Torna Asiatica, il Festival del Cinema Asiatico, a Roma, dal 17 settembre al 2 ottobre al Teatro Argentina e al Teatro India.
Oltre 40 film, documentari, corti da 28 Paesi asiatici. Notevole la presenza del cinema iraniano con l’opening night di The Salesman di Asghar Farhadi, al Teatro Argentina il 17 settembre, per poi proseguire al Teatro India. Il 19 settembre, l’intera giornata sarà dedicata al cinema iraniano per il ventennale della Iranian Independents, importante casa di distribuzione fondata da Mohammad Atterrai, ospite del Festival.
Il 23 settembre, arriva 76 minutes and 15 seconds with Kiarostami, un omaggio, di Seifollah Samadian, al grande regista iraniano recentemente scomparso. La giornata di chiusura del festival vedrà invece la presenza di Mohammad Rahamian, altro regista iraniano con il suo Bench Cinema, un delizioso omaggio al cinema di tutto il mondo e in particolare italiano. Domenica 18, Hotel Machine, un documentario che racconta la guerra attraverso gli hotel in cui soggiornano i giornalisti di guerra. Alla presenza del regista Hung-en Su, domenica 18 The Mountain, un documentario taiwanese sulla condizione degli abitanti autoctoni dell’isola. Dalla Cina, Crosscurrent, con la splendida fotografia di Mark Lee. Il focus del 2016 verterà sulla Mongolia Interna, con vari rappresentanti della Inner Mongolia Film Group e il Coro Nazionale, che il 20 settembre si esibirà con i suoi 46 elementi, con voci a cappella e il tradizionale canto armonico.
Dalla Corea del Sud, The Bacchus Lady del famoso regista E J-young premiato in tutti i festival internazionali, mentre prodotto ad Hong Kong, Asiatica porta in anteprima in Italia Beautiful 2016, quattro corti di quattro famosi registi: Jia Zhangke, Stanley Kwan, Hideo Nakata e Alec Su. Dal Giappone, un divertente omaggio al Roman Porno degli anni 70, con Wet Woman in The Wind di Shiota Akihiko, ospite del Festival, curiosa trasposizione odierna di una passione antica. Alla presenza del regista K Rajagopal da Singapore A Yellow Bird, tra i film rivelazione di Cannes 2016. Asiatica continua la sua attenzione sulle cinematografie del centro-Asia. Dal Kazakistan, il toccante, forte The Wounded Angel di Emir Baigazin.
Per quanto riguarda la sezione documentari: Nabarun, firmato da Q, regista di punta della new wave indiana, associato all’incontro per la pubblicazione de Gli ammutinati di Calcutta di Nabarun, edito da Metropoli d’Asia. Saranno cinque, in totale, gli incontri in cui scrittori ed editori presenteranno le nuove pubblicazioni relative alle trasformazioni profonde in atto nel continente asiatico a partire dalla Siria, Paese presente con tre documentari all’interno della manifestazione. Il festival presenta il lavoro di Veysi Altay, ospite del Festival, con il documentario The New Life, sulle guerrigliere di Kobane e altri documentari che arrivano dal Nepal, Azerbaijan, Pakistan e Taiwan – quest’ultimo Paese presente con fiction e documentari. Yervant Gianikian e Angela Ricci Lucchi presenteranno quindi le proprie opere Frammenti Elettrici su quattro schermi, nella giornata conclusiva del festival. Ospite di Asiatica, per la ricorrenza del 2 ottobre, Giornata internazionale della Non-violenza, Tara Gandhi.
Due, infine, le mostre fotografiche e l’installazione Foresta di Sari, di Gaia Franchetti.
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