TORINO – Lo sceneggiatore Giorgio Arlorio, autore di film di Lizzani, Camerini, Gillo Pontecorvo e Dino Risi, inventore di Specchio segreto (con Nanni Loy) e di Chi l’ha visto, e l’ex operaio e filmaker Pietro Perotti, che negli anni ’60 riprese in Super8 la catena di montaggio a Mirafiori (documento ancora oggi unico), hanno ricevuto il Premio Maria Adriana Prolo alla carriera. Un doppio premio nel segno dell’attenzione alle lotte operaie e all’impegno politico che nel caso di Arlorio accompagna da sempre la sua attività di scrittura. La consegna dei riconoscimenti è stata preceduta dalle laudatio del critico Stefano Della Casa per Giorgio Arlorio, che era rappresentato dalla figlia Sasha (novantenne, l’autore è bloccato a casa da una frattura), e dello storico Marco Revelli per Pietro Perotti.
“Arlorio e Perotti – ha spiegato Steve Della Casa – hanno in comune, ovviamente nella diversità, la vena sperimentale e l’amore per un cinema realista e capace di parlare allo spettatore direttamente, senza intermediazione”.
Giorgio Arlorio è nato a Torino e ha iniziato la sua attività scrivendo racconti, pubblicando su diverse riviste sperimentali ed entrando in contatto con alcuni degli autori più importanti dell’epoca, come Cesare Pavese ed Elio Vittorini. Anche se uno degli scrittori più amati, e anche fonte d’ispirazione, è certamente Beppe Fenoglio, di cui Arlorio alla fine degli anni ’70 adatta per la televisione il romanzo La paga del sabato. Aiuto regista (e in qualche caso anche attore) venne in contatto con due grandi: Mario Soldati e Pietro Germi. Negli anni ’50 si trasferì a Roma, dove comincia a lavorare con Gillo Pontecorvo, Dino Risi, Mario Camerini, Mauro Bolognini, Mario Monicelli. Con quest’ultimo collabora per I compagni dando un contributo fondamentale per il doppiaggio, la scrittura dei dialoghi e la ricostruzione della Torino di fine ‘800. Ma Arlorio non ha disdegnato i film di genere e popolari con titoli come La patata bollente di Steno, L’arciere delle mille e una notte di Antonio Margheriti, Il mercenario di Sergio Corbucci e Zorro di Duccio Tessari.
La rivista dell’AMNC Mondo Niovo 18-24 ft/s ha dedicato ai due premiati un doppio numero a cura della direttrice Caterina Taricano e del presidente dell’AMNC Vittorio Sclaverani, con testimonianze di Fausto Bertinotti, Ivan Cotroneo, Matteo Garrone, David Grieco, Felice Laudadio, Citto Maselli, Emanuela Piovano, Stefano Rulli e Paolo Taviani su Arlorio e Altan, Piero Gilardi, Carlo Minoli, Giovanni Piperno e Gianni Usai su Perotti, oltre a un’intervista inedita a Perotti e una testimonianza inedita su Torino di Giorgio Arlorio. Caterina Taricano ha curato inoltre il volume biografico Viaggi non organizzati – La vita e il cinema di Giorgio Arlorio (edizioni Centro Sperimentale di Cinematografia – Iacobelli Editore), un libro ricco di ricordi intensi, storie divertenti, foto dalla collezione privata dello sceneggiatore e con uno sguardo critico che attraversa il costume e la storia del secondo dopoguerra lasciando ai giovani cineasti e studenti di cinema – Arlorio è anche insegnante del Centro Sperimentale – alcune fondamentali lezioni sul lavoro di squadra e sulla forza dell’impegno.
L’evento genera sul territorio un impatto pari a oltre 2,1 milioni di euro, grazie ai consumi del pubblico, particolarmente appassionato e fidelizzato, e alle spese di organizzazione del festival
I dati della 36a edizione: 62.500 presenze, 2.161 accreditati (stampa e professionali/industry), 26.641 biglietti singoli e un maggior numero di proiezioni gratuite e di ingressi omaggio, rispetto all'edizione 2017
Il regista incontra il pubblico al Torino Film Festival prima della proiezione di Santiago, Italia, il suo documentario sul Cile di Allende e il colpo di stato di Pinochet. "Mentre lavoravo al montaggio, mi sono accorto che il film doveva finire in Italia e raccontare una storia italiana di cui andare orgogliosi, proprio oggi che una grande parte della nostra società è chiusa all'accoglienza"
La Giuria di Torino 36 presieduta da Jia Zhang-ke (Cina) e composta da Marta Donzelli (Italia), Miguel Gomes (Portogallo), Col Needham (UK), Andreas Prochaska (Austria) assegna il premio al Miglior film a