Anche il regista Marco Bellocchio – che lavora con l’Istituto Luce sin da quando si chiamava Italnoleggio e che con esso ha realizzato opere come La balia e L’ora di religione – interviene – sulle pagine di ‘Europa’ – sulla querelle di questi giorni in merito al riassetto del gruppo pubblico cinematografico.
Secondo Bellocchio l’Istituto Luce deve esistere come centro di produzione e distribuzione pubbliche, “indipendentemente dalla tutela degli archivi in difesa della memoria, che ovviamente hanno un compito importantissimo. Ogni governo progressista, o che si dice tale – continua il regista – deve fare un discorso sulla ricerca, sulla bellezza, sull’arte. Non possiamo appiattirci sulla banalità e sulla superficialità della fiction televisiva”. Per l’autore di I pugni in tasca l’Istituto Luce potrebbe svolgere un’attività più efficace se lavorasse “con più spregiudicatezza”, senza “diventare il rifugio di un cinema iperprotetto che si deve fare per ragioni politiche”.
“Il Luce deve diventare più attivo, più energico e vitale – sostiene ancora Bellocchio – E naturalmente deve avere le risorse per farlo. L’intero programma di ristrutturazione di Cinecittà mi sembra un discorso di prospettiva anche finanziaria, perché il Gruppo non può vivere in una situazione di mera sopravvivenza. E il reperimento delle risorse è fondamentale per il cinema italiano, semplicemente perché con maggiori finanziamenti si possono fare più film”.
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La redazione va in vacanza per qualche giorno. Riprenderemo ad aggiornare a partire dal 2 gennaio. Auguriamo un felice 2018 a tutti i nostri lettori.
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