Benigni a Berlino, muto come Charlot. L’ultima trovata mediatica dell’inarrestabile Roberto è la seguente: venire al festival, dove il suo La tigre e la neve ha l’onore di chiudere la kermesse come evento speciale, ma non parlare con nessuno. O meglio evitare la rituale conferenza stampa, a cui tutti, da Isabelle Huppert a George Clooney, si sono sottoposti e riservarsi qualche incontro mirato con la stampa internazionale sapientemente orchestrato dalla londinese DDA. Niente italiani, invece.
E c’è chi dice che il comico toscano, premio Oscar per La vita è bella, capace di far ridere tutto il mondo e tutte le età, sia rimasto un po’ scottato da qualche recensione meno entusiasta del solito. Ma sono voci e alla fine lui si è lasciato convincere a fare una piccola eccezione accettando di parlare, ma solo al telefono, con l’inviato dell’agenzia Ansa a Berlino.
Intanto The Tiger and the Snow proprio da Berlino sta per prendere il volo verso le sale di tanti paesi: Germania, Belgio, Giappone, Polonia, Stati Uniti e Spagna, almeno per ora. E sono in particolare i tedeschi ad amarne lo spirito surreale e sulfureo, tenero e indiavolato, tanto che il direttore della Berlinale, Dieter Kosslick, ha scelto proprio la storia del suo viaggio in Iraq per chiudere in bellezza, domenica sera, la 56/a edizione del Festival. Anche ieri sera, alla proiezione per la stampa, ci sono stati applausi e tante risate. “La reazione dei tedeschi è stata straordinaria e questo mi ha dato una grande gioia”, ha detto l’attore-regista. E ha aggiunto: “Sono qui a Berlino per il mio film, ma tutti i giornalisti stranieri non fanno che chiedermi di Berlusconi. I tedeschi, si vede, non parlano d’altro, sembra quasi che il film si chiami ‘La tigre, la neve e Berlusconi’. Anche all’estero, certo, le sue idee politiche non sono un mistero: “lo sanno tutti come voto… anche il mio corpo è antiberlusconiano”, ironizza. Sul suo prossimo film non dà notizie certe. “Non ne ho idea, la cosa più difficile è raccontare una storia metterci dentro i sentimenti”, spiega. Ma non esclude la possibilità di rinunciare alla regia, nel suo prossimo lavoro, per fare solo e soltanto l’attore: “Mi piacerebbe molto, ma bisogna trovare la persona e la storia giusta, perché un comico è sempre difficile da manovrare, da mettere dentro una vicenda. Ho avuto comunque tante proposte e le sto vagliando”.
Infine ancora una dichiarazione d’intenti in vista delle prossime scadenze elettorali: “La bellezza è manifestare con la più grande libertà, passione, innamoramento il desiderio di voler bene al Paese in cui si sta. E’ come il mio intervento con Celentano a ‘RockPolitik’, una cosa di una potenza, d’amore, di verità: quelle sono le cose che posso fare. Quando mi si vede in televisione anche solo il mio corpo è antiberlusconiano, la maniera con la quale mi muovo. Quello è l’impegno vero. Non c’è bisogno di dire nient’altro, ed è anche più leale e potente”.
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