TORINO – È’ un film tenero e tragico allo stesso tempo Between us di Rafael Palacio Illingworth, la pellicola che ha aperto ufficialmente la 34ma edizione del TFF e che racconta l’evolversi della relazione di una coppia di trentenni – promettente filmmaker lui e donna in carriera lei – che va in crisi proprio nel momento in cui la relazione sembrerebbe essere sul punto di passare a un livello più stabile: comprare casa, sposarsi, metter su famiglia. “Un film in certo senso autobiografico”, racconta il regista che ammette di aver rappresentato una parte di se stesso in ognuno dei personaggi: “Sono in una fase in cui attingo ancora molto dalle mie esperienze personali, sono io la fonte principale d’ispirazione per ciò che racconto”.
Il salto nel vuoto della vita di coppia, rappresentato dal momento in cui i due ragazzi decidono di sposarsi, assume per loro il sapore di una spensieratezza perduta e così tutte le loro insicurezze, paure e incertezze emergono in superficie. Ognuno con i propri demoni da affrontare, sarà tentato dal fascino di un’altra vita e di un altro amante, prima di rendersi finalmente conto del motivo che li ha fatti innamorare e della forza che li tiene uniti. “Era importante per me che i personaggi fossero in primo luogo umani, ho dedicato una grande parte del mio lavoro a rendere tutti i loro difetti e le ambiguità, per tenerli lontani dagli stereotipi. Non volevo semplicemente dipingere la ragazza come tradita e il ragazzo come traditore, volevo che fossero entrambi buoni e cattivi allo stesso tempo”. Un film dal finale aperto che non vuole mandare messaggi rassicuranti ma trasmettere la consapevolezza che, indipendentemente dalle scelte, è necessario sempre fare i conti con se stessi e con i propri pesi: “Di fronte alle difficoltà si può scegliere se restare e lottare oppure voltare pagina, ma in ogni caso occorrerà combattere anche nel nuovo capitolo”.
Between us, inserito nella sezione Festa mobile, ha per protagonisti Olivia Thirlby (Juno), Ben Feldman, Analeigh Tipton – oggi al Festival anche per presentare il thriller erotico Sadie – e un cameo di Peter Bogdanovich, che non si è tirato indietro dal partecipare a un film indipendente e a basso budget. “Temevo di essere in soggezione di fronte a un attore così importante, ma lui si è dimostrato disponibilissimo e molto collaborativo”, ha sottolineato in conferenza stampa il regista statunitense di origini sudamericane, qui alla sua seconda esperienza dopo la pellicola Macho (2009), anche quella storia di due ragazzi, lui messicano e lei canadese, che si incontrano in California e diventano una coppia.
Tremila spettatori in più per questa edizione, che si aggiungono ai 75mila della precedente edizione e indicano che il Torino Film Festival è una realtà consolidata per tutti gli amanti del cinema
Il premio al miglior film del concorso va all'opera prima cinese The Donor di Qiwu Zang, miglior attrice a Rebecca Hall per Christine di Antonio Campos, miglior attore a Nicolas Duran per Jesus di Fernando Guzzoni. Miglior film per Italiana.doc è Saro di Enrico Maria Artale, Premio Speciale della giuria a Moo Yadi Filippo Ticozzi
"Si chiude un'edizione del Tff di grande qualità e successo di pubblico, con un aumento di copertura dei media anche internazionali che testimonia come il festival, ancora oggi particolare e coerente con le sue origini, sia amato e seguito da chi si occupa di cinema nel mondo". Lo ha detto il direttore del Museo del Cinema di Torino, Alberto Barbera
Il regista di Z L'orgia del potere e di Missing ha ricevuto a Torino il Premio Maria Adriana Prolo alla carriera salutato da un videomessaggio di Riccardo Scamarcio. In questa intervista parla di cinema e di impegno civile, di Fidel Castro e di Donald Trump, dell'Europa e dei rischi che corre ancora oggi la democrazia. E denuncia: "Netflix quando produce pretende il final cut e fa quello che vuole del film"