tempo a Venezia, frequentando anche la Biennale. La Mostra, poi, ha sempre un programma sorprendente. Credo ogni festival abbia le proprie caratteristiche e che eventi come questi abbiano rinunciato a marcare il proprio territorio: il fatto che ci siano qui i direttori dei festival internazionali dimostra il dialogo. Certo, questa edizione di Venezia sarà speciale. Sì, adesso ho tante paure ma dobbiamo essere coraggiosi. Questa situazione mi fa pensare ai primi giorni di scuola, ogni volta che si parte bisogna rischiare, anche di fallire: anche se l’industria faticherà riemergerà, sono piena di speranze. Ci sono tante sfide, globali. Partiamo dalla mono-cultura dello streaming degli ultimi mesi, ma dobbiamo riaprire i cinema. Abbiamo la possibilità di riesaminare la situazione, questo momento offre delle opportunità. La mia ultima uscita al cinema è stata a Berlino e poi la scorsa settimana, con la mia famiglia, per Tenet, un gradevole film evento; ho avuto il piacere/dispiacere di vedere molti altri film a casa, ma preferisco tornare al modo tradizionale di guardare”. 

Le parole dell’attrice accanto a quelle più sintetiche ma molto dirette di Claudio Giovannesi, il nostro regista presidente della Giuria che assegna il Leone del futuro – Premio Venezia Opera Prima Luigi De Laurentiis: “Sono felice di far parte di una giuria chiamata a dare un premio che contiene la parola ‘futuro’ nel suo nome, significa sostenere la strada di un cineasta”. 

Per la Giuria Orizzonti – di cui è membro anche Francesca Comencini, l’autrice francese Claire Denis, che dichiara di voler “ringraziare Venezia di averci aperto le porte rimaste chiuse per tanto tempo. Anche io non avrei mai rifiutato per nulla al mondo di essere qui, non solo per il mondo dell’arte ma per tutti”. 

L’occasione della conferenza di apertura si fa palco anche di una breve riflessione sulla scelta berlinese di annullare le categorie di genere per l’assegnazione dei premi, tema su cui le due presidenti donne hanno un personale parere. Blanchett non usa “un linguaggio ‘gender specific’, mi sono sempre definita un attore: una buona parte è una buona parte, indipendentemente che la reciti un uomo o una donna, certo è difficile giudicare qualcun altro che fa una parte”. Mentre Denis ammette che: “non saprei rispondere, ma ho l’impressione che non abbia importanza in fondo, si dà il premio a chi merita. Spero si sia liberi, tolleranti, senza un bisticcio dei generi”. 

E infine, anche a seguito della conferenza che – sempre oggi – ha visto affancati qui alla Mostra i direttori dei maggiori Festival di Cinema d’Europa, conclude il direttore Barbera: “Negli ultimi anni c’era stata competizione tra i Festival, per me pericolosa e dannosa per la circuitazione dei film stessi. Quest’anno s’è ribaltata, e la parola d’ordine è stata collaborazione. Tutti hanno dimostrato di andare al di là della competizione, come per esempio per Nomadland, ospitato anche a Telluride, anche se annullato, poi Toronto e New York, così come il film di Gianfranco Rosi: c’è condivisione e non l’ansia dell’esclusiva della prima mondiale. Tra le lezioni della pandemia, c’è quella di un nuovo atteggiamento collaborativo: il primo vantaggio è condividere non solo film ma anche idee organizzative. È un auspicio”. 

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