Antonia Fotaras: “Mi interessa ciò che è vero e che parla di vita”

L'attrice 24enne è sul set di 'Una fottuta bugia' di Gianluca Ansanelli, dove interpreta una ragazza malata terminale. Prossimamente la vedremo anche in 'The Way of the Wind', il nuovo film di Terrence Malick


Antonia Fotaras è una delle giovani attrici italiane che si sta facendo strada nel mondo del cinema e della tv. Vista recentemente nella serie di Sky Un’estate fa, è stata tra le interpreti de Il primo re di Matteo Rovere e Il silenzio grande di Alessandro Gassmann, presentato alle Giornate degli autori di Venezia nel 2021. Ora la 24enne romana sta girando Una fottuta bugia, commedia amara diretta da Gianluca Ansanelli, con Emanuele Propizio e Giampaolo Morelli. L’abbiamo incontrata a Roma proprio sul set del film (prodotto da Play Entertainment, le cui riprese termineranno a fine gennaio in Calabria) dove interpreta Claudia, una ragazza malata terminale che incontra Pietro, un giovane che dice anche lui di essere malato, però mentendo, solo per non essere sfrattato di casa. Tra i due nascerà un forte legame, ma a un certo punto dovranno confrontarsi con la verità.

Per Fotaras non è un ruolo semplice quello di Claudia, ma racconta a CinecittàNews quanto nel suo lavoro conti soprattutto “ciò che è vero e che parla di vita”. Recentemente l’attrice ha avuto la possibilità di lavorare anche con un gigante del cinema internazionale, Terrence Malick, che l’ha diretta in The Way of the Wind, prossimamente nelle sale. “È stata un’esperienza incredibile”, dice, mentre continua a fare provini internazionali, parlando bene inglese, francese e spagnolo, oltre al greco (viste le sue origini), e sognando un ruolo a Hollywood.

Antonia, nel film Una fottuta bugia ti stai misurando con un personaggio complicato. Come sta andando?

È sicuramente un ruolo che mi tocca tanto, e mi spaventa al tempo stesso, perché quello che capita a Claudia è qualcosa che può succedere a chiunque, a me e chi mi sta vicino. In queste settimane sto leggendo anche il libro Morendo ho ritrovato me stessa. La morte fa parte della vita, che è una, ed è qualcosa che mi spinge a pensare sempre di più a chi voglio essere oggi e cosa voglio fare.

Chi è Claudia?

Una ragazza che ha vissuto una vita fino a quando non arriva il tumore a cambiargliela. Nel momento in cui il pubblico la incontra è fuori controllo, sta vivendo gli ultimi mesi e vuole farlo al meglio, nonostante abbia una famiglia, formata da due mamme, che cerca di proteggerla più che può in una villa così enorme, perfetta e bellissima che lei vive però come una gabbia, più che come un rifugio. Lei vorrebbe sentire la vita e decidere anche come morire.

Poi c’è l’incontro con Pietro. 

È la prima persona che non le chiede nulla. La ascolta e la segue, le dà lo spazio per essere libera. Loro vivono momenti insieme anche più di leggerezza, perché Claudia sapendo che pure Pietro è malato, mette una distanza dal tumore, cercando di tirarlo su. 

Questo è un film che, appunto, parla in modo agrodolce di temi come la vita e la morte. Oggi cosa ti interessa nel tuo lavoro? 

Proprio ciò che è vero. Scelgo progetti che esplorino temi che mi possano arricchire anche come persona. Non mi interessa un genere, che ho difficoltà anche a definire, ma ciò che riguarda la vita, che è fatta di tanti colori. Parto dalla storia da raccontare, che dipende anche molto dal momento in cui arriva, e dal personaggio.

Tu parli molte lingue. Sogni un ruolo internazionale?

Ho avuto il privilegio di lavorare recentemente con Terrence Malick nel suo ultimo film, che ha girato anche in Italia. Lì recito in inglese. È stata un’esperienza incredibile. Continuo a fare provini internazionali. Vorrei poter lavorare in America. Sono stata la scorsa estate a New York per studiare. Mi piace l’impostazione che hanno del lavoro, c’è un’industria molto grande e vedo che anche qui in Italia sta avvenendo un cambiamento. 

La bellezza nel tuo lavoro quanto conta?

Penso ci siano molte ragazze belle, io non mi reputo perfetta. Purtroppo c’è chi guarda solo l’aspetto esteriore. Ma non credo si possa andare con quello e basta. Con il tempo ho visto che quando mi scelgono per un ruolo non è per la bellezza.

E il futuro come lo vedi?

Cerco di costruirlo passo dopo passo. Guardo di più al presente. A 7 anni ho iniziato a fare un laboratorio di recitazione a scuola, obbligatorio, dove non volevo neppure andare. Poi ho scoperto la felicità di recitare. I miei genitori all’inizio mi hanno detto: dai, poi ti passa. Ho iniziato a studiare recitazione da sola, guardavo film e provavo le battute. Sono andata avanti, dritta per la mia strada, e ora sono qui.

 

Giulia Bianconi
14 Gennaio 2024

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