Il commento di Lino Banfi non s’è fatto attendere, a supporto della pagina Facebook dedicata ai suoi film, che è stata oscurata: “Ci stanno togliendo la possibilità di ridere e far ridere, cosa di cui oggi avremmo un gran bisogno. Per questo dico basta agli eccessi del politicamente corretto: con queste azioni sono gli stessi censori a risultare ridicoli e poco credibili. Nessun gay si è mai sentito offeso dai miei film e io ho provato a trattare l’omosessualità tenendomi sempre lontanissimo dal rischio omofobia“.
Facebook ha oscurato e censurato il gruppo “Noi che amiamo Lino Banfi Official”, dedicato ai film recitati dall’attore pugliese: una pagina da 117mila fan, fondata da Calogero Vignera. La decisione di oscurare il gruppo dettata, secondo la piattaforma social, dal fatto che i suddetti film sarebbero portatori di incitamento all’odio e alla violenza contro gli omosessuali, oltre che di espliciti contenuti sessuali.
Il gruppo (a cui aderivano anche Andrea Roncato, Gloria Guida, Sergio Martino, tra gli altri) pubblicava frame e sequenze da La liceale seduce i professori e Zucchero, miele e peperoncino o Fracchia la belva umana: i contenuti sono stati rimossi per violazione delle linee guida standard. Tra i post, video con Lino Banfi che recitava: “Ti spezzo la noce del capocollo e ti metto l’intestino a tracollo” oppure “E benvenuti a ‘sti frocioni, belli grossi e capoccioni”.
Come riportato da “Libero”, il fondatore Calogero Vignera, ha dichiarato: “Nel gruppo si potevano pubblicare solo immagini e frasi dei film con Lino e scatti relativi alla sua carriera. Qualsiasi altra foto legata ad altri personaggi o contesti, tanto più se violenta o hard, veniva da me filtrata e non pubblicata. Il principale scopo della nostra comunità era quello di fare ridere e tirar su il morale alla persone. E poi facevamo anche tanta beneficenza. Mettevamo all’asta gli autografi di Lino e destinavamo il ricavato a Croce Rossa, Airc o Komen Italia“.
Secondo il fondatore, la censura del gruppo sarebbe da attribuire agli algoritmi di Facebook o alle segnalazioni di persone invidiose del successo della comunità: Vignera ha chiesto a Facebook di ripensare alla scelta, semmai ripristinando nuovamente in chiaro il gruppo; se così non fosse, sarebbe pronto ad aprire un altro gruppo tematico e a procedere per vie legali.
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