ROMA – Era il 1994, uno sconosciuto Andrea Bocelli vinceva il Festival di Sanremo nella categoria Nuove Proposte. Era solo l’inizio della carriera senza precedenti di uno degli artisti italiani più amati e celebrati al mondo. Per celebrarne il trentennale, è stato presentato ad Alice nella Città 2024 Andrea Bocelli 30: The Celebration, film-concerto che racconta lo spettacolare evento di tre giorni che il tenore italiano ha tenuto nella sua Lajatico, in Toscana, lo scorso luglio.
Diretto da Sam Wrench, il colossale film sarà trasmesso su Canale 5 in due serate tra la fine di novembre e dicembre, mentre una grande premiere a New York darà il via una distribuzione cinematografica negli States. Un’occasione per rivivere le emozioni di un evento storico, che in tre serate ha visto alternarsi sul palco alcune delle più grandi stelle dello spettacolo italiano e internazionale, a partire da Zucchero, l’artista che nel 1992 contribuì a scoprire il talento di Bocelli, strappandolo dai pianobar.
“La mia massima aspirazione era di andare a Sanremo, ma mi ero arreso al fatto di visitarla in gita. – racconta Bocelli ai ragazzi di Alice nella Città – Non bisogna mai dare niente per scontato. Per me era già abbastanza vivere con la musica, che era la mia passione. Era mia madre che portava le cassette ai discografici, che dicevano che erano bravo, ma… c’era sempre un ‘ma’. Le cose devono accadere nel momento giusto, doveva andare così. Per me esordire a 35 anni è stato importante, se mi fosse successo a 18, non so se sarei stato in grado di tenere i piedi per terra e mantenere quel senso di realismo che mi contraddistingue. A quell’età è difficile non montarsi la testa”.
Il film aggiunge alle performance tanti piccoli momenti di incontro tra Bocelli e i suoi colleghi e amici: a cena con lui nella sua casa di campagna tra i colli della Toscana, o tra le strade del suo paese natale. Oltre ai grandi della musica italiana come Elisa, Laura Pausini, Tiziano Ferro, Giorgia, ci sono colossi della musica internazionale come Ed Sheeran, Brian May, Plácido Domingo, Sofia Carson e, soprattutto, alcuni grandi divi di Hollywood: da Russell Crowe a Johnny Depp, passando da Sofia Vergara e le sorelle Kim e Khloe Kardashian.
“Sono assolutamente negato per le PR, non mi sarei mai sognato di alzare il telefono per chiamare questi grandi artisti. – rivela Bocelli – Perché non mi piace fare agli altri quello che non vorrei fosse fatto a me. Però sono venuti tutti con grande piacere. Anche Ed Sheeran. Ricordo che quando mi chiese di cantare con lui, non gli piacque che avessi cantato la canzone in stile pop. Non mi sarei mai permesso di cantarla in stile lirico, mi sarei sentito come un elefante in una cristalleria. Ma lui la voleva così e prese un aereo per venire a casa mia e convincermi. Alla fine aveva ragione lui”.
Andrea Bocelli 30: The Celebration ci regala oltre due ore di musica e performance di altissimo livello, permettendoci allo stesso tempo di entrare nella quotidianità di un uomo di campagna che con “la determinazione di un contadino” ha saputo raggiungere traguardi inimmaginabili. “Pitagora diceva: prendete buone abitudini il tempo ve le renderà piacevoli. – dice ai ragazzi presenti in sala – Chi canta è un atleta che deve allenare i muscoli della voce. Alcool e fumo sono da evitare, lo studio è basilare. Per fortuna, alla fine, se lo fai ogni giorno, con passione, diventa un’abitudine e poi anche qualcosa di piacevole. Io sono abituato a viere in campagna e quando mi sono trovato nei camerini di un teatro o di uno studio televisivo, mi sentivo in prigione. Col tempo, invece, è diventato un luogo familiare che quasi mi manca. Il segreto non è fare quello che si ama, ma amare quello che si fa”.
Andrea Bocelli si rivela in tutta la sua umanità, svelando le ragioni che lo rendono così amabile agli occhi di persone anche lontanissime da lui. Le profonde amicizie che lo hanno legato ad artisti del calibro di Céline Dion e di Luciano Pavarotti non bastano a restituire la misura di un artista prodigioso e di un uomo che ha viaggiato da un capo all’altro del mondo per capire che non potrebbe “concepire una vita lontana da dove è nato e cresciuto”. “La famiglia è una cosa importantissima, non solo per noi italiani. – dichiara – Se vivi serenamente la tua famiglia, impari a vedere che c’è una famiglia allargato nella tua classe, nel tuo posto di lavoro, nella tua nazione, in Europa, nel mondo. Lo scopo dell’umanità è quello di considerarci come una grande famiglia. Se così fosse, non si sentirebbe più parlare di guerre”.
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