In attesa di Avatar – La via dell’acqua, attesissimo sequel che dovrebbe arrivare in Italia il 14 dicembre, addirittura prima che negli Stati Uniti (uscita prevista il 16), il 22 settembre torna in sala il film originale, campione di incassi mondiale e tutt’ora imbattuto al box-office nonostante una breve incursione al primo posto di Avengers: Endgame, che ormai si porta sulle spalle ben 13 anni.
Ultimo grande kolossal teorico prima dell’avvento dei cinecomic, Avatar è però invecchiato benissimo, o almeno così la pensano il suo regista e creatore James Cameron e il cast, che ha accompagnato con una press conference online internazionale la nuova uscita del film.
“Ci sono un sacco di nuovi fan del film – ha detto Cameron – noi stessi lo abbiamo rivisto e siamo rimasti impressionati da come ancora appaia moderno. Ci entusiasma l’idea di farlo vedere a un pubblico che non ha mai avuto l’opportunità di guardarlo in una sala cinematografica. Ognuno ha la sua sfida da conquistare. La gente non risponde alle opere d’arte ma alla gente. Anche se i miei personaggi hanno il corpo blu, occhi grandi e code feline, il film parla di politica, di cose importanti che hanno una portata universale, che si venga dagli USA, dal Giappone o da qualsiasi altra parte del mondo”.
Circa l’impatto visivo, Cameron prosegue: “Abbiamo mescolato tantissime tecniche. Credo che durante i primi minuti tutti si stessero chiedendo ‘ma come cavolo lo hanno fatto?’. Poi però si sono arresi all’immersività del film, ai suoi ambienti e alla sconfinata bellezza naturale di Pandora. Non era certo il primo film a usare una cgi avanzata, ma ha reso il 3D uno standard importante per un certo periodo di tempo. Come fu per il colore, la gente andava al cinema perché i film erano a colori, e così sono andati in sala perché i film erano in 3D. Lo stesso vale per certe tecniche di ripresa, hanno avuto un grande impatto. Ciò che mi ha reso più orgoglioso è stato il lavoro di squadra, che ci ha permesso di creare un mondo naturale realistico, bello da vedere e quando serviva anche spaventoso. Ma c’è anche tanta bellezza umana nel film, la formazione dei personaggi in mille modi diversi e attraverso diversi linguaggi”.
Sam Worthington, interprete del protagonista maschile Jake Sully, ammette che “non sempre avevamo idea di quello che stavamo facendo, ma Jim era fantastico, e questo era parte del divertimento. Dovevamo ‘dipingerci di blu’ e fidarci della sua visione. Era come se il computer traducesse costantemente i nostri movimenti a quegli strani personaggi blu, ma la nostra performance veniva comunque catturata. Credo che al pubblico però sia arrivata la storia di un giovane che arriva su un altro pianeta, si trova di fronte a un’altra cultura dove è riuscito ad ambientarsi, ha preso confidenza con gli altri che lo circondavano, questo ha creato con la gente un legame emozionale”.
Sigourney Weaver interpreta la Dottoressa Grace Augustine, amatissima, di cui è atteso il ritorno nel secondo capitolo nonostante l’apparente dipartita alla fine del primo. “Mi ricordo benissimo il primo giorno di riprese, mi sono infilata nella tuta e calata nei panni di un Avatar. C’era uno schermo di fianco a noi dove potevamo vedere una versione grezza di come saremmo apparsi nella pellicola. Mi ha dato i brividi, sapevo già che Jim lo avrebbe fatto funzionare ma in quel momento ho capito che da quella stanzetta saremmo riusciti a tirar fuori un mondo completamente diverso dal nostro. Non sapevamo mai veramente quando il lavoro era finito. Quando l’ho visto al cinema mi ha colpito naturalmente il 3D, ma non tanto per come era usato sui paesaggi e le scene spettacolari, ma per come dava valore anche alle normali scene di dialogo e di riflessione. Eravamo direttamente in mezzo alla sala cinematografica, con gli spettatori, prendevamo con loro le nostre decisioni e, beh, non potevano scappare. Anche per questo il mio personaggio ha avuto tanto impatto: la flora e la fauna di Pandora erano presentate con grandissima attenzione e credibilità. James stesso è una sorta di scienziato e io ho interpretato una scienziata, e forse ho spinto molte ragazze a diventare scienziate e… non fumatrici!”, scherza in chiusura di intervento.
Zoe Saldana è la principessa aliena Neytiri: “non posso dimenticare il giorno in cui James mi ha chiesto di interpretarla. Potevo lavorare col mio idolo, il creatore di Sarah Connor, quello che aveva reinventato il personaggio di Ellen Ripley. Ero entusiasta. Poi ho capito quanto lavoro avrei dovuto fare: dovevo imparare a tirare con l’arco, allenarmi con le arti marziali, la mia immaginazione ha preso il via, non ha avuto mai confini così vasti. Sono stata molto orgogliosa di sentirmi parte di questo mondo magnifico e oltre tutte le mie aspettative. Ho cercato di dare del mio perché amando lo storytelling penso che bisogna sempre ragionare sul personaggio, creare una ‘backstory’ che lo renda tridimensionale, Avatar è anche questo. Ho avuto gente che mi ha sostenuta a incoraggiata ad avere successo. Ho imparato tanto. Alcuni di questi insegnamenti li ho poi passati ai miei figli”.
Alla conferenza prendono parte anche Michelle Rodriguez (la soldatessa elicotterista Trudy Chacón) e Stephen Lang (il villain, il colonnello Miles Quaritch):”Lavorare con Cameron apre davvero degli orizzonti – conferma Rodriguez – è un esempio di leadership che ispira tutti a dare il loro meglio. E’ stata un’esperienza eccezionale che mi ha fatto sentire parte di qualcosa di straordinario, imparando cose del tutto nuove. La cerimonia tribale è la scena che preferisco, quando i Na’vi cercano di riportare in vita la Dottoressa Augustine. Mi ha sempre toccato, anche dal punto di vista ambientale: era tutto bello, naturale, spirituale e con un’atmosfera splendidamente ‘antica’. Nessuno ha mai messo in una storia tanto cuore, mente, cura e passione. E’ una storia di rispetto per la vita e io sono orgogliosa di farne parte”.
Anche Lang, pur essendo il ‘cattivo’, è stato molto apprezzato: “Mi è stato utile – dice – cercare le qualità che lo hanno messo in posizione di leadership, e molte di queste erano positive. Questo paradossalmente è piaciuto molto agli spettatori, che forse si sono identificati. Gli americani possono essere molto aggressivi. Quando ho visto il film l’ho relazionato chiaramente alla sceneggiatura che avevo letto e la pellicola su schermo era esattamente quello che immaginavo di vedere. Questo è stato veramente rimarchevole”.
TRAILER ‘AVATAR’:
TRAILER ‘AVATAR – LA VIA DELL’ACQUA’:
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