Barbareschi: “Paradiso in vendita, la mia favola politica”

Bruno Todeschini e Donatella Finocchiaro protagonisti della commedia a sfondo sociale. Lo spunto dalle pagine di Economia delle testate europee, per una storia ambientata a Filicudi: “l'hybris della Finanza pensa che tutto sia acquistabile”


“…non è una storia d’amore, ma la storia di uno squalo che aveva perso l’anima”, queste le parole su cui si apre Paradiso in vendita di Luca Barbareschi, film nella sezione Progressive Cinema della Festa di Roma 2024.

“Leggevo sui giornali che tutti vendevano qualche pezzo del proprio Paese così ho pensato alla storia di Svenduti, questo era il working title del film. Ho nel cuore Filicudi, che frequento da quarant’anni, e l’isola italiana poteva essere giusta per una bella storia di ribellione, una comunità piccola che si ribella al potere. Questo film è una fiaba politica, è una fiaba che racconta cose reali: proprio in questi giorni, come fosse un assist al film, ho letto che Bernard Arnault abbia dichiarato di voler comprare il Nord Italia: l’hybris della Finanza pensa che tutto sia acquistabile”, secondo il regista.

Nel film, François (Bruno Todeschini) è un Richelieu del governo francese, l’uomo ombra che s’infiltra nelle questioni sociali scottanti, camuffando la propria identità, nel nome della Patria, un’eredità di famiglia la sua: il francese arriva sull’isola sicula di Fenicusa, uno scoglio di paradiso abbracciato dal blu marino, incontrando un’accoglienza ruspante e colorita, fatta vibrare dalla genuinità degli isolani; sindaco dello scoglio paradisiaco è Marianna Torre (Donatella Finocchiaro), “portavoce della battaglia all’invasore”, come la definisce l’attrice stessa. “Ho amato il suo senso di appartenenza, quello di un personaggio fiero e combattivo: lei, è la leonessa che aizza gli isolani. Marianna ha studiato, fa la maestra, ha la sua cultura, ed è rimasta sola, senza marito, è vedova: la sua è una classica famiglia siciliana con lei leader”, tanto che nel film si presta a mediare con il francese ma grandi senza compromessi di sorta, mentre lui nel frattempo ha fatto sbarcare casse di burro e escargot, rievocando Proust e facendo risuonare Edith Piaf, mentre il grido di battaglia degli autoctoni è “Resistenza! A morte l’invasore!”.

Barbareschi sceglie la commedia, facendo assaporare il gusto francese di racconti cinematografici di successo come Giù al Nord (poi, Benvenuti al Sud nell’adattamento italiano): il suo François si smaschera in fretta, da sé, cogliendo l’occasione della messa paesana, adunata cittadina per eccellenza, in cui si presenta e dichiara apertamente: “mi manda il governo francese per colonizzare l’isola”, parole che, con il trascorre della convivenza con i locali, saranno addirittura corredate da una sua richiesta di scuse, con l’ammissione di aver “peccato di arroganza”, auspicando il desiderio di trovare un equilibrio tra le culture. Ma… Nomen Omen, e se il tuo soprannome è Richelieu, fidarsi è bene, ma non fidarsi è meglio: certo, il fascino francese serpeggia, così quello mediterraneo, le leggende delle sirene e il suono dell’organo rafforzano la vena romantica della vicenda collettiva, da un certo punto in poi anche personale…

Il destino è scritto, non nelle stelle del cielo sopra l’isola ma dagli interessi venali dell’alta finanza internazionale, che come uno squalo assetato sfila silente, serpeggia, e poi morde senza pietà: così, Filicusa è ormai in mano francese, perché se François è un occulto strumento della sua Patria natale, il governo italiano ha comunque firmato l’accordo di vendita e nulla sembra più potere per preservare quell’angolo di paradiso, ma la coscienza gorgoglia, si ribella: quale sarà il destino dei “criminali vestiti da patrioti”?

Paradiso in vendita – che per brevi sequenze utilizza immagini di repertorio, di cinegiornali e concesse da Panarea Film – inoltre gode delle musiche curate da Kaballà, “senza le quali sarebbe un altro film: con lui, è entrata l’anima della Sicilia, con cantanti storici, come Rosa Balistreri”, spiega Barbareschi, mentre per l’autore catanese “Luca credo abbia colto di me il mio nascere cantautore che mette in dialogo il rock, il pop, con il dialetto siciliano. Il mio contributo al film lo condivido con un giovane pianista e compositore, Antonio Vasta, ma le canzoni sono opera mia e penso di portare sempre la mediterraneità”.

Per Paolo Del Brocco, co-produttore per Rai Cinema, Paradiso in vendita “è una storia originale, gradevole, ma ti fa anche pensare, ed è a difesa dell’identità: è una storia che avrà un pubblico enorme, perché si adatta un po’ a tutti – dal grande schermo alle piattaforme, fino al larghissimo pubblico di Rai Uno,  a cui auspichiamo arriverà dopo gli sfruttamenti classici”.

 

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17 Ottobre 2024

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