Simbolo di romanità, icona italiana nel mondo (la scena di Roma città aperta su tutte), donna dalla vita privata travagliata e dal proverbiale brutto carattere, persona libera, anticonformista e senza peli sulla lingua: Anna Magnani è quell’attrice che tutti pensiamo di conoscere, quasi una di famiglia. E invece la mostra allestita ora a Roma, al Vittoriano, dal 22 luglio al 22 ottobre, ce la restituisce in dimensioni inedite, nella sua vita di tutti i giorni, nello spazio quasi segreto della sua casa, a Palazzo Altieri. Anna a spasso col cane, sul divano di casa, mentre suona la chitarra o guarda la tv con gli amici, con gli occhiali inforcati sul naso. “Sono contenta di stare qui in casa mia da sola per giorni – confessava – quando sono da sola non mi annoio mai. Ma anche quando io non sono sola fisicamente, posso essere sola spiritualmente, è facile per me essere sola anche in mezzo a una folla. Poi, a livello spirituale, sono stata da sola tutta la vita”.
Una donna sincera, imprevedibile, di umore mutevole per sua stessa ammissione, dal sorriso esplosivo ma anche capace di grandi tristezze, dalla bellezza cangiante e non convenzionale, dal carisma innegabile. E naturalmente un’attrice mitica, la prima italiana premiata con l’Oscar nel ’56 per La rosa tatuata, Oscar che non andò a ritirare perché aveva paura dell’aereo ma che festeggiò poi in grande stile a Roma.
Curata dal critico Mario Sesti la mostra si avvale di materiali inediti usciti dagli archivi dell’Istituto Luce Cinecittà. “Nell’Archivio Luce – spiega Sesti – c’è un autentico giacimento di fotogiornalismo, mentre al Centro Sperimentale abbiamo trovato gli scatti dei set e il posato. Del resto, questa esposizione si muove tra due poli, l’irrealtà e il documento. Soprattutto vuole essere un percorso emozionale”.
Il Vittoriano, monumento dedicato a Vittorio Emanuele II e all’Unità d’Italia, sta creando un pantheon degli uomini e delle donne illustri, come ci spiega la direttrice del Polo Museale del Lazio Edith Gabrielli. “Non solo personaggi del passato, ma anche della storia recente, l’anno scorso Lucio Dalla e ora appunto Anna Magnani”.
Il percorso, che oltre alle foto propone materiali audio e video (tra cui molti cinegiornali Luce), ci offre la figura dell’attrice dai suoi esordi nel teatro di rivista fino a Roma di Fellini, del ’72, la sua ultima indimenticabile apparizione al cinema. L’anno dopo fu stroncata da un tumore al pancreas a 65 anni. “Non voleva apparire in Roma, Fellini penò per convincerla”, racconta ancora Sesti. Tra i suoi no celebri anche quello detto a La ciociara: “Giustamente, perché non poteva fare la madre della Loren, come si era pensato inizialmente”.
“Queste foto esaltano la sua capacità di esprimersi, sono un giacimento espressivo – prosegue Sesti – capace delle maggiori escursioni, dal grande dolore alla grande allegria, dalla rabbia alla tenerezza”. E poi gli amori, sempre infelici: il marito Goffredo Alessandrini, Rossellini, Marlon Brando e Anthony Franciosa, Massimo Serato, padre dell’unico figlio Luca. Il disamore la segnò fin dall’infanzia, non aveva conosciuto suo padre e la madre la lasciò allevare dalla nonna e dalle zie, trasferendosi ad Alessandria d’Egitto.
A ingresso libero la mostra, inserita negli appuntamenti estivi di ArtCity, include la proiezione di un documentario delle Teche Rai e una rassegna di tre film: Bellissima di Visconti (24 luglio), Mamma Roma di Pasolini (31 luglio) e L’amore di Rossellini (7 agosto) che verranno proiettati sulla Terrazza Italia: nel corso delle tre serate sono previste letture di testi dell’attrice affidate alla nipote Olivia Magnani e a Sabrina Impacciatore.
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