Ha diviso la critica l’attesissimo Batman v Superman – Dawn of Justice, il kolossal di Zack Snyder, che illustra l’incontro/scontro tra i due più grandi super-eroi di casa DC e al contempo ha il compito di presentare al pubblico il nuovo Cavaliere Oscuro interpretato da Ben Affleck e avviare un franchise basato su un universo interconnesso come quello, di grande successo, costruito da Marvel Studios a partire dal 2008.
L’impresa è complicata. Partiamo da quello che è stato considerato ‘buono’: Affleck, una delle grandi incognite – data anche la sua poco apprezzata prova super-eroistica nel Daredevil del 2003 – fa un gran lavoro sul personaggio, innanzitutto a livello fisico, con una struttura muscolare veramente impressionante e soprattutto credibile, non frutto di steroidi ma di duro allenamento. Il Batman che gli hanno costruito intorno è più anziano dei predecessori, triste, stanco e amareggiato (ma ancora possente) sulla falsariga di quello descritto da Frank Miller nel seminale ‘Il ritorno del Cavaliere Oscuro’. E’ anche più violento e in questo film è pronto a uccidere. Un elemento controverso: la sua controparte fumettistica lo fa raramente, e solo per motivi veramente forti. E qui abbiamo forse il punto dell’intera pellicola che ha lasciato maggiormente perplessi critici e spettatori della prima ora, dato anche il titolo con cui si presenta. Le ragioni dello scontro tra i due titani – che da sempre rappresentano luce e ombra, il lato chiaro e il lato oscuro della giustizia – sono piuttosto deboli, così come lo sono quelle per cui, in quattro e quattr’otto, dopo aver tentato di eliminarsi vicendevolmente per una buona mezz’ora diventano amici e iniziano a collaborare. Il che funzionerebbe in un film dai toni leggeri e scanzonati, ma qui siamo di fronte a un mastodonte di circa due ore e mezza che pretende anche di avanzare riflessioni di stampo politico, incartandosi spesso su sé stesso. Ci sono problemi di coerenza interna – Superman si accorge di qualsiasi cosa in qualsiasi momento in qualsiasi parte del mondo ma gli sfuggono ‘dettagli’ come una bomba che gli hanno piazzato di fianco per incastrarlo, per dirne una – e anche alcune scelte risultano strane in termini di aderenza al fumetto: il personaggio del villain Lex Luthor, ad esempio (nonostante la buona performance di Jesse Eisenberg) è scritto come se fosse il Joker, una sorta di psicopatico che si sporca all’occorrenza le mani in prima persona, invece della grande mente criminale, strategica e raggiratrice, che si è imparato a conoscere nel corso di tanti anni di storie a fumetti. Non è necessariamente un difetto, ma non se ne comprende il motivo dato che a breve, nell’imminente Suicide Squad, arriverà un Joker ‘autentico’ interpretato da Jared Leto.
Lo stile barocco di Snyder è ancora presente, soprattutto nelle sequenze –molto suggestive – che mostrano come Superman venga percepito dagli occhi dei terrestri. Un dio intangibile, etereo, irrorato di luce, costantemente sospeso a mezz’aria come un fantasma di cui non si conosce ancora la vera natura: eroe, o minaccia. Ma si è fatto più sciolto integrando anche momenti di respiro più ampio (sebbene distribuiti in maniera un po’ sbilanciata. La prima ora è abbastanza piatta), e una grande abbondanza di visioni oniriche, non sempre comprensibili a chi non ha un’ampia conoscenza del mondo dei comics e che, si presume, saranno spiegate nei prossimi film del franchise, che si da già per scontato saranno realizzati. In questa ottica si possono inquadrare anche le apparizioni lampo di altri eroi dell’universo DC: Flash, Aquaman e Cyborg (solo dei cameo) e poi Wonder Woman, interpretata dall’atletica Gal Gadot, che ha invece un ruolo più rilevante. E anche le tante citazioni di momenti ‘importanti’ degli story-arc più noti, da La morte di Superman (con la presenza del mostro Doomsday, qui ricreato in laboratorio a partire dal cadavere del vecchio nemico Zod) e le già citate storie di Miller, inseriti però in maniera perentoria e fuori contesto, nel tentativo un po’ goffo di strizzare l’occhio ai fan di lunga data.
Luci e ombre nella tematica, luci e ombre nella ricezione. Ora non resta agli studios Warner che ingranare la quarta e incrociare le dita. Se tutto va per il verso giusto – e c’è da dire che nel primo giorno di programmazione in Italia il film ha già conquistato il traguardo del milione di euro – è già in lavorazione il film sulla Justice League dove tutti gli eroi si riuniranno in un’avventura collettiva, sul modello degli Avengers. E nel cantiere ci sono già una pellicola stand-alone su Wonder Woman e una solista proprio su Batman, diretta dallo stesso Affleck che ha dimostrato ottime doti da regista con The Town e Argo. Il dado è tratto. La battaglia comincia.
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