VENEZIA – Si è svolta presso l’Italian Pavilion la presentazione del libro ‘Antropocinema – La saga dell’uomo attraverso i film di genere’ di Andrea Guglielmino, edito da Golem Libri (15 €, 206 pp.) e corredato da una presentazione di Gianni Canova e da una copertina disegnata dal fumettista Stefano Caselli (Spider-Man, Avengers).
Il saggio analizza alcune delle saghe più celebri prodotte dal cinema hollywoodiano contemporaneo utilizzando un metodo comparativo di matrice antropologica (di qui il titolo). Seguendo un’ideale linea evolutiva che prende avvio dai dinosauri di Jurassic Park e, percorrendo in successione varie “tappe” che vanno da King Kong al Pianeta delle scimmie, da Conan il barbaro a Sherlock Holmes, giunge fino agli scenari futuribili della saga di Star Wars, Guglielmino passa in rassegna (muovendosi con disinvoltura nel mare magnum del franchise, tra sequel, remake e adattamenti letterari, fumettistici e videoludici che sono tra le sue passioni come critico cinematografico) le numerosissime declinazioni che tali opere assumono all’interno della cosiddetta “cultura di massa” e che, come altrettante “varianti” del mito, riescono, se lette con metodo, a dirci qualcosa su di noi, fruitori e, da un certo punto di vista, creatori dei nostri stessi “miti” attingendo alle radici cristologiche o di altre tradizioni religiose, anche precedenti, nelle cosiddetta culture “primitive”, che poi tanto primitive non sono. Una lettura ardita che avvicina “alto” e “basso” e che, rivolgendosi ai moltissimi fans delle saghe, declina in un linguaggio chiaro e accessibile argomenti di natura filosofica. Sarebbe avvincente poter applicare lo stesso pattern anche all’analisi di altri testi filmici, magari del cinema italiano.
Alla presentazione ha partecipato il direttore dell’area cinema e home-video del portale di intrattenimento multimediale Everyeye.it – il sito su cui molti dei testi raccolti nel volume furono inizialmente pubblicati – Marco Lucio Papaleo. L’incontro è stato moderato dalla giornalista Eva Carducci (Best Movie, Cinematografo Rai Uno).
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Il delegato generale della Settimana della Critica, a fine mandato, analizza lo stato di salute del nostro cinema in un'intervista al sito Quinlan. "Il cinema italiano è malato, malato di qualcosa che non lascia sviluppare quei talenti – che a questo punto non so nemmeno più se ci siano – che vogliono rischiare con dei film più coraggiosi. Penso che chi ha le idee si diriga verso altre forme, verso le web series ad esempio, e il cinema d’autore soffra un po’ dei soliti dilemmi". A breve il Sindacato nazionale critici cinematografici indicherà il nuovo delegato generale