Baratta: “Continuità per la Mostra”

Si profila la conferma del direttore? "Non ne parlerò alla stampa prima che al Cda, ma la norma per prorogare Barbera per 12 mesi è stata calorosamente richiesta"


VENEZIA – “Un anno positivo, il migliore tra le ultime edizioni”, questa in estrema sintesi la valutazione che un più che mai spigliato Paolo Baratta dà della Mostra in corso, nel tradizionale bilancio di metà festival. Reputazione in crescita anche all’estero – era il punto dolente all’inizio del quadriennio – e dati positivi di affluenza (con un +9% biglietti venduti e 22mila ingressi in totale in questi primi cinque giorni) sono segnali lusinghieri. E’ vero che il presidente della Biennale, come pure il direttore della Mostra Alberto Barbera, è in scadenza ma “questo non è un saluto”. L’impressione, insomma, è che si possa andare verso una doppia conferma. Il 19 dicembre scadrà l’attuale Cda della Biennale e in parallelo il mandato di Barbera, ma per una recente norma quest’ultimo potrebbe avere già prima una proroga di 12 mesi e se confermato anche un ulteriore mandato di quattro anni. Tutti chiedono al presidente se proporrà di prorogare l’incarico a Barbera. “Non ne parlerò alla stampa prima che al Cda – risponde – sarebbe poco educato, posso confermare però che l’applicazione della norma per andare avanti intanto 12 mesi è stata calorosamente richiesta”.

Tra le iniziative che stanno più a cuore a Baratta c’è sicuramente Biennale College che è ormai alla sua quarta edizione. Proprio ieri sono stati annunciati i primi 12 progetti, i cui team composti da registi e produttori (tra questi anche due italiani, Roberto De Feo e Alessandro Aronadio) parteciperanno al primo workshop di 10 giorni che si terrà a Venezia dal 3 al 12 ottobre prossimi. Tre fra questi 12 otterranno un supporto di 150mila euro per la realizzazione di un massimo di 3 lungometraggi (opera prima o seconda), che saranno presentati alla 73ma Mostra.

Tra le novità strutturali c’è sia la chiusura del “buco” davanti al Casinò, dove si potrebbe realizzare un’arena, sia la creazione di una sala di media capienza, con 500 posti, al terzo piano del Casinò, dove ora si tengono le conferenze stampa. Tocca a Barbera fare ammenda su qualche disguido tecnico immancabile nei festival: “Non devono succedere incidenti come nella serata di inaugurazione, quando è saltato il 3D per Everest, o come nella proiezione per la stampa in Sala Grande di Rabin The Last Day, partita stamattina alle 8,45 senza sottotitoli in inglese e recuperata dopo una decina di minuti… La perfezione è il nostro obiettivo”.

Riguardo alla selezione, il direttore si dice piacevolmente sorpreso dall’accoglienza ai film. “Sapevo di aver fatto un programma molto interessante, ma non speravo che fosse così apprezzato. Anche Guadagnino, che ha avuto un’accoglienza contrastata, ha trovato forti estimatori, come Variety, che lo definisce uno dei migliori dell’ultimo decennio”. E sul suo futuro, naturalmente, glissa: “Non ne abbiamo mai parlato con Baratta. Un discorso di questo tipo è prematuro e fuori luogo”.

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