Si sposeranno presto, sulle rive del Lago di Como e poi a Los Angeles. Benjamin Mascolo e Bella Thorne hanno sfilato sul tappeto rosso mano nella mano, fra sorrisi a cuoricino e molta disponibilità nei confronti del fan presenti alla Festa del Cinema di Roma. Lei ha solo 24 anni, ma recita da quando aveva sei settimane, è stata già bambina prodigio Disney e ormai una celebrità in tutto il mondo, mentre lui è partito da Modena per spopolare nella musica con il duo Benji & Fede. Erano una coppia da poco quando, in piena pandemia, hanno girato Time Is Up, un melodramma young adult presentato ad Alice nella città, evento speciale il 25, 26 e 27 ottobre nelle sale, in 300 copie per 01 Distribution, prima di arrivare sulla piattaforma di Amazon Prime Video.
Un film italiano, diretto da Elisa Amoruso, prodotto da Marco Belardi per Lotus Production, una società Leone Film Group, insieme a Rai Cinema, girato in inglese e già un grande successo internazionale, tanto che un sequel è praticamente certo. È la storia di due adolescenti americani dalle personalità opposte. Vivien (Bella Thorne) è studiosa e vive in una bella villa nell’agio, pronta a studiare fisica in un’importante università, mentre Roy (Benjamin Mascolo) soffre ancora per la morte prematura dell’adorata madre, con cui condivideva la sua grande passione, il nuoto. Uno sport che pratica a livello agonistico, con la speranza che lo aiuti ad affrancarsi da una quotidianità ai limiti della sopravvivenza. Lei è la ragazza ideale, fidanzata da anni, lui è tormentato e solitario. Ma l’amore non è una scienza esatta, e può riservare sorprese, specie se può agire indisturbato fra le meraviglie di Roma, da Piazza di Spagna al Pincio.
“È stato surreale girare in una città deserta durante il lockdown, ma bellissimo”, ha dichiarato in conferenza stampa Benjamin Mascolo. Marco Belardi mi ha parlato dell’idea e proposto di esordire come attore al cinema con questa storia. Gli ho risposto che non ero un attore, ma ho provato a diventarlo con pochi mesi di lavoro intenso e studio con un insegnante. Devo migliorare tanto, ma sono soddisfatto, ho dato tutto, sono in pace con me stesso. Mi ha molto aiutato Bella, una grande professionista che è stata un supporto emotivo, oltre a riempirmi di consigli. Avevo paura all’inizio che influisse nel nostro rapporto, stavamo insieme da poco tempo. Ma non ci sono state tensioni, anzi, il film ha rafforzato il nostro legame, creando una memoria indelebile condivisa, che magari racconteremo ai nostri figli e nipoti. È stata la conferma che siamo fatti per stare insieme per il resto della vita, ne siamo usciti ancora più innamorati, tanto che l’ultimo giorno di riprese le ho chiesto di sposarmi. Lo faremo sulle rive del Lago di Como, come avevamo sognato, e poi di nuovo in America”.
Mano nella mano anche incontrando la stampa, fra piccoli gesti di complicità, Bella e Ben hanno anche lavorato a una canzone insieme, durante le riprese di Time is Up, nei fine settimana. Il risultato è Up in Flames, che si ascolta in un momento cruciale del film. “Racconta il rapporto fra Vivien e Roy e ci emoziona, arriva al cuore delle persone, e questo è fondamentale”, ha detto con un sorriso Mascolo.
Una vita non semplice, quella di Bella Thorne, segnata dai molti pregiudizi, come ha raccontato. “Ero una bambina dislessica, sono stata bullizzata e mi dicevano che non avrei mai fatto l’attrice e non sarei neanche riuscita a scrivere. Ho fatto invece decine di film e scritto un libro che è diventato un best seller. È stato Ben ha portarmi la sceneggiatura, chiedendomi di fare insieme Time is Up. È stato eccitante, sono stata fortunata testimone e complice della sua prima volta al cinema. Non ho molto in comune con Vivien, ma è questo che rende divertente il mestiere di attrice. Non amo interpretate personaggi troppo simili a me. La prima volta non è semplice, specie in un ruolo così importante, ma Ben se l’è cavata alla grande. Sono molto positivamente colpita dal mio amato. Ha avuto momenti difficili, ma ho cercato di aiutarlo”.
Un aiuto condiviso con la regista, Elisa Amoruso, che ha rivendicato la sua poliedricità, il piacere di girare documentari, lavori personali e film più commerciali e su commissione, come spesso accade in tutto il mondo. “Mettere etichette ai registi è tipico delle nostre parti, ma il cinema anche in Italia sta diventando sempre più industria, per fortuna, e amo diversificare i miei progetti. Ciò non toglie che cerco di mettere sempre qualcosa di mio. Per me è cruciale che la storia mi appassioni e devo provare empatia per i personaggi. Il tema della memoria, il tentativo di dargli una forma visiva, per me rappresentava una sfida molto interessante. Così come girare in inglese, con attori americani”.
In attesa di uscire in sala per tre giorni, il 25, 26 e 27 ottobre, distribuito da Luce Cinecittà, il documentario Futura, dopo l’anteprima mondiale alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes, è stato presentato ad Alice nella città. Abbiamo intervistato i tre registi Pietro Marcello, Francesco Munzi e Alice Rohrwacher
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L’esordiente Francesco Ferrante e Francesco Di Leva, nel ruolo del padre, sono i protagonisti di Un mondo in più di Luigi Pane, in programma ad Alice nella città, dove abbiamo visto anche War is over di Stefano Obino, un documentario direttamente dal Kurdistan iracheno appena liberato dall’ISIS
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