Barbera: “A Venezia, il cinema italiano in un momento di grazia”

Barbera: “A Venezia, il cinema italiano in un momento di grazia”


Sono una ventina le opere italiane che complessivamente contribuiscono a definire l’anima della 78ma edizione della Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, al Lido dal 1 all’11 settembre 2021.

Il presidente Roberto Cicutto e il direttore Alberto Barbera, nella conferenza stampa ufficiale di presentazione del programma, hanno naturalmente annunciato anche la presenza dei titoli italiani, trasversali alle sezioni, di cui – in generale – il direttore ha detto: “Ci ha sorpreso la qualità media, complessivamente più alta del solito. Sono ottimista sullo stato di salute del cinema in generale, nonostante le difficoltà che l’industria sta affrontando. Pochissime le assenze dal mondo, in totale più dello scorso anno i Paesi presenti: 59. La presenza italiana in Concorso è più consistente – era dal 1984 che non accadeva –, 5 i film, oltre i 3 Fuori Concorso, la fotografia di un momento di grazia, in cui cineasti affermati si confermano al meglio e altri si definiscono come prospettive per il futuro”. 

Nel prologo della conferenza, Roberto Cicutto, per il cinema italiano, annuncia: “Per la prima volta insieme, la Mostra con Giornate degli Autori e SIC, nel nome degli autori, festeggeremo Citto Maselli, il 5 settembre, presentando il restauro di Storia d’amore, che valse la Coppa Volpi a Valeria Golino”. 

Prosegue Alberto Barbera, entrando nel dettaglio di opere e sezioni; in Concorso, che si apre con Madres Paralelas di Pedro Almodóvar, il cinema italiano è rappresentato da: 

America Latina dei fratelli D’Innocenzo, che “stanno scalando le vette del cinema italiano: dopo Favolacce, questa volta propongono una sorta di assolo, con uno straordinario Elio Germano. Un film con importanti sorprese”, commenta il direttore;

Il buco di Michelangelo Frammartino, dopo “11 anni da Le quattro volte, con cui s’era imposto all’attenzione mondiale; un’opera, senza dialoghi e senza musica, con una cura maniacale del suono, che ricostruisce un’avventura epica”; 

Freaks Out di Gabriele Mainetti: “tutti lo aspettano al varco: arriva dopo sei anni dal suo esordio, ed è stata molto chiacchierata la sua complessa lavorazione, ma con nessuno destinato a rimanere deluso. Un caso più unico che raro nel cinema italiano, che mi fa pensare a grandi autori: troverete tracce di Fellini, Leone, in un film che rimane personalissimo, originale, molto importante”; 

Qui rido io di Mario Martone, che mette “in scena il commediografo napoletano Eduardo Scarpetta, per Martone una sorta di invito a nozze; Toni Servillo giganteggia in una ricostruzione d’epoca assolutamente originale”; 

E’ stata la mano di Dio di Paolo Sorrentino, prodotto da Netflix, che “ricostruisce i fatti drammatici che hanno portato alla morte dei suoi genitori, ma anche gli sviluppi che hanno condotto poi il regista a trasferirsi a Roma e diventare il grande autore che conosciamo. Con Toni Servillo, a Venezia in tre film”. 

Da segnalare nella Sezione, dal romanzo omonimo di Elena Ferrante, anche The Lost Daughter, opera prima da regista di Maggie Gyllenhaal.

Il direttore procede poi con la sezione Fuori Concorso – Fiction, in cui partecipa anche Dune di Denis Villeneuve, e dove il cinema italiano è rappresentato da 3 titoli:

Il bambino nascosto di Roberto Andò, “autore che non fa eccezione, dando il meglio di sé; con Silvio Orlando in una delle sue migliori interpretazioni e Andò che lavora sugli spazi”; l’opera è anche il Film di Chiusura;

Ariaferma di Leonardo Di Costanzo, “secondo noi la sua opera – delle tre – più convincente, interamente girata in un carcere con Toni Servillo e Silvio Orlando, straordinari entrambi: un film che invita alla riflessione”; 

La scuola cattolica di Stefano Mordini che “ricostruisce uno dei fatti più complessi degli Anni ’70, senza cedere al morboso”, con – tra gli altri – Benedetta Porcaroli, Giulio Pranno, Fabrizio Gifuni, Valentina Cervi, Valeria Golino.   

Fuori Concorso – Non Fiction, 4 sono i titoli italiani:

Viaggio nel crepuscolo di Augusto Contento, che parte dall’analisi di alcuni film di Bellocchio, “sorprendente in maniera per nulla convenzionale, con ampio uso di bellissime animazioni”;

DeAndré#DeAndré – Storia di un impiegato di Roberta Lena, film che è “anche un’indagine dei rapporti tormentati con suo figlio Cristiano, che al termine della proiezione si esibirà in un mini concerto in Sala Darsena, venerdì 11 settembre”;

Django&Django di Luca Rea, “una vera lezione di cinema destinata a fare Storia”, basato su un’intervista di Steve Della Casa, una co-produzione Luce Cinecittà;

Ezio Bosso. Le cose che restano di Giorgio Verdelli, che torna al Lido, “dopo essere stato a Venezia con Paolo Conte”. 

Nella sezione Orizzonti, 19 opere complessive, di cui in Concorso:

Atlantide di Yuri Ancarani, girato a Venezia; 

Il paradiso del pavone di Laura Bispuri – per la terza volta alla Mostra – con Dominique Sanda, Alba Rohrwacher, Maya Sansa (anche in Ma nuit in Orizzonti Extra), le interpreti femminili.  

Tra i cortometraggi Fuori Concorso ad Orizzonti: Preghiera della sera (Diario di una passeggiata) di Giuseppe Piccioni.

Nella neonata sezione Orizzonti Extra (8 film complessivi), estensione della precedente, oltre a La macchina delle immagini di Alfredo C. di Roland Sejko, con Pietro De Silva, prodotto e distribuito da Istituto Luce Cinecittà, anche La ragazza ha volato di Wilma Labate, con la sceneggiatura dei fratelli D’Innocenzo, sulla resistenza femminile e la violenza maschile, protagonista Alma Noce. 

Inoltre, un paio di titoli nostrani come Proiezioni Speciali, Fuori Concorso

Le 7 giornate di Bergamo di Simona Ventura, che segna l’esordio alla regia della famosa conduttrice tv, e il film di Andrea Segre, pre-apertura, La Biennale di Venezia: Il cinema al tempo del Covid.  

Infine, Biennale College Cinema, con 6 film totali, rappresentanti del nostro Paese: La tana di Beatrice Baldacci; La santa piccola di Silvia Brunelli

Ricordando, come fondamentale titolo italiano, anche Per grazia ricevuta (1971) di Nino Manfredi, sua opera prima: il film sarà la pre-apertura della Mostra di quest’anno, per cui Centro Sperimentale di Cinematografia – Cineteca Nazionale e Istituto Luce Cinecittà contribuiscono così alla celebrazione del centenario dalla nascita dell’artista. Il film verrà proiettato martedì 31 alle 21 alla Sala Darsena del Palazzo del Cinema al Lido di Venezia.

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