Bande à part di Jean-Luc Godard torna al cinema dal 12 febbraio nella versione restaurata con Movies Inspired. Il film del 1964 è il settimo lungometraggio del regista e una delle pietre miliari della Nouvelle Vague, è interpretato dalla moglie Anna Karina (da cui si sarebbe separato poco dopo), da Sami Frey e Claude Brasseur.
E’ la storia di due balordi, Arthur e Franz, che progettano una rapina in una casa della periferia parigina: Odile, una loro compagna di classe a un corso d’inglese per adulti, si è lasciata sfuggire che il pensionante di sua zia Victoria tiene nascosta in soffitta una grande somma di denaro contante. Per convincere Odile a lasciarli entrare in casa della zia, i due la corteggiano a turno, passandole bigliettini d’amore e portandola a ballare; quando decidono chi di loro dovrà passare la notte con la ragazza, lei imbroglia perché vinca Arthur. La rapina finisce male e Odile scappa con Franz senza il bottino mentre Arthur rimane ucciso.
Il film, girato a basso costo dopo la grande produzione italo-francese Il disprezzo, è la trasposizione molto libera di un romanzo letto nell’economica di Gallimard, “Fool’s Gold” di Dolores Hitchens. Così Godard lo racconta: “Mi sono detto: Farò di Bande à part, un piccolo film di serie Z come certi film americani che mi piacciono”. Ci sono episodi che hanno influito profondamente sul gusto degli amanti del cinema di serie B, come il ballo a tre nel caffè-ristorante, o la strepitosa sequenza della visita lampo al museo del Louvre. La scena del ballo nel ristorante è stata ripresa in Pulp Fiction di Quentin Tarantino e più recentemente in Le Week-End di Roger Michell con Jeff Goldblum, Jim Broadbent e Lindsay Duncan. Altri omaggi si trovano in American Sunshine, nel bertolucciano The Dreamers – I sognatori (la corsa nelle sale del Louvre) e nel video musicale di Un romantico a Milano dei Baustelle.
Il film diretto da Vittorio De Sica nel ’61 è stato restaurato in 4k da Cinecittà e Filmauro, con la supervisione di Andrea De Sica. Per l’anteprima alla Festa del Cinema di Roma, le parole del nipote e del figlio, Brando e Christian De Sica
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