Bechis visto dai critici

Il cinema militante a Venezia. Oltre ai registi che hanno filmato le giornate di Genova (leggi l’articolo di tamtam), oltre ai documentari di Segre e Veronesi, oltre al Caso Sofri di Comolli, è con Marco Bechis che le immagini diventano potente arma di denuncia. E con il suo film Figli, Bechis (leggi l’intervista su Tam Tam) ha raccolto gli applausi del pubblico lagunare e ha così clamorosamente smentito i detrattori del suo cinema. Prima tra tutti la giornalista Maria Giovanna Maglie che qualche giorno fa sul “il Giornale”, lo liquidava con queste parole: “Non se ne può più di film militanti su questioni accadute trent’anni fa”. Ma, se la reazione degli spettatori non bastasse, ecco che a rinforzarla intervengono i commenti degli altri critici. Mariuccia Ciotta scrive sul il manifesto che “Bechis raggela il dramma in un viaggio di catatonia mentale, ammaliante, doloroso… I suoi protagonisti trasmettono nella solenne solitudine di due corpi avvinghiati uno all’altro l’anacronismo attualissimo di una storia che annienta adesso non solo l’Argentina”. Paolo D’agostini su Repubblica sottolinea che Figli è “un film teso dal primo momento all’ultimo ma di una tensione controllata, quasi raffreddata, perché non disperda nella commozione” e capace di alimentare “una rabbia che il regista Marco Bechis vuol mantenere vigile e cosciente”. Maurizio Porro sul Corriere definisce il film “incubo potente che si avvale di un’impressionante colonna sonora a percussioni che il pubblico riempie del proprio sgomento”.