VENEZIA – Ieri all’Italian Pavilion si è tenuta la conferenza di Franco Berardi detto Bifo. Terzo incontro del ciclo Lido Philo: il Sé biopolitica e psiche. Il tema originario della lezione di Bifo Berardi era sulle architetture del Sé ma il filosofo, grande ispiratore del movimento del ’77, visto il film di Francesco Munzi Assalto al cielo, prodotto da Istituto Luce-Cinecittà, ha cambiato repentinamente rotta. “Assalto al cielo è il primo film che racconta quegli anni con un linguaggio di verità, affidando alle voci di operai, studenti , baristi e pazzi di ogni genere la narrazione. Mi sono chiesto cosa un giovane diciottenne, ma anche un trentenne riesca a cogliere di quella esperienza grazie a questo bellissimo film. La risposta è che grazie alle immagini di repertorio sulla festa di Parco Lambro, (la festa della rivista Re Nudo), la comprensibilità è affidata al pelo. Quelle migliaia di uomini e donne nudi e pelosi, insieme in quel parco spiegano molto di più di qualunque parola sulla differenza tra quegli anni e gli anni che stiamo vivendo”.
“È l’affettività pelosa, molto più di Marx che ha permesso al movimento del ’77 , sia italiano che inglese di intuire che la modernità era finita, che il futuro era finito”, continua Berardi. Oggi il Sé asettico delle relazioni in rete, il Sé di corpi senza peli, è incapace di salvarci dalla depressione, dalle strategie depressive planetarie e dal suicidio. I suicidi negli ultimi 30 anni sono aumentati nel mondo del 60%. Si tratta di una cifra spaventosa e della malattia più pericolosa della società globalizzata. Il futuro che ci aspetta è terrificante, la guerra civile globale è alle porte e il suo effetto depressivo, malato e suicida lo stiamo già vivendo. Come ne usciremo? Con la solidarietà e l’affettività, con i corpi che cercano un contatto fuori dalla rete, con la compassione. Siate pelosi!”
Oggi alle 17,30 nella sala conferenze dell’Italian Pavilion, il fisico e saggista Fritjof Capra, autore del Tao della Fisica interverrà sul tema del Sé nella scienza.
Sarà Microcinema a distribuire nelle sale italiane il film Leone d'Oro 2016, The woman who left, nuovo capolavoro di Lav Diaz. La pellicola, che nonostante il massimo riconoscimento al Lido non aveva ancora distribuzione e che si temeva restasse appannaggio soltanto dei cinefili che l'hanno apprezzata alla 73esima Mostra di Venezia, sarà quindi visibile a tutti, permettendo così agli spettatori del nostro Paese di ammirare per la prima volta un'opera del maestro filippino sul grande schermo
Il film di Denis Villeneuve segnalato dalla giuria di critici e giornalisti come il migliore per l'uso degli effetti speciali. Una menzione è andata a Voyage of Time di Terrence Malick per l'uso del digitale originale e privo di referenti
Il direttore della Mostra commenta i premi della 73ma edizione. In una stagione non felice per il cinema italiano, si conferma la vitalità del documentario con il premio di Orizzonti a Liberami. E sulla durata monstre del Leone d'oro The Woman Who Left: "Vorrà dire che si andrà a cercare il suo pubblico sulle piattaforme tv"
Anche se l’Italia è rimasta a bocca asciutta in termini di premi ‘grossi’, portiamo a casa con soddisfazione il premio Orizzonti a Liberami di Federica Di Giacomo, curiosa indagine antropologica sugli esorcismi nel Sud Italia. Qualcuno ha chiesto al presidente Guédiguian se per caso il fatto di non conoscere l’italiano e non aver colto tutte le sfumature grottesche del film possa aver influenzato il giudizio finale: “Ma io lo parlo l’italiano – risponde il Presidente, in italiano, e poi continua, nella sua lingua – il film è un’allegoria di quello che succede nella nostra società". Mentre su Lav Diaz dice Sam Mendes: "non abbiamo pensato alla distribuzione, solo al film. Speriamo che premiarlo contribuisca a incoraggiare il pubblico"