CANNES – Una storia, nella storia, nella storia… in un meccanismo di scatole cinesi narrative che costruisce un malinconico monumento alla nostalgia e che rende omaggio all’onnipotenza creativa della sceneggiatura. In questa Cannes 72 il cinema osserva molto se stesso. Lo fa in C’era una volta… a Hollywood di Quentin Tarantino ma anche in La Belle Époque di Nicolas Bedos, applaudito ieri fuori concorso e in autunno nelle nostre sale con I Wonder Pictures. Tutto comincia da Victor (Daniel Auteuil), sessantenne autore di fumetti che non riesce a digerire il tempo che passa e i cambiamenti della modernità. Tutto il contrario della moglie (Fanny Ardant), che prima di addormentarsi si fa un giro nella realtà virtuale indossando il casco VR a letto, e del figlio (Michael Cohen), produttore di successo di serie tv per le piattaforme.
Alla crisi creativa e sentimentale di Victor cerca di rimediare il figlio attraverso un suo amico (Guillaume Canet) che organizza « viaggi nel tempo » per clienti facoltosi e lo porta nel bel mezzo degli anni ’70, al momento in cui conobbe la sua futura moglie, apparizione folgorante in un bistrot fumoso ricostruito nei minimi dettagli. « La nostalgia va alla grande sul mercato », si dice nel film, che lavora, con raffinatezza di scrittura e recitazione, sul contrasto con la velocità di consumo tecnologico di oggi e sul potere della messinscena. Nel meccanismo della finzione si gioca anche la tormentata storia d’amore di Canet con una sua attrice. « Fare questo film è stato un po’ come guardarmi allo specchio – ha commentato l’attore, burattinaio dei viaggi nel tempo di La Belle Époque – Ho avuto l’eccitante possibilità di guardarmi dall’esterno mentre lavoro come regista. Ho visto la mia energia, la mia passione ». E la sua storia d’amore, visto che anche lui, nella vita, è legato a un’attrice (Marion Cotillard). « Le due love story del film mi hanno commosso. Ho trovato molto toccante anche la missione del mio personaggio: far ritrovare la felicità a Victor, il suo mentore, che in passato aveva cambiato la sua vita ».
In un’intervista a ‘Nice-Matin’ il sindaco David Lisnard ha parlato del museo del cinema di cui si sta parlando in questi giorni, e che dopo il consiglio municipale, avrà il via libera per il lancio ufficiale. Con un altissimo livello di esigenze. “Sarà eccezionale oppure non si farà”, dice il sindaco. Il nome ufficiale è “Museo Internazionale del Cinema e del Festival di Cannes”
Aïda Belloulid, responsabile dell'ufficio stampa del Festival di Cannes, risponde ai presidenti di Sngci e Sncci in merito alla questione delle proiezioni stampa riservate a pochi prescelti: "Ci siamo limitati ad agevolare il lavoro dei media audivisivi per la messa in onda dei servizi estendendo a pochi altri quotidiani cartacei di caratura internazionale"
Laura Delli Colli, presidente del SNGCI, e Franco Montini, presidente del SNCCI, hanno indirizzato una lettera a Aïda Belloulid, capo ufficio stampa del Festival, nella quale chiedono una soluzione per le prossime edizioni che consenta a tutti i membri della stampa di partecipare alle stesse proiezioni, com’è finora sempre accaduto
Il listino di True Colors ha conquistato i buyers al Festival di Cannes. L'horror girato in inglese In the Trap è stata una delle hit del mercato.Prevenduti anche i nuovi film di Ferzan Ozpetek e Mario Martone