“Lei era mia amica!”. Alec Baldwin ha parlato in pubblico per la prima volta da quando nelle scorse settimane ha ucciso accidentalmente il direttore della fotografia Halyna Hutchins su un set cinematografico, sparando un colpo da quella che gli era stata “consegnata come un’arma a salve”.
Rispondendo a dei giornalisti che lo hanno avvicinato per strada con la moglie in Vermont, l’attore ha detto che sarebbe favorevole a limitare in futuro l’uso di armi da fuoco nelle produzioni cinematografiche per proteggere la sicurezza delle persone.
Quanto al silenzio osservato fin qui, Baldwin ha spiegato che gli era stato chiesto dagli inquirenti (che ancora devono decidere su un’eventuale accusa penale nei suoi confronti) di non parlare delle indagini in corso.
Hutchins, 42 anni, è stata uccisa sul set del film western Rust, in New Mexico, quando Baldwin ha sparato inconsapevolmente con una pistola caricata con un proiettile vero. Il regista del film, Joel Souza, è stato ferito alla spalla dallo stesso proiettile che aveva prima colpito la donna, poi deceduta. “Era mia amica. Il giorno in cui sono arrivato a Santa Fe e ho iniziato a girare, l’ho portata a cena con Joel (il regista, ndr.)”, ha detto Baldwin ai reporter.
“Eravamo una troupe molto affiata che girava un film insieme e poi è successo questo evento orribile”. Il video dello scambio con i giornalisti è stato pubblicato dal sito Tmz. Baldwin, visibilmente scosso e affiancato dalla moglie Hilaria altrettanto turbata, ha affermato che l’incidente è stato “un episodio” che può accadere una volta “su un trilione”. Come a sottolineare la sfortuna che è toccata alla donna e a lui. “Lo sforzo in corso per limitare l’uso delle armi da fuoco sui set cinematografici è qualcosa a cui sono estremamente interessato”, ha aggiunto. Baldwin, che è anche produttore di Rust, ha detto che “dubita sinceramente” che la produzione del film possa mai riprendere. Un portavoce dei produttori del film non ha voluto commentare l’affermazione.
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