Arriva la gilda del 3D

All’American Pavilion del Villaggio Internazionale si è tenuto un interessante incontro in due tranches (workshop e conferenza), organizzato da 3D Stereo MEDIA, a proposito dello sviluppo della stereo


CANNES – Come sempre il Festival non è solo film e glamour ma anche l’occasione per approfondire e confrontarsi tra addetti ai lavori su temi di interesse comune, tra cui spiccano specie negli ultimi anni, data la velocità con cui progrediscono, le nuove tecnologie. Il 3D e tutte le sue sfumature sono tra le argomentazioni più chiacchierate, e oggi all’American Pavilion del Villaggio Internazionale si è tenuto un interessante incontro in due tranches (workshop e conferenza), organizzato da 3D Stereo MEDIA, a proposito dello sviluppo della stereoscopia sia in Europa che nel resto del mondo, non solo nel campo del cinema. A moderare l’incontro è stato Jacques Verly dell’università di Liegi, rettore del dipartimento di elettronica e informatica. Si approfondisce su quale sia l’impatto delle nuove tecnologie sul box office, sottolineando come i maggiori successi degli ultimi anni su scala mondiale (in testa Avatar, poi la riedizione di Titanic, Avengers, Fast & Furious 7 e Harry Potter) utilizzino la stereoscopia, e come le sale 3D stiano espandendo su scala mondiale (in Cina nel 2006 c’erano circa 7mila schermi adatti a supportare la visione stereo, oggi siamo a 23mila e siconta di arrivare a 40mila nel 2018, quindi una media di 5mila aggiunte di schermi 3D ogni anno), “Il 3D – conclude Chabin – è decisamente un elemento importante nella storia del Box Office”.

La stereografa Josephine Derobe (che ha lavorato tra gli altri con Wim Wenders per Pina 3D e Everything will be fine) sottolinea come “sia possibile realizzare opere in 3D anche a medio e basso budget, specie in Francia con il supporto del CNC, che nel 2008 ha messo in piedi una commissione dedicata. Il 3D non è solo una tecnologia, è un media. Si può fare di tutto con la stereoscopia, film d’azione, veloci e ritmati, o film intimisti come quelli di Wenders. Ci sono molti misunderstanding sulla materia. Ad esempio molti pensano che i film con un montaggio serrato, in 3D, causino più facilmente nausea e mal di testa, ma non è vero. Tutto dipende da quello che si vuole fare e da come si maneggia lo strumento. L’importante è affidarsi al consiglio degli esperti e il mondo è ormai pieno di ottimi stereografi”.

Un intervento di Jim Chabin della Advanced Imaging Society si concentra soprattutto sul rapporto del 3D con gli schermi televisivi casalinghi che, dice “stanno diventando sempre più economici e più grandi. Nel momento in cui al cinema si gira in 4K bisognerà progettare i film anche perché siano compatibili coni vari formati televisivi”. E ci si sofferma anche sulle nuove possibilità offerte proprio dai formati  super-definiti come il 4k e l’Ultra HD, che permettono, al cinema come in tv, vette di contrasto mai toccate e una netta divisione tra colori chiari e scuri. “Lo Spazio profondo ora appare veramente nero, cosa impossibile fino a qualche anno fa”. Dalla compagnia belga Barco arriva Brian Claypool, a soffermarsi soprattutto sull’HFR, acronimo per ‘High Frame Rate’, tecnologia innovativa che raddoppia i classici 24 fotogrammi al secondo per rendere tutto più realistico e, teoricamente, coinvolgente: “Ma non tutto è andato liscio – dice Claypool – sicuramente avete visto Lo Hobbit e, mentre alcuni lo hanno apprezzato, ad altri questo effetto non è piaciuto per niente. Molti hanno lamentato l’effetto ‘soap opera’, per cui il paradosso è che invece di più realistico percepivano il film come più finto, come se si vedesse che erano su un set. C’è da stabilire dunque se l’HFR resterà con noi ancora per un po’ o se si è trattato di un breve cameo. Ang Lee intanto sta girando un film in questo formato e ci sono diversi movimenti a riguardo”.

Simon Craddock
della britannica Onsight si è soffermato sugli aspetti produttivi legati al girare in 3D e alta definizione, sottolineando quanto gli obiettivi debbano tenere conto del calo di luminosità che il passaggo alla terza dimensione comporta e quando si debba essere accurati nel trucco e nel parrucco, oltre che nella costruzione dei set, che in alta definizione tendono più che mai a rivelare il loro carattere fittizio. Aljosa Smolic della Disney Research di Zurigo (che ha lavorato con la sua squadra su kolossal del calibro di Up) riassume un po’ tutti gli aspetti sottolineando come ancora al 3D e all’altissima definizione manchi un passaggio fondamentale: l’approdo su tablet e cellulari.

In conferenza l’annuncio: le forze unite di stereografi ed esperti vogliono dar vita a una “gilda del 3D”: “Siamo convinti che il 3D funzioni – dice ancora Chabin – e che possa aiutarci a riportare la gente in sala. Avengers: Age of Ultron ha guadagnato 626 milioni di dollari in 12 giorni ed è primo in 88 paesi. Se vogliamo costruire una casa dobbiamo pensare a costruire subito una buona porta, e il 3D è la nostra. A dicembre uscirà Star Wars e noi sappiamo che non sarà solo il film dell’anno, ma il più grande film di tutti i tempi in termini di Box Office, il 3D sarà parte di tutto ciò”. 3D Stereo MEDIA organizzerà il 16 e 17 dicembre a Liegi un festival interamente dedicato alla materia. Per iscrizioni www.3dstereomedia.eu

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15 Maggio 2015

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