Bitch Slap: goliardata in stile exploitation


Se Machete avesse avuto le tette, sarebbe stato molto simile a Bitch Slap. Scorretto, violento, ipercinetico, low budget, kitch e pieno di ralenty che non hanno altra funzione se non quella di sottolineare le curve mozzafiato delle belle protagoniste Julia Voth, Erin Cummings e Amerìca Olivo, che non saranno “superdotate” come lascia intendere il sottotitolo italiano scelto da Eagle Pictures, che lo distribuirà dal 22 luglio, ma hanno addosso abbastanza sostanza da lasciare gli occhi del pubblico maschile incollati allo schermo. Quello femminile, invece, un po’ si indigna – qualcuna si alza addirittura dalla poltrona, disgustata da una tale sovrabbondanza di “femminume” tutto fisico e niente cervello – un po’ si annoia, un po’ ridacchia.

La verità è che nel divertito e divertente omaggio del regista Rick Jacobson al cinema exploitation degli anni ’50, ’60 e ’70 e in particolare al guru dei grandi seni Russ Meyer, non c’è nulla di veramente scandaloso, solo ragazze sexy, macchine veloci, armi di grosso calibro, lingue affilate e una gran dose di azione a dir poco bizzarra o, come direbbero i cultori, decisamente ‘weirdo’.

E pur passando in rassegna ogni genere di possibile declinazione delle più comuni fantasie erotiche maschili – dalla suora alla dominatrice, senza dimenticare scolarette, appassionati baci saffici, lap dance e magliette bagnate a profusione – raramente il film assume una piega davvero sensuale, provocando più che altro grasse risate e commenti da osteria che amplificano la carica goliardica della pellicola. Insomma, da vedere insieme agli amici, scambiandosi gomitate ammiccanti e battutacce possibilmente davanti a un secchio di popcorn e una birra di infima categoria.
Naturalmente non mancano ettolitri di sangue, in pieno stile pulp, e la classica situazione ‘cat fight’, in cui due gigantesse si rotolano nel fango dandosele di santa ragione.

Il budget è basso, le pretese sono poche, la tecnica registica non certo sopraffina – niente male però la fotografia fumettosa di Stuart Asbjornsen – eppure la zuppa funziona per quello che è, riuscendo a citare anche, già che c’è, illustri modelli di cinema contemporaneo: da Tarantino a I soliti sospetti, passando per Sam Raimi, da cui vengono “rubati” una strizzata d’occhio a La Casa e perfino due volti feticcio, l’Hercules televisivo Kevin Sorbo e la principessa guerriera Xena, al secolo Lucy Lawless, che compaiono in divertenti cameo. Raimi quelle due serie di culto le produceva, e Jacobson ne ha diretto qualche episodio.

La “morale”? “Alla fine, siamo tutte puttane”, citando lo slogan di una delle protagoniste. E il film, passateci il termine, non è altro che un’allegra e rocambolesca “puttanata”, in senso buono.
Alla larga femministe senza humour.

autore
09 Giugno 2011

Articoli

Una delle illustrazioni del progetto
Articoli

Argento Reloaded by Luca Musk

L'artista Luca Musk e Franco Bellomo presentano il progetto espositivo dedicato al Maestro del Brivido. Una collezione di illustrazioni d'atmosfera che fanno rivivere i set di Argento e la loro magia

Articoli

The Arch., quando gli architetti diventano oracoli

Il documentario d'esordio di Alessandra Stefani ci porta in un viaggio lungo i quattro continenti alla scoperta delle prospettive che ci offrono i più importanti architetti contemporanei per un mondo più sostenibile. In sala con Adler dal 27 al 29 settembre

Articoli

Buon 2018 ai lettori di CinecittàNews

La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.

Articoli

Cattivissimo 3 sfiora i 15 milioni

E' ancora Cattivissimo 3 a guidare il box office per il terzo weekend, con 2.471.040 euro. Al 2° posto, con 1 mln 919mila euro, sfiorando i 6 mln totali, il kolossal di Christopher Nolan Dunkirk


Ultimi aggiornamenti