‘Gonzo Girl’: Patricia Arquette esordisce alla regia con una storia di letteratura e follia

L'attrice recita anche nel film, che passa alla Festa di Roma 2023, tratto dal romanzo omonimo di Cheryl Della Pietra ed è stato adattato per il grande schermo da un duo di sceneggiatrici: Rebecca Thomas e Jessica Caldwell.


Nel cast anche Camila Morrone, modella che ha già sperimentato la recitazione in Bukowski di James Franco e Never Goin’ Back, commedia indipendente prodotta da A24.

La storia è quella di Alley Russo (interpretata da Morrone), un’aspirante scrittrice assunta da una casa editrice per diventare l’assistente del famoso giornalista Walker Reade (Willem Dafoe) e aiutarlo nella creazione del suo tanto atteso ultimo libro. La giovane scoprirà ben presto che gli eccessi di droga hanno reso l’uomo incapace di scrivere frasi sensate, spingendola a prendere l’iniziativa e trasformare i suoi deliri in prosa.

Arquette, nel film, interpreta il ruolo dell’agente di Reade ed è anche una delle produttrici insieme a Tom Heller di Rh Negative Entertainment, Frank Hall Green di Catch & Release Films e Cameron O’Reilly di Bayard Productions.

“Patricia ha messo me e Willem nella stanza delle prove e abbiamo fatto esercizi di fiducia e prove pazze e sperimentali – ha detto Morona a ‘Interview‘ – Abbiamo rotto il ghiaccio il primo giorno. Sono entrata nella stanza delle prove e lei ha detto: “Will e Cami, facciamo questo”. E abbiamo iniziato a fare la scena più difficile del film, urlando e rincorrendoci fino a rilassarci ed essere a nostro agio. Ho imparato già solo guardando Willem. È uno scherzo della natura quanto quell’uomo sia bravo”.

E ha splendide parole anche per la sua regista:

“Non riesco a descriverla con le parole. Non ho mai incontrato una persona più profonda e unica nella mia vita. È più di un’attrice. Lei, come essere umano, è la più cosmopolita, acculturata, intelligente, articolata. Ho imparato moltissimo solo chiedendole della sua vita e ascoltando il suo punto di vista. E poi è sempre interessante quando un artista che è affermato nel suo settore si mette alla prova in un altro. Con questo lei stava mettendo piede in un’altra parte del suo lato artistico e penso che abbia fatto un film molto speciale”.

Dice la regista: “Il modello di questa storia è ovviamente Hunter Thompson – che alla sua assistente ha sparato – ma abbiamo cambiato alcune cose. Mi interessava il blocco dello scrittore, dal punto di vista dell’assistente. E’ anche una storia di formazione di una giovane donna, e poi effetti speciali per le scene delle droghe e dell’acido, è anche un modo per usare la tecnologia moderna. E’ positivo spaventarsi a volte, la vita ha a che fare con la crescita e questa esperienza mi ha resa umile, una ripida curva di apprendimento. Avrei sempre voluto fare la regia, occuparmi del design, dei colori, non ero mai stata coinvolta. Mi piace anche recitare e volevo che ci fosse spazio anche per quello. Non si parla solo di co-dipendenza, la vita funziona in maniera diversa, non c’è un solo tema. Volevo che gli attori potessero esplorare tutti gli aspetti del personaggio. Magari nel film fanno una cosa schifosa e poi dicono qualcosa di carino e di saggio, volevo che si notasse il meccanismo di sopravvivenza. Abbiamo esplorato i temi andando oltre la biografia…l’ho trovato molto più interessante”.

Colpiscono il pubblico certe battute su Anna Magnani, un po’ spinte: “E’ una riflessione sul valore economico della bellezza – commenta Arquette – fa parte dell’ignoranza del personaggio. E’ una cosa stupida da dire, indica una mente piccola. ‘Gonzo’ indica qualcosa di selvaggio, di stupido, di impietoso se vogliamo, ma anche geniale”.

Così invece Willem Dafoe: “Quello che mi ha attirato del personaggio sono i rapporti che ha avuto con le varie donne, ma anche il suo blocco. E’ un artista, celebre, non sai come andrà avanti… queste sono le cose che mi interessano. Patricia ha detto di non voler realizzare una caricatura, ma non è un film che riguarda  Thompson. Parte da lì ma va più in profondità. Essere in grado di usare certi discorsi e certe parole che rappresentano la radice del personaggio è importante: il linguaggio è azione, con le parole puoi ottenere tantissimo”:

Prosegue Morrone: “Ho incontrato Patricia e Willem solo il primo giorno di prove… poi mi hanno letteralmente lanciato sul set. O voli o muori, è stata questa la mia esperienza, dopodiché abbiamo iniziato a girare quattro o cinque giorni dopo. Alla fine questo ci ha aiutati a creare energia nervosa o ansia, che per il personaggio sono fondamentali. Non capitano tutti i giorni opportunità del genere. Sono stata una mosca che apprende il processo, osservando Willem o Pat, un vero sogno trovarsi in quella posizione”.

Conclude Arquette: “Quando entri nell’orbita di una celebrità, ti rendi conto di quanto spazio prendano. Per questo abbiamo usato primi piani atipici e grandangoli, un linguaggio molto anni ’70, c’è qualcosa di molto vivo nel tutto, e gli effetti speciali ci hanno aiutato, anche se non avevamo un budget così alto”.

 

 

Andrea Guglielmino
25 Ottobre 2023

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